Pubblichiamo di seguito l’intervento conclusivo di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore responsabile di Mosaico di pace, all’Arena di Pace 2024.

Vorrei prima di tutto ringraziare i missionari comboniani che hanno accettato di riprendere le Arene di pace dei Beati costruttori di pace.

Abbiamo avuto subito la benedizione del vescovo di Verona don Domenico Pompili e del sindaco di Verona Damiano Tommasi. È la prima volta che un’arena di pace ha come sponsor il vescovo e il sindaco di Verona. Abbiamo insieme concordato che l’arena di pace non può essere un evento, ma un processo che si terrà ogni due anni. Lo scopo fondamentale è quello di fornire una larga convergenza fra le varie realtà associative e popolari per formare un grande movimento popolare capace di scuotere il nostro governo e anche quello della stessa Ue, prigionieri di un sistema economico-finanziario-militarizzato.
Sono un missionario comboniano partito per l’Africa per convertire. Dopo 12 anni nell’inferno della baraccopoli di Korogocho (Nairobi) sono ritornato in Italia convertito dagli impoveriti di Korogocho. L’ultimo giorno i baraccati mi hanno imposto le mani invocando lo Spirito perché tornassi a «convertire la mia tribù bianca».
Infatti, come possiamo parlare di pace se facciamo guerra ai poveri? Oggi, infatti, viviamo dentro un sistema economico finanziario che permette al 10% della popolazione mondiale di consumare il 90% dei beni (gli scienziati ci dicono che, se tutti vivessero con il nostro stile di vita, avremmo bisogno di due o tre pianeti Terra in più).
Metà della popolazione mondiale deve accontentarsi dell’1% delle ricchezze, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame. E oltre un miliardo vive in baraccopoli. Papa Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium afferma: «Questa economia uccide». Ma questo sistema può reggersi solo perché i ricchi si armano fino ai denti. I dati del Sipri evidenziano che nel 2023 i ricchi del mondo hanno speso in armi 2440 miliardi di dollari. Un paesino come l’Italia ha speso 32 miliardi di euro. Armi che servono per difendere il nostro posto privilegiato in questo mondo e per ottenere quello che non abbiamo. Ne è un esempio la guerra in Congo di cui nessuno parla perché da lì provengono i minerali essenziali per l’high tech: il coltan per i telefonini (80%), il cobalto per le pile elettriche delle nuove automobili. I nostri governi sono prigionieri dei fabbricanti di armi. L’italiana Leonardo (ex Finmeccanica) è al terzo posto mondiale in borsa e al sesto posto mondiale per esportazioni di armi che vendiamo ai tanti paesi in guerra, in barba alla legge 185 che ora il governo Meloni vuole eliminare. E tutto questo non fa altro che produrre nuove guerre e conflitti.
Come parlare di pace in un mondo dove ci sono oltre 50 conflitti attivi? Il percorso di riarmo in atto in Europa e in tutto il mondo potrebbe portarci nell’abisso di una terza guerra mondiale atomica e quindi all’ “inverno nucleare”. Ecco perché papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti afferma che oggi “non ci può più essere una guerra giusta”.
Per di più, questo sistema-economico-finanziario-militarizzato sta pesando sull’eco-sistema che ci potrebbe portare al disastro ecologico e quindi all’ “estate incandescente”. Papa Francesco ci ha regalato la "Laudato sì" e la “Laudate Deum” per ammonirci della gravità del momento che viviamo.
Una dolorosa conseguenza di questo nostro sistema sono, oggi, i migranti, oltre 100 milioni secondo l’Onu; sono gli impoveriti del mondo che bussano alla porta delle nazioni ricche. Ma gli Usa e l’Australia li respingono. L’Europa con le politiche razziste dell’“esternalizzazione” delle frontiere, cerca di tenerli più lontani possibile da noi, pagando miliardi ai governi dittatoriali del Nordafrica e alla Turchia, alla quale sono stati dati oltre nove miliardi di euro per trattenere in campi di concentramento almeno quattro milioni di afgani, iracheni, siriani che fuggono da guerre fatte dall’Occidente. La conseguenza più amara di queste politiche criminali è che nel Mediterraneo sono oggi sepolti 100.000 migranti! E questo per il suprematismo bianco che alberga nelle menti della tribù bianca e che sta diventando un trionfante fenomeno politico sia negli Usa sia in Europa. Nel nostro paese questo è espresso dal governo Meloni che sta portando avanti una politica razzista contro i migranti, con una serie di decreti contro le navi salva-vite delle Ong, con la creazione dei Cpr autentici lager, con le deportazioni dei migranti in Albania…
Davanti a questa grave situazione mondiale che ci attanaglia, la speranza può nascere solo dal basso. Ognuno dovrà prendere coscienza della realtà, mettersi insieme e creare lentamente forti movimenti popolari per scuotere i nostri governi, prigionieri di questo sistema. Il lavoro fatto nei cinque tavoli fra centinaia di realtà di base e associative in preparazione all’Arena di pace deve essere replicato attraverso tutto il Paese per preparare il terreno per un grande movimento popolare. Nel frattempo, difendiamo con i denti la nostra Costituzione antifascista rifiutando l’autonomia differenziata e il premierato. Boicottiamo tutte le banche che pagano per le armi e per i fossili, in particolare le prime tre Unicredit, Intesa San Paolo e Deutche Bank. E solidarizziamo con tutti gli universitari che stanno occupando le università in solidarietà con il popolo palestinese e con tutti i giovani impegnati in difesa dell’ambiente. E arrivederci fra due anni all’Arena di pace 2026.

 

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