"Beati i miti perché erediteranno la terra". Don Luigi Adami è stato una persona mite e coraggiosa.

Una persona poliedrica e profetica, saggia e sapiente, verace e buona. Oltre al Gruppo per il Pluralismo e il Dialogo, ha fondato il punto pace di Pax Christi a Verona nel 1983. E' stata la nostra guida spirituale. L'hanno preceduto nel ritorno alla casa del Padre Luciana Gonzato, Glauco Pretto, Resi Fasoli Turra, Emanuele Previdi. E' stato infaticabile promotore di ecumenismo e di dialogo interreligioso. Vicino a mons, Bettazzi e a Tonino Bello, ha partecipato a numerose iniziative per la pace, il disarmo e il dialogo. Ha condiviso esperienze di liberazione sia dalla mafia (Locri) che dall’oppressione dei poveri in sud America. Si è recato anche in Guatemala dove tante persone venivano uccise per avere in casa la Bibbia, un libro pericoloso e sovversivo. Ha avuto contatti con i Premi Nobel Rigoberta Menchù e Adolfo Perez Esquivel. Ha ricevuto il premio Melegari per la pace concesso dal Comune di Verona nel 2005.
E' stato uomo del Concilio Vaticano II e protagonista del faticoso rinnovamento conciliare a Verona. Ha sofferto molto, bersagliato da critiche sciocche e arroganti di provenienza anche ecclesiastica. Durante il Sinodo veronese (il 5 maggio 2004) ha proposto al vescovo che la nostra Chiesa “chieda perdono per tutte quelle volte che dall’ambone o mediante la stampa parrocchiale e diocesana abbiamo preferito la polemica al dialogo, l’insulto all’annuncio, la diffamazione alla missione, l'invettiva alla testimonianza”.
Nonostante questo, ha costruito gruppi, ha generato relazioni conviviali, ha indicato sentieri e percorsi di bene.
Don Luigi sembra tratteggiato nella Fratelli tutti ( “Dialogo e amicizia sociale”, n.224) dove papa Francesco scrive che “ogni tanto si presenta una persona gentile pronta a prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza”. .
Se i miti erediteranno la terra, noi siamo la sua eredità. Il miglior modo di ricordarlo è di camminare sempre insieme, conviviali con le nostre differenze. Speriamo che Verona lo ricordi con attenzione. La sua eredità, come quella di tanti e tante testimoni di pace, di dialogo, di giustizia viene dal futuro. La storia è aperta. Il cammino dà fiducia, consolazione e coraggio. Educa a sperare,

25 luglio 2023


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