Noi non violenti siamo interessati al massimo sistema della politica, quello mondiale, non per interesse intellettuale, ma per avere un ruolo in essa, pur essendo noi una parte infinitesima di quel sistema. Ma per aver un ruolo politico collettivo occorre avere una analisi della situazione politica (a meno di una creatività che appartiene solo a degli illuminati). Solo avendo una analisi si possono scegliere degli obiettivi precisi e una strategia per raggiungerli.
Oggi viviamo in un tempo che dal 1989 ha dichiarato “la fine delle ideologie”, sia quella liberale classica sia quella socialista-marxista. Ma, in effetti, questo tempo è anche quello della nascita di una piena coscienza politica, perché per la prima volta c’è un gruppo, i non violenti, che non sono più abbacinati dalle guerre, non le considerano più delle volontà di Dio per far crescere l’umanità, perché, come ha mostrato Tolstoj in Guerra e Pace, i loro esiti sono in gran parte casuali (ora lo si dimostra anche matematicamente!).
In particolare, noi non violenti siamo eredi di una chiara analisi della situazione politica mondiale, iniziata da Gandhi e proseguita da Lanza del Vasto (LdV). L’analisi di Gandhi ha posto con forza il problema del colonialismo come il primo problema di giustizia tra i popoli; e ha proposto l’alternativa allo Stato occidentale: una federazione di villaggi-comunità (Gandhi 1909). Essendo riuscito a coinvolgere il popolo indiano (il 10% dell’umanità del tempo), nel 1947 ha risolto il problema dell’indipendenza nazionale dell’India; e con questo evento ha aperto la strada alla fine del colonialismo nella storia, fine che è avvenuta di seguito, nel giro di quarant’anni.
LdV ha posto come primo problema la sopravvivenza dell’umanità messa davanti alla minaccia della guerra nucleare tra le due superpotenze del suo tempo (USA e URSS) che erano guidate da due ideologie che da un secolo erano esclusiviste ed erano armate della bomba nuleare. Sulla base di Apocalisse 13 egli ha condannato questa bomba come il male strutturale più grande possibile ed ha mostrato che le loro ideologie erano false (QF 1959, cap v, 1-24); come alternativa ha proposto la comunità gandhiana anche nel mondo occidentale, qualificandola come un nuovo modello di sviluppo tra quattro possibili (chiamati da lui: sovranità; QF 1959, cap. iv, par. 60).
La sua analisi politica è stata confermata clamorosamente dalle rivoluzioni non violente avvenute nel 1989 e subito dopo. Facendo crollare una superpotenza (URSS) quelle rivoluzioni hanno posto fine alla minaccia della distruzione nucleare dell’umanità ed hanno ridimensionato la ideologia socialista-marxista, così tanto che essa oggi non attrae più i popoli.
Ma, a incominciare da quello indiano, i popoli che hanno compiuto rivoluzioni non violente non hanno saputo ricostruire lo Stato in modo nuovo (anche se Gandhi l’aveva indicato). Per cui tutto il mondo è rimasto sotto la struttura militare, giuridica ed economica dell’unica superpotenza rimasta, gli USA. L’Europa, che le rivoluzioni non violente dei popoli dell’Est avevano miracolosamente salvato dalla prospettiva di 200 milioni di morti al primo colpo nucleare, non solo non è stata riconoscente verso la politica non violenta dei suoi popoli che in casa sua avevano manifestato la forza di quella politica, ma ha scelto cinicamente di competere con la superpotenza USA nella politica di dominio sull’umanità e per questo scopo fondarsi sul verticismo burocratico che ha preso decisoni autoritarie: mantenimento delle armi nucleari di Francia e Inghilterra; la Grande Germania; la creazione dell’euro come moneta concorrenziale al dollaro; l’estensione del patto militare NATO ai popoli ex-comunisti per soggiogare la Russia; l’economia di dominio sulle risorse naturali del mondo; la politica neo-coloniale in Africa. Da parte sua, la superpotenza USA, che ha attribuito il merito della fine della Guerra Fredda alla sua potenza militare, ha lanciato la globalizzazione come dominio economico del mondo e come dominio della natura; e, pur non essendoci più avversari militari, dopo qualche anno di dubbi ha scelto di nuovo come sua prima politica la guerra a qualcuno (ora al terrorismo).
Intanto la piccola minoranza dei non violenti nel mondo è rimasta divisa da diverse definizioni di che cosa è non violenza, nonostante i grandi avanzamenti intellettuali di Johan Galtung sulla pace e sulla non violenza strutturale. Ha prevalso la distinzione di Gene Sharp: in opposizione alla non violenza da lui detta “di principio”, la non violenza “pragmatica”; che egli ha finalizzato a combattere le dittature nel mondo; cioè un insieme di tecniche non violente da ripetere ostinatamente secondo una strategia che viene scelta dai capi, alla luce di una analisi politica nazionale basata sul vago concetto di “centri di potere”. Quindi senza una spiritualità e senza una analisi politica delle strutture della società internazionale.
