La guerra allo Stato Islamico in territorio iracheno e siriano non è più all'ordine del giorno dei meeting dell’Alleanza Atlantica. Dopo la riconquista nel secondo semestre 2017 delle roccaforti di Mosul e Rawa, ciò che resta dell’ISIS sono le cosiddette “cellule dormienti” per gli attacchi mordi e fuggi nelle aree di confine kurde tra Siria e Iraq.

Secondo il Global Terrorism Index, l’indice elaborato dall’IEP - Institute of Economics and Peace di Sidney per misurare l’impatto del terrorismo a livello internazionale, nel 2019 le vittime civili irachene degli attentati di matrice terroristica si sono ridotte del 46% rispetto al passato. Ciononostante nel 2021, l’anno dell’ingloriosa fuga occidentale dall'Afghanistan rioccupato dai Talebani, le forze armate italiane hanno rafforzato il loro dispositivo armato in Kuwait contro le milizie Daesh (Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham, ovverosia dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). Un impegno complesso e costoso, ma - come vedremo – funzionale alla promozione del Sistema Italia e delle società leader del complesso militare-industriale nazionale.
Fuori dai riflettori mediatici lo scorso mese di giugno il 4° Reggimento Artiglieria Contraerei Peschiera dell’Esercito con sede a Mantova ha attivato una batteria contraerea con capacità antimissilistiche “SAMP/T” nella grande base aerea kuwaitiana di Alì Al Salem, a una quarantina di chilometri circa dalla frontiera con l’Iraq. “Il Task Group SAMP/T Scutum (il nome latino dello scudo utilizzato dai legionari romani, nda) opera con il compito di contribuire alla sicurezza dello spazio aereo kuwaitiano, a difesa contro attacchi aerei e missilistici”, spiega il Ministero della Difesa. “Il sistema di ultima generazione è integrato nel sistema di difesa della Coalizione Inherent Resolve”. 
Il SAMP/T è stato sviluppato a partire dai primi anni 2000 dal consorzio “Eurosam” formato dalle aziende aerospaziali e missilistiche Thales, MBDA Francia e MBDA Italia (quest’ultima controllata in parte da Leonardo S.p.A.), nell’ambito del programma italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria). “Esso si caratterizza operativamente per i ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, elevata mobilità tattica e possibilità di adeguare il dispositivo secondo tempi commisurati alla dinamicità della manovra”, aggiunge la Difesa. Ogni batteria contraerea è equipaggiata con missili superficie-aria “Aster-15” con gittata di 30 km, anch’essi progettati e realizzati dal consorzio “Eurosam”.
Quali siano le minacce aeree e missilistiche dell’ISIS contro il petroemirato arabo e la coalizione internazionale a guida USA ivi ospitata, lo Stato Maggiore italiano non lo fa sapere. Tuttavia sono stati completati in tempi record i lavori per trasformare Alì Al Salem (quartier generale della Kuwait Air Force e del 386th Air Expeditionary Wing dell’Aeronautica USA), in una piattaforma di lancio dei missili prodotti in Francia e in Italia. Nel mese di febbraio 2021, un team del Reggimento Genio ferrovieri dell’Esercito di stanza a Castel Maggiore (Bologna) era giunto in Kuwait per avviare i lavori di fortificazione e “protezione” di un’area desertica di sedime aeroportuale di circa 33.000 mq e 3 km di lunghezza perimetrale “mediante lo scavo di fossati, la posa in opera di muri in terra rinforzata con gabbioni metallici e l’installazione di un sistema integrato di videosorveglianza”. Successivamente sono state realizzate le piazzole per lo schieramento delle componenti della batteria contraerea (sistemi di comando e controllo, sensori e intercettori) e le relative opere di urbanizzazione primaria (reti elettriche, idriche e fognarie). In ultimo sono stati riqualificati i prefabbricati in muratura da adibire ad uso uffici e alloggi per il personale del 4° Reggimento Artiglieria di Mantova.
Dopo l’attivazione il Task Group SAMP/T Scutum è entrato a far parte del dispositivo militare messo a disposizione dell’operazione multinazionale Inherent Resolve, sotto il comando dell’IT NCC Air (Italian National Contingent Command Air), il comando dell’Aeronautica costituito il 17 ottobre 2014 per operare contro lo Stato islamico in Iraq e Siria (Operazione Prima Parthica). Una missione quella in Medio Oriente che è costata al contribuente italiano, lo scorso anno, 230.932.129 euro e che vede attualmente schierati 900 militari, 84 mezzi terrestri e 11 velivoli (nelle basi di Ali Al Salem, Ahmed Al Jaber e nello scalo aeroportuale di Abdullah al Mubarak a Kuwait City; a Baghdad ed Erbil nel Kurdistan irakeno).
“L’IT NCC/TFA Kuwait concorre mediante l’impiego dei propri assetti ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) - caccia e droni - alla definizione della consapevolezza della situazione della Coalizione”, spiega lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Il flusso di video ed immagini ad alta risoluzione acquisiti dalle piattaforme aeree viene canalizzato alla cellula di integrazione e fruizione delle informazioni denominata I2MEC (Integrated Italian Multisensor Exploitation Cell) per estrarre il contributo informativo necessario alla condotta delle operazioni della Coalizione”.
Non bombardiamo cioè, ma mettiamo in condizione di farlo e bene con i caccia USA e dei partner NATO ed extra NATO. Dalla sua costituzione nel 2014 sino alla fine del 2020, le missioni dell’IT NCC AIR hanno totalizzato 36.000 ore di volo con 6.600 sortite e 30.000 obiettivi “coperti” e hanno rifornito di carburante quasi 4.000 velivoli di Inherent Resolve. “L’Italia si colloca come primo contributore, dopo gli Stati Uniti, in termini di assetti aerei specializzati in raccolta informativa, sorveglianza e ricognizione, per il contrasto delle cellule Daersh in Iraq”, enfatizza l’Aeronautica italiana. 

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