Questa è una piccola storia sulla guerra in Ucraina, scritta a denti stretti, trattenendo lacrime e sdegno. Una lettera che è una fiction credibile e verosimile. Valentina, una bambina di otto anni, vive in una città ucraina e scrive a Vladimir Putin al Cremlino, ponendogli una serie di domande.

Buongiorno Signor Putin, vorrei farle alcune domande. La prima è questa: perché sta facendo la guerra al mio paese? Lo sa che le guerre provocano tanti disastri e fanno stare in pensiero i bambini, che di notte si svegliano e piangono?
Scusi Signor Putin, perché ha distrutto la mia casa dove c’erano i miei giocattoli e quelli della mia sorellina Tatjana, che ha sei anni?
Scusi Signor Putin, lo sa che da quando ha distrutto la nostra casa noi viviamo tutto il giorno in un rifugio sottoterra, e di notte invece di avere i nostri letti comodi ci addormentiamo sulle coperte che la mamma Anastasja ha steso per terra?
Scusi Signor Putin, a noi bambini danno molta noia tutti i rumori delle bombe, dei missili, degli aerei e degli elicotteri. Non potrebbe almeno dire ai suoi generali di usare qualcosa che non fa rumore? E perché i suoi soldati non sparano dei fuochi d’artificio colorati che si aprono nel cielo di notte?
Scusi Signor Putin, perché ha tirato un missile lungo lungo sulla scuola dove andavo con Tatjana, dove c’erano anche i giardinetti che noi bambini innaffiavamo tutti i giorni?
Scusi Signor Putin, perché la mia maestra Olga, che si trovava dentro la scuola quando è arrivato il missile, l’hanno cercata dappertutto ma non l’hanno trovata? Io e Tatjana e tutti i compagni eravamo molto affezionati alla nostra maestra, che aveva gli occhiali azzurri e ci raccontava le storie con una voce calma e dolce.
Scusi Signor Putin, perché i suoi soldati sono entrati nella mia città con dei carri rumorosi che hanno una specie di proboscide davanti, dei carriarmati come mi ha detto il papà Sergej, invece che con delle automobili con i finestrini per guardare fuori il panorama?
Scusi Signor Putin, perché i soldati che hanno i carri con la proboscide sono così maleducati da calpestare i nostri parchi e rovinare le nostre belle strade diritte e pulite con i semafori e i cartelli? I miei nonni mi hanno insegnato che quando si va a far visita a qualcuno in un’altra città bisogna comportarsi educatamente!
Scusi Signor Putin, perché la mia nonna Aleksandra e le sue amiche che stavano riposandosi l’altra notte in una piccola stazione mentre aspettavano il treno sono state svegliate improvvisamente dai colpi di tante mitraglie? La nonna l’hanno dovuta portare in ospedale con una ambulanza che aveva la sirena e andava velocissima. Perché ha fatto male alla nostra nonna, che è così gentile e a me e a Tatjana dà sempre le caramelle alla menta e i biscotti con il cioccolato sopra? E poi la nonna ci diceva sempre che non bisogna aver paura di voi russi, perché siete nostri amici, anzi – mi ricordo – nostri carissimi amici e fratelli.
Scusi Signor Putin, adesso le chiedo una cosa importantissima: perché il mio papà non riesce a trovare la mamma, che è uscita ieri a prendere il pane e il latte e non è tornata a casa? La mamma non risponde neanche al cellulare, il papà dice che si sarà fermata da un’amica, ma io non ci credo. Lei, signor Putin che in casa ha tanti telefoni, riuscirebbe per favore a dirmi dove si trova la mia mamma, che si chiama Anastasja e ha i capelli biondi con il caschetto? E, a proposito, Signor Putin, si ricorda quando era bambino? Anche a Lei mancava la mamma quando doveva uscire per andare a lavorare o a fare la spesa?
Scusi Signor Putin, Sonja, una mia amichetta che ha dodici anni e vive con noi nel rifugio, mi ha detto di nascosto che certi soldati fanno delle brutte cose alla ragazzine, quelle grandi che hanno già il seno sviluppato e qualche pelo in basso in mezzo alle gambe. E’ vero? Lei ne sa qualcosa? Fra pochi anni anch’io avrò il seno e mi metterò un bel reggiseno colorato come quello della mamma, e non vorrei che qualche maschio mi facesse quello che mi ha detto Sonja.
Scusi Signor Putin, perché dice le bugie? Lo sanno tutti qui da noi che Lei dice sempre bugie, da quando si alza stanco per aver bevuto troppa vodka con i suoi amici generali alla sera prima a quando va a letto stanco di fare la guerra. Mi ascolti Signor Putin: ma non gliel’hanno insegnato tanti anni fa che uno che dice le bugie finisce male, perché prima o poi lo mettono in prigione, chiudono a chiave e lui non può più uscire? E poi – me l’ha detto il papà Sergej – lo portano davanti a tante persone con la faccia arrabbiata in uno stanzone che si chiama tribunale e gli ricordano tutte le cose brutte che ha fatto, quelle che i grandi mi sembra che chiamino i crimini di guerra.
Scusi Signor Putin, sia gentile: per favore risponda alle mie domande, perché io e la mia sorellina Tatjana siamo molto preoccupate per la mia mamma Anastasja e la mia nonna Alexandra, e di notte ci svegliamo piangendo dopo aver fatto dei brutti sogni. A Lei non capita di dormire male e di svegliarsi durante la notte, per tutte le bugie che dice e le cose bruttissime che fa?
Ma, mi scusi Signor Putin, Lei ce li aveva una mamma e un papà che quando era piccolo la chiamavano per nome – che le dicevano ‘Vieni qui, Vladimir’, o non so ‘Come sei carino, Vladimir’ o altre frasi -, che le hanno insegnato a mangiare, a fare la pipì e la cacca nel vasino, a camminare, a parlare per dire parole belle ai genitori, ai compagni e a tutti gli altri?
Il signor Putin non risponde a Valentina e neppure ai tanti bambini che avrebbero voluto scrivergli oggi dalle cento città e dai mille villaggi dell’Ucraina bombardati, devastati insieme ai loro abitanti, distrutti senza un motivo plausibile, che sia comprensibile ai bambini non meno che ai grandi.
Il Signor Putin non ha tempo. E’ troppo impegnato a scegliere le case, le scuole e gli ospedali da bombardare domani. E poi deve preparare le nuove bugie da dire stasera alla televisione.
Gianni Gasparini, aprile 2022


Mosaico di pace, rivista promossa da Pax Christi Italia e fondata da don Tonino Bello, si mantiene in vita solo grazie agli abbonamenti e alle donazioni.
Se non sei abbonato, ti invitiamo a valutare una delle nostre proposte:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/abbonamenti
e, in ogni caso, ogni piccola donazione è un respiro in più per il nostro lavoro:
https://www.mosaicodipace.it/index.php/altri-acquisti-e-donazioni