Pertanto, la gran parte dei non violenti, senza una definizione comune di non violenza e senza una analisi strutturale della realtà, è caduta o nell’oggettività delle tecniche da usare al momento opportuno o nel soggettivismo (spiritualità senza attenzione al sociale). L’alternativa strutturale della comunità e del modello di sviluppo non violento è diventata una opzione facoltativa e si è allontanata dal loro orizzonte.
Ma sul dopo 1989 sia Gandhi che LdV e anche Galtung hanno lanciato delle profezie. Gandhi ha scritto (Gandhi 1909, fine cap. 9) che bastava saper aspettare per vedere la fine della civiltà occidentale. LdV ha dedicato un lungo discorso alla “tragedia dell’eroe occidentale” a causa del suo fatalismo attivo, cioè il suo impegnarsi incoscientemente ad autodistruggersi, così come ha fatto Edipo secondo il mito originario della civiltà occidentale (QF 1959, cap. v, parr. 18-24). Galtung (che nel 1970 aveva previsto la fine dell’URSS entro dieci anni) nel 2002 ha previsto, sulla base di una decina di parametri socio-economici-politici, “la caduta dell’impero USA” entro il 2025 (Galtung 2006). Di fatto questa superpotenza USA, che per dominare il mondo, basa la sua politica internazionale sulle guerre, dal 1970 ha perso tutte le guerre che essa stessa aveva lanciato, fino alla disastrosa sconfitta del 2021 in Afganistan (il Paese che è stato la tomba di tutti gli imperi della storia). Dopo il 1989 gli USA e l’Europa, per voler mantenere la Russia in una soggezione umiliante, hanno allargato al massimo la NATO (che è un patto militare falsamente difensivo), provocando una reazione purtroppo bellica della Russia. Ma oggi, mentre l’Europa ciecamente insiste a volere una vittoria a qualsiasi costo, la loro tracotanza militare si è ritorta su di loro: la Russia è stata capace di superare le sanzioni economiche e vincere in Ucraina. Inoltre gli USA hanno dato bombe a volontà ad Israele (suo gendarme sul petrolio del Medio Oriente), per compiere un vile massacro della popolazione di Gaza; il quale massacro però ha dimostrato al mondo che i sionisti israeliani hanno la religione non di Abramo, ma quella di Lamech: una vendetta settanta volte sette (Genesi 4, 24) e così si sono estraniati dal consesso dei popoli legati al progresso del diritto internazionale (in particolare l’ONU).
Oggi costatiamo che la profezia dei non violenti si sta avverando. E’ mezzo secolo che l’eroe occidentale si fa del male disastroso da solo. Ma intanto, siccome lui non accetta di venire a patti con la realtà, sta facendo sconquassi terribili nel mondo, mentre i popoli sembrano impotenti a frenarne la furia.
Senza farci abbacinare dalla sua furia, chiediamoci: ma quel suo fatalismo da dove gli viene? Anche su questo punto valgono le analisi di Gandhi e LdV. L’eroe occidentale è affascinato dalla sua grande costruzione intellettuale, superiore a qualsiasi altra costruzione sociale nella storia: la macchina, o meglio la Scienza e la Tecnica (S&T), fino a farne un feticcio politico. Per obbedire ai voleri di questo feticcio, cioè al suo sviluppo autonomo imprevedibile, l’Occidente ha imposto alla società di seguirne lo sviluppo a qualsiasi costo umano. In effetti, quando negli anni ‘90 gli USA hanno scelto di mantenersi come superpotenza, che ora da sola domina tutto il mondo, hanno creduto di poterlo fare perché hanno avuto la massima fiducia che il progresso di S&T desse loro sia un progresso militare superiore, tale da credere di vincere le guerre contro tutti i possibili nemici; sia un progresso economico, che, senza più barriere ideologiche, coprisse tutto il mercato mondiale (globalizzazione); sia un progresso culturale che in quel tempo si è basato su una micidiale accelerazione della S&T: dal progresso esterno alla persona (telefono, radio,automobile, aereo, TV) S&T sono passate a quello interno alla persona (computer, internet, droghe artificiali, fecondazione di tutti i tipi, trasformazione del sesso, clonazione, ibridi genetici, ecc.); tanto da imporre una subitanea trasformazione antropologica che ha sconvolto profondamente anche la tradizionale vita spirituale.
E’ questo il “tempo della persecuzione” dei non violenti, che LdV aveva previsto (AAVV 1978, Costituzioni, “Dei tempi difficili”).
Allora oggi, quando si è avverata la profezia di Apocalisse 13 (illustrata da LdV QF §§. 19-28: il mondo è dominato da due Bestie che si fanno adorare), che fare?
