All'inizio nessuno ci credeva
si pensava a uno scherzo di carnevale
un po’ pesante è vero ma quei toni
del dittatore in tivù che minacciava

occupazioni guerre e liberazioni
da bande di nazisti drogati
in un grande paese confinante
sembravano finte surreali
e ci si aspettava che i generali
con i loro petti multidecorati
si sarebbero messi a ridere
fragorosamente a crepapelle
davanti al piccolo neohitler
e poi avrebbero preso il microfono
per avvertire tutti che era stato
uno scherzetto per provare i nervi
come gli stress test che si fanno alle banche
e poi ci s’immaginava che
un bambino e una bambina
con i tradizionali vestitini russi
sarebbero andati in tivù a dire
la parola pace mir peace eirene
e la serata si sarebbe conclusa
con un balletto al Bolscioi
trasmesso in mondovisione
e collegato alla Scala
con Bolle in gran forma
E invece c’è stato uno scambio
perniciosissimo tra visione e realtà
tra i soldatini di piombo
delle favole antiche
e quelli in carne ed ossa
scagliati a miriadi nel paese invaso
per cancellare la parola pace

* * *

(Il resto della storia lo conosciamo dai giornali e non dai libri di fiabe)
(Gianni Gasparini, inedita. Ayas, 27 febbraio 2022. Per la Resistenza dell’Ucraina di fronte alla prevaricazione della Russia)


Un gioco criminale

Quando il gioco si fa duro
sono i duri a entrare in gioco
ma questo non è rubgy nè pingpong
è un gioco sporco e infame
dove gli aggressori con suprema menzogna
si fingono aggrediti e invadono
devastano terre incendiano città
con soverchianti forze militari
ma senza forza d’animo alcuna
Quando il gioco si fa duro
anche la poesia si fa dura
durissima
come selce inscalfibile
la poesia non cura più
la rima il ritmo e le assonanze
ma grida impreca urla a squarciagola
denuncia il grande criminale
il terrorista di guerra
lo addita al mondo con parole
veritiere che resteranno
per il disonore imperituro
di chi tradì la buonafede
i patti e il diritto tra le genti
La poesia tra le macerie
raccoglie il bocciolo minuscolo
di un fiore che stava per fiorire
lo mette in un barattolo di vetro
lo pone in alto al centro della piazza
come un indomito vessillo
nella città sventrata e violentata

(Gianni Gasparini. Milano, 5 marzo 2022, inedita. In piena guerra tra Russia e Ucraina)