SPAZIO GIOVANI
Durante l’anno scolastico 2022-2023, Mosaico di pace, con il CIPAX - Centro Interreligioso per la pace ApS - e Confine Mondo hanno promosso un percorso di formazione per giovani studenti – PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento – su “Giornalismo e tematiche sociali”. A conclusione di tale percorso, alcuni studenti e studentesse hanno scritto pensieri o articoli che ospitiamo, ben contenti e grati, nel nostro sito.
Desolazione. Perdita della propria dignità. Morte. Dall’altro lato la possibilità di rivendicare il proprio diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza.
Due facce di una stessa medaglia: l’immigrazione. Un ponte che permette il passaggio tra i due scenari opposti: è il ponte della solidarietà e della fratellanza.
L’immigrazione, che ha contraddistinto l’umanità sin dagli albori dei tempi, è ancora oggi un fenomeno presente. Infatti interessa tutti coloro i quali sono costretti a fuggire da situazioni di guerra, di violenza, di discriminazione che violano i diritti inalienabili e intrisici dell’essere umano. Spesso il tentativo di riappropriarsi di quei diritti che sono stati privati risulta vano: secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni negli ultimi dieci anni ci sono stati ventiseimila morti.
I nostri mari sono diventati cimiteri nei quali il sogno vagheggiato di poter riiniziare una nuova vita si è definitivamente spento. L’immigrazione è la storia di uomini, donne e bambini che tentano di riappropriarsi della propria dignità di esseri umani. Tuttavia siamo indotti a considerarla come mera fonte di problematiche.
A tal proposito, appaiono esemplificative le parole di don Mattia Ferrari pronunciate in occasione del cantiere Cipax 2022-2023 avente come tema “Disuguaglianze, Povertà, Nuove schiavitù”, nell’incontro “Immigrazione negata e accoglienza solidale” (26.01.2023).
“È possibile che Lesbo (la culla della civiltà europea) sia diventata un gigantesco campo di profughi in cui la gente viene confinata in modo disumano? C’è il paradosso che noi per difendere la nostra identità la stiamo distruggendo dall’interno”. Da ciò si evincono la concezione attuale dell’immigrazione e i conseguenti effetti negativi che ha sulla società. L’immigrazione dovrebbe essere ritenuta come connaturata all’uomo stesso e come transito per una vita che veda rispettati i diritti inviolabili dell’essere umano. Ferrari lo ribadisce riprendendo l’Eneide: Roma è fondata dal profugus Enea, figura che si colloca in un periodo in cui l’ospitalità e un’accoglienza solidale erano atti dovuti. In questo modo a chi arrivava e chi accoglieva si stabiliva un vincolo di solidarietà. La storia e la letteratura hanno tanto da insegnarci in proposito. Ma è possibile garantire un’accoglienza solidale? I corridoi umanitari sono una testimonianza di come ciò sia possibile nella misura in cui ci sia un lavoro coordinato da parte di tutte le Chiese (ecumenismo) e della società civile. “Dove c’è la volontà politica le alternative si trovano” afferma Marta Bernardini (coordinatrice di Mediterranean Hope). È quindi necessario costruire delle comunità in grado di mettersi a disposizione delle persone che arrivano, in un armonico e fraterno coordinamento tra più enti. In un’accoglienza solidale così strutturata è possibile ergersi a garanti dei diritti naturali dei migranti garantendo loro un futuro.
In fondo, le risposte alle problematiche inerenti all’immigrazione è possibile trovarle in ognuno di noi. L’essere umano ha insito nella sua natura “un amore viscerale che lo porta ad agire” come afferma Ferrari; è dunque essenziale ricercarlo e ascoltarlo al fine di realizzare un’accoglienza solidale promossa dal presupposto che la condizione di profogus accomuna ognuno di noi: chi siamo se non profughi in un mare in tempesta, quale è la vita, chiamati a portare con noi le radici del nostro passato e la speranza di un florido futuro?”