Il festival della Malanotte regge, tiene bene e tiene accesa una fiammella, quella che Maurizio Favaro ha evocato nella sua breve allocuzione, il sabato mattina, in occasione della “tavola rotonda” attorno alla quale Giuseppe Moscati ha colloquiato con i quattro artisti presenti al festival: Angelo Maddalena, Ivan Dell’Edera, Antonio Carletti e Paolo Gerballa sul tema Memoria & Utopia.

Anche Maurizio, che ha presentato nel sabato pomeriggio il suo libro Cuentos, tredici racconti di chi, oltre a essere l’oste (nel duplice senso di chi versa il vino e di chi ospita) del camping Eden, è stato coinvolto in un un breve ritaglio di tempo tra la preparazione di un caffè e l’accoglienza di un camper. Diceva, Maurizio, che il pensiero calcolante, che spesso attanaglia il nostro immaginario, ci fa giudicare la riuscita di un incontro pubblico dal numero dei partecipanti, ma l’importante è tenere accesa una fiammella; ed è quella fiammella che non si spegne neanche se ci fosse stato un acquazzone, sia perché al riparo sotto la pergola del camping, sia perché, al limite, ci si poteva mettere dentro la sala dove si trova il bar e dove spesso, d’inverno, ci si ritrova in venti o anche trenta persone per mangiare, bere, cantare e leggere libri da poco pubblicati. Ma soprattutto perché la povertà volontaria alla lunga paga sempre, l’assenza o quasi di lacci tecnico-burocratici, quegli stessi lacci che spesso fanno rinviare o annullare la data di un concerto perché l’allerta meteo lo sconsiglia, e poi invece c’è il sole.

Così è capitato a Foligno per il concerto degli Aracne mediterrane il 14 agosto del 2022, ma è capitato anche a due passi dal camping Eden, il 18 e 19 agosto, per un festival di musica rinomato: una delle due date è stata cancellata per previsioni di maltempo. Angelo Maddalena lo dice in apertura del festival, il venerdì pomeriggio, 30 agosto, alle 17,30, prima di introdurre Talatou Clementine Pacmogda, scrittrice burkinabè che ha aperto il festival con la presentazione del suo libro Wendyam, la volontà di Dio. Giovanni Bonicelli, produttore e regista “rosselliniano”, alla fine del festival ha riconosciuto che “la testimonianza della Malanotte è al passo coi tempi”, e si è appoggiato alle constatazioni di Elisabeth, una giornalista e sua amica che lavora per Variety, una rivista di cinema di Hollywood, che spiega la crisi delle grandi case di produzione cinetelevisive hollywoodiane, che devono fronteggiare il mercato Daret to consumer (D2C).

Se ne deduca che la tua testimonianza di autoproduzione, dal produttore al consumatore, è azzeccata”. Non a caso Bonicelli cita la produzione cinematografica, perché il venerdì sera, dopo cena, è stato proiettato il primo film autoprodotto di Antonio Carletti, Il silenzio della violenza (che è anche un libro che contiene il film, non solo la sceneggiatura ma anche il qrcode per scaricare il film, oltre a foto di backstage e disegni di Gabriele Genova). Ma non è solo un fatto di “daret to consumer”; come ha fatto notare qualcuno dei partecipanti, citando Jerry Saltz: “E’ un lavoro incessante di artisti come quelli qui presenti, che costruiscono nel tempo una rete di sostegno dal basso e anche se poveri e poco visibili, mantengono l’arte in costante evoluzione e uno spirito vivo, insomma, una fiammella accesa, a livello individuale e collettivo”. Una linea sottile è partita dalla suggestione di Giuseppe Moscati, il sabato mattina, che ha invitato a stare attenti ai pacifisti della domenica, alla sostenibilità ambientale di superficie, e ha continuato nelle letture fuori programma e nelle suggestioni di Angelo che, nell’incontro con Luigino Ciotti della domenica mattina, ha citato Paolo Dall’Oglio, don Tonino Bello e altri testimoni di pace con il corpo e con la vita (e la morte di croce, nel caso di Dall’Oglio?), così come Frei Betto, di cui ha parlato ampiamente Luigino Ciotti, organizzatore, tra le altre cose, dell’incontro con Frei Betto alla Cittadella della Pro Civitate Christiana di Assisi, nel 2019.

Il filo rosso ha retto fino alla fine, o comunque fino al pomeriggio della domenica, quando Angelo ha proposto a Margherita, una giovane partecipante al festival, di leggere una testimonianza di una volontaria internazionale che nei giorni scorsi si trovava in Cisgiordania. La lettura era stata inviata ad Angelo da Sara Ongaro, antropologa e amica della Malanotte. Il concerto di Paolo Gerbella ha confermato lo stile della Malanotte, uno stile che ha fatto esclamare a Leonardo, uno dei partecipanti: “Era da tempo che non vedevo un incontro con un cantautore in un clima così raccolto in cui si sente la gioia di stare insieme, come cinquant’anni fa”. Sì perché, ancora una volta, come nella prima edizione, gli impianti di amplificazione sono stati “esclusi”, e il risultato è stato che Gerbella ha invitato ad avvicinarsi come se si stesse a raccontarsi una storia nelle aie e attorno ai focolari, e non è nostalgia sterile, ma ancora una volta consapevolezza di poter andare oltre la tecnica totalizzante che alla lunga rischia di immobilizzarci e allontanarci.

Ivan Dell’Edera ha fatto il suo concerto spostando il palco scenico in un lato della veranda, per motivi di acustica, e la platea poteva guardare il tramonto sul lago, guardando alla sua sinistra. Angelo Maddalena, stremato da mesi di organizzazione e da tre giorni intensi, è riuscito a chiudere con il monologo teatrale “Tonino Miccichè sarai ricordato”, che dà senso al tema Memoria &Utopia, nell’avvicinarsi del cinquantesimo annivarsario della morte di croce di Tonino, avvenuta a Torino, il 17 aprile 1975. Un enorme grazie va a Matteo Zaki, cuoco e tuttofare del camping eden Park, oltre che a Maurizio Favaro, colonna portante di questo piccolo grande centro culturale in cui si mantiene accesa la fiammella, in riva a un lago che si asciuga e in un fine agosto che diventa settembre. Una delle letture fuori programma che Angelo ha condiviso con i partecipanti, è stata quella inviata da Elena Nisbet, un’altra amica della Malanotte, da Vallecrosia:
“Semina, semina: l’importante è seminare
poco, molto, tuttofareil grano della speranza
semina le tue energie per affrontare le battaglie
semina il tuo coraggio per risollevare quello altrui
semina il tuo entusiasmo, la tua fede, il tuo amoare.
Semina le più piccole cose, i nonnulla
semina e abbi fiducia, ogni chicco arricchirà un piccolo angolo della terra”, il testo è di don Ottaviano Menato.


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