Fratel MichaelDavide, Le Chiavi di casa. Appunti tra un Sinodo e l’altro, ed. la meridiana, 2015
Fratel MichaelDavide ha scritto questo piccolo libro come contributo alla discussione sinodale sulla famiglia, sulle famiglie potremmo ben dire oggi. Infatti, se c’è un segno distintivo della mano di Dio nella creazione è l’originalità e la bellezza dell’essere vivente. Originalità e bellezza di ciascuno, dell’amore alla fin fine, perché questo è il fine ultimo della nostra esistenza e delle relazioni che viviamo, nelle varie forme e nei diversi modi.
Il Concilio è lo spirito che aleggia, sia nelle parole di papa Francesco a proposito di Sinodo che nel testo che abbiamo tra le mani. Perché papa Francesco sollecita spesso la Chiesa “a intraprendere un percorso in uscita, fuori dai confini parrocchiali…”. “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze” (Cristian Albini, prefazione). Lo spirito di sinodalità, di comunione, di autenticità che ci libera dalle ristrettezze delle strutture e delle – spesso false – protezioni e sicurezze si respira a pieni polmoni nelle riflessioni di Fratel MichaelDavide.
La casa il luogo da cui si riparte. La comunità di Betania il modello di relazione verso cui guardare. “Come definire la vita che si svolgeva a Betania? Una famiglia? Una sorta di piccola comunità? Un caso o una scelta?”, si chiede l’autore. E ne traccia una linea verso un orizzonte aperto, luminoso e accogliente. Perché “ciò che fa la differenza nella vita non è la modalità dei legami che ci fanno vivere, ma l’essenza della nostra fede: ‘E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi’ (1 Giov. 4,16)”.