“Una società più giusta e solidale passa necessariamente attraverso una scuola in grado di educare le nuove generazioni a ideali, valori, e modelli di comportamento ispirati alla Pace, ai Diritti, al dialogo e al rifiuto di ogni forma di violenza e quindi alla guerra, sancito dalla Costituzione Italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Con queste parole inizia il manifesto che ha lanciato la campagna Scuole Smilitarizzate il 2 ottobre 2020, giornata internazionale della nonviolenza. Il documento è nato dopo un profondo confronto tra Pax Christi Italia, Mir e l’associazione S.O.S. Diritti, in un periodo di profonda incertezza imposta dalla drammatica esperienza della pandemia, nonostante questa situazione, questo lavoro in rete ci ha dato la speranza di guardare al futuro con fiducia promuovendo la Pace come bene universale da proteggere e trasmettere alle giovani generazioni.
La pandemia ha messo in luce la necessità di dare valore alla salute, di tutelare l’ambiente, i deboli, la vita, senza sprecare risorse, potenziando questi ambiti invece di investire inutilmente in armamenti. Si parla di terza dose e novax quando la maggior parte dei paesi fatica a garantire le prime dosi al personale sanitario evidenziando la drammatica iniquità nel modo di condurre la lotta contro il virus. Abbiamo bisogno di costruire relazioni vere, abbattere muri, di entrare in armonia con la natura e salvaguardare la salute di ognuno di noi, dobbiamo fare scelte coraggiose per la difesa della nostra umanità e per fare questo , vogliamo ribadire, senza esitare, l’importanza dell’educazione alla Pace e alla nonviolenza, come modello pedagogico per trasmettere ai bambini, agli adolescenti e ai giovani, la consapevolezza della possibilità di costruire relazioni sociali, politiche ed economiche fondate sulla Giustizia e sulla convivenza pacifica tra i popoli.
Questo è il nostro grande sogno: smilitarizzare la società partendo dalla scuola.
Il cuore della nostra campagna, infatti, consiste nell'affiancare i docenti di ogni ordine e grado della scuola Italiana, nella costruzione di percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza, invitando genitori, insegnanti e alunni a sperimentare modalità nonviolente di trasformazione dei conflitti per rispondere, per denunciare, per contrastare la sempre più forte presenza militare ( con visite alle caserme, navi militari e a poligoni di tiro, con progetti scuola-lavoro, con corsi di lingua…) che mira semplicemente al reclutamento.
Molte associazioni hanno aderito alla nostra campagna offrendo materiali, esperienze, tempo per affiancarci in questo progetto che desidera aiutare la scuola a scegliere la Pace e a contrastare la facile cultura delle armi e della guerra. La scuola non è il luogo in cui orientare i giovani alla carriera militare, scelta che purtroppo viene fatta da tanti giovani a causa della mancanza di altri sbocchi lavorativi. Con la campagna Scuole Smilitarizzate chiediamo che la scuola resti fedele e consapevole del suo principale obiettivo di formare e educare cittadini secondo i principi della Costituzione Italiana, in particolare dell’articolo 11 (che cita “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”) secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Nella riflessione fatta nel gruppo di lavoro al Congresso di Pax Christi, appena concluso, abbiamo anche ribadito l’importanza di costruire percorsi per vivere e trasformare i conflitti, ma anche percorsi di educazione del singolo alla nonviolenza, per favorire la consapevolezza che la Pace comincia da ognuno di noi, dal rapporto con noi stessi e dalla qualità delle relazioni con familiari o amici, e dalla disponibilità al dialogo, alla comprensione e al perdono.
In questa prospettiva molti Punti Pace stanno collaborando (nonostante il covid 19) con docenti nella preparazione e realizzazione di percorsi che vertono su temi legati al disarmo, al disarmo nucleare, all’educazione ambientale, all'accoglienza e solidarietà, ai migranti, al dialogo fra religioni, alla conoscenza della vita e del pensiero di donne e uomini di Pace, allo studio di realtà che vivono conflitti come la Palestina, la Siria, alla cura dei beni comuni, al consumo critico.
Per concludere, durante l’incontro che il Consiglio Nazionale ha avuto nel gennaio 2019 con papa Francesco, il pontefice ha condiviso con noi l’importanza dell’educazione alla pace e in seguito ha invitato tutto il mondo a ricostruire un “Patto Educativo Globale” che educhi alla solidarietà universale. Non voglio dimenticare la legge 92/2019 che introduce, nella scuola, in modo sistematico, l’educazione civica… non ci resta che continuare a rimboccarci le maniche!


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