Ringrazio Domani per le sue campagne di stampa a sostegno della libertà di espressione che deve restare cara a tutti e tenere desta l’attenzione collettiva. In particolare credo che la stessa Chiesa possa apprezzare l’aiuto indiretto che le viene da indagini che confermano l’esigenza di andare avanti con coraggio nella lotta a un crimine odioso, tanto più grave se commesso da persone che si vorrebbero di assoluto rigore morale.

Tuttavia il fenomeno diventa ancor più grave e allarmante perché denuncia una casistica costante nel tempo e nello spazio di cui il clero non è che uno dei responsabili di una piaga sociale ben conosciuta che offende il rispetto della fase più vulnerabile della nostra umanità che è l’infanzia.
Un'indagine condotta dall'OMS (report 30 aprile 2021) rivela che diciotto milioni di minori in Europa sono stati vittime di abusi sessuali, con una netta prevalenza delle bambine rispetto ai bambini, mentre in Italia vecchi dati del Telefono Azzurro (Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, 12 ottobre 2012) attestano che quasi il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia. Credo che sarebbe opportuno estendere la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a fatto culturale e sociale anche nel nostro paese più di quanto non si faccia: si tratta di un sommerso che non va compreso nei “maltrattamenti in famiglia”. Noi donne possiamo denunciare, anche se proprio “la famiglia” ci condiziona e rende difficile andare dal giudice, mentre il bambino non si può difendere e i traumi infantili e adolescenziali condizionano il “libero sviluppo della persona umana” e generano ferite che, anche rimosse, segnano il futuro.
Non dimentichiamo che solo nel 1989 una Convenzione internazionale voluta dall’Onu ha riconosciuto i diritti dei bambini e degli adolescenti. Hanno aderito quasi tutti i paesi del mondo, ma c’è da credere che sia assolutamente disapplicata e il testo solo quando impone l’obbligo di “ascoltare l’opinione” del minore fa riferimento a quei silenzi che l’ordine tradizionale fatica a riconoscere come abusi e violazione primaria del diritto all’inviolabilità dei piccoli corpi che trovano il nemico in casa.

Articolo pubblicato su "Domani", 14 dic. 2022


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