Dietro ogni persona c’è una storia, spesso carica di sofferenze, soprattutto da parte di persone da poco arrivate qui. Se qualcuno con sincera attenzione ponesse loro anche una sola domanda per ascoltarle, ne uscirebbero fiumi di lacrime con lunghi racconti di torture e violenze di ogni tipo che gran parte di coloro che sono arrivati da noi in questi tempi ha dovuto subire anche nel viaggio, oltre che nel Paese d’origine.

La gente che conduce nel nostro territorio una vita normale non conosce, ad esempio, le gravissime ingiustizie che subiscono donne e uomini che non hanno la possibilità di un’assistenza legale, che sono stati anni e anni in carcere ingiustamente, e da cui solo in pochi sono riusciti a uscire. Molti richiedenti asilo provengono da queste situazioni. Si aggiunge ora la violenza psicologica in questo clima avvelenato di campagna elettorale, dove i nuovi arrivati si sentono guardati e nominati come motivo di pericolo per questa società dove vorrebbero integrarsi. Viviamo una gravissima contraddizione: chi meriterebbe di essere accolto e sostenuto con dignità e umanità, viene respinto da una parte della popolazione che si rifiuta di pensare e di cercare di capire il perché arrivano, la radice del problema. Inoltre ci si abitua purtroppo qui a guardare i numeri e non i volti delle persone. Ma anche guardando i numeri si può constatare come nei paesi limitrofi a quelli da cui fuggono, sono ospitati nei campi profughi molti più rifugiati che non in Europa. Secondo dati ufficiali infatti, più del 75 % di quelli che fuggono rimangono nei paesi confinanti. È facile parlare per alcuni dei nostri politici che sembrano avere grande seguito, e mettere nei loro programmi gridati sulle piazze la chiusura delle frontiere. Se avessero un po’ di dignità ed umanità, smetterebbero di parlare ed incitare all’odio e al sospetto la pubblica opinione. Loro non hanno mai visto uccidere i figli sotto i propri occhi, non immaginano come bambini e ragazzi possano vedere i propri genitori uccisi. So per esperienza che superare questo dolore non è così semplice, te lo porti per anni e anni. Non hanno mai visto la moglie o il marito o i figli morire nel deserto o in mare, e tu lì vicino senza poterli aiutare. Non hanno mai visto le loro case distrutte, trovarsi a scappare con i bambini senza potersi portare niente e subire l’umiliazione di non potere dare il cibo ai piccoli che lo richiedono. Chi ascolta e segue i politici che vogliano indicare negli immigrati i capri espiatori di una società con tanti problemi, dovrebbe riflettere, non lasciarsi ingannare e non lasciarsi togliere il cuore e la mente. So che in Italia gli atteggiamenti sono diversi, ho conosciuto tanta gente sensibile che non è in piazza a gridare o ad applaudire chi semina odio. Il mio augurio è che le persone votino con intelligenza.

 

Pubblicato in Alto Adige il  28.02.2018


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