In merito al Dossier di Mosaico di pace di ottobre, "Il maschile, le Chiese e noi", abbiamo ricevuto questa lettera che condividiamo con i lettori e le lettrici.

Aiutiamoci tutti e tutte col riflettere - in semplicità, senza pretese, cercando insieme - a partire dalle esperienze, dai dolori, dai fallimenti, come dalla coscienza umana comune a noi tutti/e, unificante, in ricerca.

Forse la superiorità sociale del maschio è dipesa originariamente (ma non sempre e dovunque, pare) dalla maggiore forza fisica? Però il patriarcato è la degenerazione della paternità in dominio. Paternità genuina, su tutti i piani, è la capacità di un inizio, di un'attività: in questo senso anche la donna è paterna. Ma non è mai un inizio assoluto, bensì un uso creativo dei dati. E' bellissimo il fatto che un uomo non può generare (salvo artifici futuri e discutibili?) senza una donna (e viceversa). Come il generare biologicamente è opera di incontro, di unità, così ogni altro generare, agire, operare, inventare, su tutti i piani. In principio è la collaborazione. Nessuno fa nulla di buono fuori dalla relazione. Poi, nella dinamica storica effettiva, chi si è messo a capo, per i più vari motivi, positivi o negativi, ha assolutizzato il ruolo, come fosse un'origine e creatività assoluta: il comando, l'impero, la sovranità, e di conseguenza l'arbitrio e la violenza. Accade che donne al comando ne assumano caratteri patriarcali. Tali caratteri sono stati proiettati anche nel concetto di Dio: padrone, onnipotente, giudice terribile. Il potere come dominio è la falsificazione del potere creativo, vitale, vivificante. Il vangelo di Gesù - "Tra voi non così" - sradica e capovolge questa immagine in quella nuova di Dio, e di ogni ruolo attivo, in servizio d'amore alla vita di tutti. Dio è Vita-che-dà-vita: a sua immagine è ogni umano lavoro per gli altri. Eppure anche nella cristianità, e nella chiesa stessa, è rimasta l'immagine tremenda di Dio e l'immagine padronale dell'uomo sulla donna. Altre forme di padronanza possono essere nella donna. Nella conversione continua, da un'epoca all'altra, che il vangelo chiede e offre, cambia anche questa immagine. Si affretti la chiesa a scendere dalla maschilizzazione padronale dei ministeri ecclesiali, per essere inventivamente fedele a Gesù.


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