Più che un libro è una autobiografia. Più che un’autobiografia è un manoscritto teologico. Ed è soprattutto un viaggio di umanità dove percorsi e scelte personali, ricerche, teologie e volti si intrecciano e si ben contaminano a vicenda.

Insomma, il volume di Roberto Mancini è qualcosa di più di un libro soltanto perché nelle trattazioni sul Gesù storico, sul Gesù di Nazareth dai suoi tratti inconfondibili e unici, nelle parti relative ai Concili e alla Cristologia, emerge una forte domanda di fondo: cosa significa essere credente? Il Centro Gandhi ha così affidato a Roberto Mancini un’interessante saggio sul patriarcato e su come Gesù stesso abbia provato a costruire una comunità di uguali proprio come è scritto nella Lettera ai Galati: “Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco, non c’è più schiavo né libero, non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Gesù Cristo”. Dunque, forse, tornare al Gesù di Nazareth ci permetterà un viaggio di liberazione. Dal patriarcato e dalle sovrastrutture appesantite dalle gerarchie di potere.
“Dimenticate quanto avete appreso finora e conservate nel cuore solo il vagito di Betlemme. Lì è racchiusa la vera saggezza” (saggio cinese, Zhuangzi)