Come prima risposta, quella personale. LdV suggeriva: “Certo, la vita sociale spesso ci intrappola in un progresso che spesso non ammette alternative. Ma, voi NON CREDETECI!” Cioè non fate come chi ha S&T come feticcio della propria vita.
A livello comunitario, la risposta è già stata suggerita, sperimentata e provata: la comunità gandhiana e quella dell’Arca.
A livello nazionale, già si è detto che i popoli dell’Est Europa (e il centinaio di popoli che nel secolo scorso) si sono liberati con rivoluzioni non violente non sono stati capaci di cambiare su due piedi il tipo di Stato (nel passato i comunisti ci nno provato fondando in fretta l’URSS, ma sono caduti in dittature cieche). Per crescere politicamente dalle comunità ad uno Stato ci vuole tempo, grande impegno e grande inventiva.
E a livello internazionale? La tracotanza di USA e dell’Europa per reazione hanno accelerato un’alternativa, i BRICS. Saranno essi capaci di ridimensionare drasticamente gli USA così da far finire la agonia dell’eroe occidentale? Avremo la capacità di riformare l’ONU in uno organismo efficace e sapiente?
Ma soprattutto, dopo la civiltà occidentale, che cosa? Nel suo libro Galtung è ottimista, prevede una nuova, migliore civiltà. Perché chiaramente la posta in gioco è costruire una civiltà che non sia più quella di un solo continente (prima l’Europa, poi l’America), ma mondiale, nella quale cioè tutti i popoli ci si possano ritrovare senza essere schiacciati da scale gerarchiche di potere (ad es. tra quelli che hanno la bomba nucleare e quelli che non l’hanno) e nella quale tutti i popoli possano contribuire alle decisioni fondamentali senza divisioni razziste, culturali e religiose. Questo è il policentrismo politico mondiale, quello tipico dei nonviolenti, perché essi non vogliono prevalere sui diversi, ma concordare con loro una politica comune.
La nascita di questa civiltà è imminente perché l’attuale sostegno della civiltà occidentale, il feticismo mondiale per S&T sta per crollare; perché questa è la scoperta del nostro tempo: esse hanno un’alternativa al loro interno! Già lo si è visto negli anni ’70 con la programmazione delle produzione nazionale dell’energia: contro quella basata sulla fisica nucleare che porta a produrre la energia nucleare, è nata quella basata sulla fisica termodinamica, che porta a usare le energie dolci (solare, eolica, biomasse, ecc.). Inoltre negli anni ’80 alla organizzazione della difesa nazionale basata sulle bombe nucleari, è stata contrapposta (teoricamente e nei fatti) la organizzazione della difesa popolare non violenta, basata sulla solidarietà sapiente politicamente. Infine, anche la scienza pura si è spaccata tra quella dominante (che però la scuola perpetua) e quella alternativa di 1) logiche non classiche, 2) matematica costruttiva e dei computer, 3) termodinamica, relatività ristretta e teoria quantistica algebrica; ecc..
In conclusione, quale ruolo politico può avere l’Arca oggi nella politica internazionale? 1) Prima di tutto ritrovare la fonte di una propria spiritualità secondo la saggezza millenaria dei testi sacri; 2) Denunciare il feticismo di S&T. 3) Rafforzare la sua politica di formare comunità (dell’Arca), cioè le cellule del nuovo modello di sviluppo non violento. 4) Diffondere le analisi non violente della realtà politica attuale; quindi tradurre i testi di 100 (Gandhi) o 60 anni fa (LdV) in sintesi semplici, facilmente divulgabili. 5) Studiare la realtà odierna di una nascente civiltà mondiale per ricavarne nuove sintesi che aggiornino e dettaglino quelle del passato; infatti, nella vita politica sociale c’è da compiere una lotta intellettuale che non è di minore importanza di quella politica, perché la precostituisce; quindi anche una comunità agricola deve compiere sue elaborazioni teoriche; oltre al lavoro manuale, il canto e le danze, ci vuole anche lo studio. 6) Preparare il futuro Stato non violento con istituzioni che siano intermedie tra comunità e organizzazione nazionale e che siano autogestite (scuole, cooperative, mercatini, servizio civile, ecc.). 7) Compiere azioni esemplari per suscitare o accompagnare movimenti (come il digiuno collettivo di una settimana all’ONU a New York che alcuni dell’Arca hanno organizzato contro la guerra USA all’Irak nel febbraio 2003).
Referenze:
M.K. Gandhi: Hindi Swaraji, Amhedabad, 1909, stampato alla macchia (ed. italiana: Movimento Nonviolento, Verona, 1980 e Ed. Gandhi, Pisa, 2009).
Lanza del Vasto: I quattro Flagelli, SEI, Torino, 1996. (QF)
Lanza del Vasto: L’Arca aveva una vigna per vela, Jaca book, Milano, 1978. (AAVV)
Johan Galtung: The Fall of U.S. Empire. And Then What?, Transcend University Press, 2