L'11 dicembre 2017 si è svolta a Roma, nella sala della Confederazione Italiana degli Agricoltori intitolata a Giuseppe Allovio, l'interessante convegno dal titolo "Le risorse naturali del Sahara occidentale e gli accordi commerciali dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea". 

Erano presenti gli ambasciatori a Roma della Nigeria, dell'Algeria, di Cuba e del Kenya, molti altri rappresentanti di Stati africani avevano inviato la loro adesione, anche se impossibilitati a essere presenti. Ha introdotto i lavori il Sen. Luis Alberto Orellana, membro Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa, chiarendo la situazione del Sahara occidentale nel quadro del diritto internazionale. I lavori sono iniziati con la relazione di Gilles Devers, Avvocato del Fronte Polisario,. Nonostante la presenza di un nutritissimo pull di avvocati rappresentanti la UE, il Marocco, la Francia e la Spagna con sentenza del 21/12 2016 la Corte di giustizia europea ha riconosciuto il Sahara occidentale come un territorio “separato e distinto” dal Marocco e di conseguenza non validi, per quel territorio, gli accordi commerciali stipulati dal Marocco con l'Unione Europea e gli Stati membri. Occorre invece che gli accordi riguardanti le enormi risorse naturali del territorio siano negoziati con il Fronte Polisario e i loro profitti vadano a vantaggio della popolazione sahrawi. Il giudizio della corte è stato netto, nessun accordo fino alla realizzazione del referendum appoggiato dall'NU per l'autodeterminazione del popolo sahrawi e impedito dal regno del Marocco. Dopo di lui Emhamed Khadad, Coordinatore Saharawi con la MINURSO ha ribadito l'importanza della sentenza che apre un nuovo campo di azione legale e diplomatica. Erik Hagen, Coordinatore Western Sahara Resource Watch ho illustrato l'impegno di informazione e di monitoraggio delle rotte delle risorse del WS della ONG che rappresenta. Alcune azioni legali di fermo delle navi cariche di fosfati sono state già intraprese. Ha invitato tutti a collaborare. Nella rete delle associazioni di solidarietà al popolo sahrawi sta iniziando una caccia al prodotto non etichettato come proveniente da WS, scoprendo soprattutto pesce lavorato e venduto in molti supermercati Italiani, da marchi famosi. A tal proposito l'eurodeputato Sergio Cofferati ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea (E-007241/2017), con richiesta di risposta scritta.
Il pubblico ha potuto ascoltare la testimonianza di una donna coraggiosa di 60 anni, Soukeina Yedehlu, abitante nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco, incarcerata e torturata per quindici anni per essersi dichiarata Sahrawi.
Le conclusioni sono state affidate al Sen. Stefano Vaccari, Presidente dell' Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Sahrawi.
Inizia per tutti coloro che appoggiano la r-esistenza coraggiosa e non violenta del popolo sahrawi perseguitato nel suo territorio e confinato da quarant'anni nei campi profughi in territorio algerino un impegno ancora più stringente per affermare il loro diritto alla vita e il rispetto del diritto dei popoli.

 


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