Si è chiuso con la Festa della Repubblica Multietnica e Nonviolenta, domenica 2 giugno ai Giardini del Verano a San Lorenzo, la terza edizione nazionale di Eirenefest, il festival del libro per la Pace e la Nonviolenza.

La nonviolenza è ribellione, recitava lo slogan del festival su magliette e spillette: ribellione al mondo stabilito della violenza, alla credenza che solo con le armi si risolvono le controversie internazionali, ribellione alla dittatura finanziaria, all’arroganza del potere, alla negazione di uguali diritti e dignità per ogni essere umano.
Si era aperto venerdì 31 Maggio con una bellissima mattinata caratterizzata dalle scuole e dalle giovani generazioni che le abitano: prima esponendo i lavori fatti nelle classi e poi partecipando a laboratori nelle varie sedi del festival.
Negli altri giorni si sono susseguiti gli altri circa 50 eventi (tavole rotonde, proiezioni, presentazioni, laboratori), in genere con una bella partecipazione di pubblico anche nelle ore più “difficili” ed anche quando la pioggia ha voluto metterci qualche resistenza, e complicarci l’organizzazione. Anche quest’anno oltre trenta realtà editoriali hanno appoggiato, con uno stand o inviando libri, quest’iniziativa culturale e di rilancio dell’editoria di qualità.
Tutto questo è stato reso possibile da una bella organizzazione fatta da volontari che si è mossa con ordine ed efficacia, a dimostrare che un mondo di solidarietà e di lavoro d’insieme è possibile e che può funzionare meglio di quello mosso da denaro e profitto.
Interessante il fatto che il programma, frutto di un complesso meccanismo di auto-proposizione e di accordo fosse a detta di tutti di grande qualità e abbia suscitato grande interesse tra i partecipanti.
Nonostante da un calcolo approssimativo si possa dire che nei tre giorni sono passate alcune migliaia di persone, produce un po’ di rammarico non aver visto, rispetto alle precedenti edizioni, un aumento consistente dei partecipanti; una spiegazione può essere le molte concomitanze che hanno portato le persone interessate da un’altra parte ma, innegabilmente, speravamo in una maggiore partecipazione e ci dobbiamo interrogare su come far arrivare il nostro messaggio a più persone e come far capire a tutti che esistono alternative a quello che il sistema attuale ci propina.
Nelle numerose chiacchierate che si sono susseguite si sono anche consolidate le possibilità che, oltre ai già fissati appuntamenti locali in Valdarno a Luglio e a Firenze a Settembre, ci siano sul punto di organizzarsi altre edizioni locali di questo festival che aspira a diventare un festival diffuso sul territorio.
Esiste infine una sensazione intangibile che abbiamo condiviso in tanti: quella di trovarsi per qualche giorno, in un mondo diverso dal solito, un mondo più vicino a quello a cui aspiriamo e che ci pare tanto necessario in quest’epoca di crisi senza senso in cui la paura della catastrofe riempie i cuori di tante persone: per tre giorni i nostri cuori si sono riempiti, invece, dell’affetto degli altri, dei loro sguardi, della voglia di comprendersi, della forza della nonviolenza, dell’utopia dei progetti rivoluzionari di cambiamento.

L'articolo è ripreso da Pressenza


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