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I negoziati multilaterali di quest'anno per un divieto giuridicamente vincolante sulle armi nucleari rispondono a un crescente consenso sul fatto che il divieto di tali armi è essenziale al quadro normativo che occorre per raggiungere per mantenere un mondo libero dalle armi nucleari.

È uscita la nuova edizione del libro di Francesco Comina, "L’uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser, un eroe solitario" (Il Margine, Trento 2017, 192 pp. + 16 ill. col., euro 15) sul nuovo beato della Chiesa, l’antinazista Josef Mayr-Nusser,  giovane sudtirolese, padre di famiglia, che il 4 ottobre del 1944 rifiutò il giuramento alle SS con queste parole: «Se nessuno avrà mai il coraggio di rifiutare il nazionalsocialismo, questo sistema non finirà mai».

41bis, ergastolo e semilibertà in Italia: un’intervista a chi ci è passato

Intervista a Carmelo Musumeci a cura di Leon Benz*

 

In carcere da 25 anni e dopo un’esperienza al 41bis, a Carmelo Musumeci è stata concessa la semilibertà.

Nel 1991, l’allora 36enne Carmelo Musumeci è stato arrestato con l’accusa di omicidio e di essere organizzatore di un’associazione mafiosa che si occupava di bische, delitti contro il patrimonio e spaccio di cocaina. Un anno dopo, è arrivata la sentenza definitiva che lo ha condannato all’ergastolo.

 

Ancora vittime. Ancora orrore, morte e cancellazione di vite umane, tra cui molti bambini a Idlib, in Siria.

Tutte le mattine quando esco dal carcere accarezzo subito con lo sguardo ogni cosa che i miei occhi riescono a vedere. La prima cosa che faccio è alzare la testa e osservare intensamente il cielo, come se fosse una bella donna. Poi mi metto in viaggio per raggiungere la struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, dove ora continuo a scontare la mia pena, ma in modo utile, aiutando bambini e adulti disabili.

Questo post fa parte di un blog, Ban breve, una serie di aggiornamenti sulle storiche trattative 2017 per creare un trattato che bandisca le armi nucleari. Ban Breve è stato scritto da Tim Wright
Traduzione a cura di Michela Ferraro

È trascorso quasi mezzo secolo da quando i governi hanno concluso il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT). Oggi, la maggior parte dei 190 Stati membri sarebbero anche d’accordo sul fatto che è stato fatto troppo poco per la realizzazione dell’obiettivo principale prefissato, cioè un mondo libero dalle armi nucleari.

Dunque Rex Tillerson, ministro degli Esteri statunitense, ha scelto Sant’Anna di Stazzema per legittimare il recente lancio di missili in Siria e annunciare futuri interventi militari. “Noi vogliamo rispondere a quanti colpiscono gli innocenti in qualunque parte del mondo”, ha detto il Segretario di Stato, due giorni dopo l’attacco missilistico alla Siria e tre giorni prima del lancio della ‘madre di tutte le bombe’ in Afghanistan. Parole che fanno tremare perché corrispondono – appunto – a bombardamenti, esplosioni, lanci di missili: azioni di morte compiute in nome di “innocenti” ma che colpiscono – immancabilmente – altri ‘innocenti’”.

Stanley Hauerwas: i protestanti hanno vinto la riforma di Lutero. Allora perché siamo ancora qui? Washington Post, 27 ott. 2017.

Mentre scrivo questo articolo l’attenzione è puntata sulla conferenza per il disarmo nucleare che comincerà il 27 marzo 2017 a New York. Una conferenza che punta ad avviare i negoziati per mettere al bando le armi nucleari.

Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina dove vi lavora dal 2001 (https://diversidadenmovimiento.wordpress.com/)

A 15 anni dall’entrata in vigore del Protocollo opzionale alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (2002), si celebra il 12 febbraio 2017 la giornata internazionale contro l’utilizzo dei minori in guerra. Ricorrenza funestata dai drammatici dati diffusi dalle Nazioni Unite: nel 2015 sono stati almeno 250 mila i ragazzini impiegati da eserciti regolari o irregolari come soldati, cuochi, facchini e schiavi sessuali.

Si arrampicano sul muretto, si intrufolano tra le maglie squarciate della recinzione, scavalcano e camminano in equilibrio sul cordolo per qualche metro. Saltano dall'altra parte e camminano in fila indiana, inerpicandosi sui sentieri di terra rossa e fangosa, tra sterpaglie, pietre, case della gente del luogo e cani randagi. E vanno verso il paese, molti in infradito e ciabatte di pezza, in attesa di.