Fermiamo il genocidio!
A seguito della lettera diffusa dai docenti del Liceo Galfer di Torino "Rompiamo il silenzio su Gaza!", docenti, studenti, genitori di numerose scuole torinesi si sono riuniti in assemblea il 28 maggio 2025 per dire “Basta! Fermiamo il genocidio”. Oggi, 5 giugno 2025, portiamo in piazza la richiesta, condivisa per acclamazione, al governo italiano di rompere subito le relazioni diplomatiche, economiche e politiche con Israele.
È necessario anche ritirare l’ambasciatore italiano a Tel Aviv e non rinnovare l’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele che scade l’8 giugno, come affermato nella diffida al governo di dieci giuristi democratici. Ogni giorno che passa la situazione a Gaza sta diventando più grave.
Crepe sempre più grandi si aprono nella cortina di disinformazione, censura, mistificazione che ha dominato gli ultimi trenta mesi: tutto il mondo assiste sgomento a quello che è ormai chiaro a tutti essere un vero e proprio genocidio, che non ha nulla a che vedere con la reazione agli attentati di Hamas.
E invece il governo israeliano ordina al suo esercito di distruggere ospedali, i centri di distribuzione di aiuti, di colpire i bambini con i cecchini, di bombardare centinaia di migliaia di famiglie che sono tornate a piantare una tenda accanto alla loro casa distrutta da bombardamenti precedenti.
La cortina di manipolazione mostra le sue crepe e molte dichiarazioni indignate cominciano a sentirsi anche da esponenti politici di primo piano, a livello italiano e internazionale.
Ma al di là delle parole, come imporre che questo massacro cessi immediatamente, che Israele si fermi, che le condizioni per riprendere la discussione le trattative su una pace giusta e duratura in Palestina e sulla fine dell’occupazione vengano ristabilite?
C’è una strada che deve essere percorsa se si vuole sinceramente la fine del genocidio, dell’occupazione e dell’apartheid: la chiusura di qualunque relazione politica, diplomatica ed economica con Israele fino a quando gli attacchi a Gaza e alla Cisgiordania non termineranno. Il massacro sionista non potrebbe continuare un istante senza i soldi dei governi occidentali e senza le relazioni politiche ed economiche che invece si mantengono.
Ci rivolgiamo al governo italiano e a tutte le forze politiche dell’opposizione, ai sindacati, alle associazioni democratiche: esistono certamente differenze di analisi, di idee, di prospettive per il futuro della Palestina, ma in questo momento dire “Basta!” vuol dire mobilitare concretamente per costringere i governi a rompere con Israele.
Manifestazioni sono state convocate “per Gaza”, per fermare i bombardamenti e addirittura per dire “basta alle ambiguità”. Intenzioni più che giuste, ma la strada perché diventino concrete è quella della rottura di tutte le relazioni, fino alla fine degli attacchi di Israele. Solo così si potrà aprire una prospettiva e con essa la discussione su un futuro di pace per i popoli che vivono in Palestina.
Infine, come docenti siamo dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite (marzo 2025), alla distruzione o danneggiamento di oltre l’80% delle scuole di Gaza e di tutte le università della regione. Un’intera generazione di studenti è impossibilitata a proseguire gli studi. Biblioteche, musei, archivi, librerie, edifici storici sono stati ridotti in macerie. Il patrimonio storico e culturale palestinese è stato sistematicamente annientato perché rappresentava un elemento di forza e di vitalità del popolo della Palestina. Pertanto, come docenti, ci impegniamo, per l’anno scolastico 2025/26, a promuovere iniziative didattiche e culturali rivolte a diffondere la conoscenza, valorizzazione e tutela della cultura palestinese e a decostruire i processi di colonizzazione fin dalle loro origini per restituire alla storia le popolazioni che lo “scambio ineguale” imposto dall’Occidente coloniale ha privato di autodeterminazione, di risorse, di una vita degna e persino, come ha appunto affermato Valditara, della propria storia.
La scuola per la pace Torino e Piemonte, 5 giugno 2025
Fuori la guerra dalla storia!
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