Qualifica Autore: Centro per la Pace “Annalena Tonelli”

Il 20 maggio l’Alta Corte Inglese ha preso un'importante decisione riguardante l’estradizione di Julian Assange negli Us, garantendogli arantire la possibilità di appellarsi contro l’estradizione negli Usa. Su di lui pendono 18 capi di accusa, tra cui quello di spionaggio che, negli Stati Uniti, può costare l'ergastolo e anche la pena di morte.

Assange è un informatico e giornalista di origini australiane, divenuto famoso per aver creato il sito Wikileaks nel 2006, dal quale inizia a divulgare documenti da fonti anonime e informazioni segrete.
Nel 2010 ha pubblicato una serie di documenti riservati riguardanti crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti, come massacri e bombardamenti mai ammessi durante le guerre in Iraq e Afghanistan.
Nel 2012 consapevole del rischio di essere estradato negli Stati Uniti, Assange da Londra ha chiesto asilo all’Ecuador, che lo ha accolto nella sua Ambasciata nella capitale britannica per oltre 7 anni, quasi recluso in una stanza fino al mandato di cattura lanciato dal Regno Unito, che ha costrtetto l’ambasciata ecuadoriana a revocare l’asilo.
Assange viene così arrestato dopo 7 anni dalle autorità inglesi e dal 2019 in carcere aspetta la decisione dell’Alta Corte, che dal 2020 ha avviato un procedimento in relazione alla sua estradizione negli Stati Uniti.
Il 23 marzo scorso la Corte inglese, con una sentenza di 66 pagine, ha chiesto al governo di Washington di fornire ulteriori garanzie sul fatto che, nel caso in cui Assange venisse estradato, i suoi diritti saranno rispettati, con l’esclusione della pena di morte.
Durante questa udienza Assange non era presente a causa dell’aggravamento delle sue condizioni di salute sempre più precarie, dovute ai 5 anni di reclusione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh e ai 7 anni di carcere indiretto nell’ambasciata ecuadoriana.
È ormai da anni che l’Australia continua a chiedere agli Stati Uniti di retrocedere in merito alle accuse contro il giornalista.
Secondo la moglie Stella Moris: “Quello in cui un uomo che si è battuto per difendere le regole e i principi è in prigione, è un mondo alla rovescia”. Ancora: “Quelli che vogliono Julian in carcere, non credono nella democrazia, né nei diritti umani.”
Assange è simbolo della libertà di stampa in tutto il mondo. Difendere Julian Assange significa anche difendere la libertà di espressione, di parola e di trasparenza in tutto il mondo.

 


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