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Fratel MichaelDavide, Le Chiavi di casa. Appunti tra un Sinodo e l’altro, ed. la meridiana, 2015

Nemo, il capitano del ‘Nautilus’nel romanzo di Giulio Verne, è il nome che la famiglia Macron ha dato al cane dell’Eliseo. Senza cercarlo, il cane in questione, ha avuto più fortuna che i migranti che attraversano il deserto, il mare e i fili spinati per raggiungere l’eldorado europeo. Certo era munito dei documenti richiesti dallo statista francese. Si presentava come un richiedente asilo, in attesa di esere adottato da qualche padrone e gioire di un alloggio degno della sua razza...

 Cinque tesi una conclusione e una postilla più drammatica

Quello che segue è il testo della relazione tenuta da Raniero La Valle il 25 agosto 2017 ad Assisi nel quadro del Convegno sul tema: “Come dare futuro alla svolta profetica di Francesco”

Papa Giovanni XXIII: Ramonda (Apg23), una forzatura farlo diventare Patrono dell'Esercito

L’istituzione di un “tavolo tecnico per la messa in sicurezza e la sistemazione dell’assetto idrogeologico del torrente Trapani”. L’ennesima suggestiva narrazione dell’amministrazione comunale a guida Renato Accorinti per occultare il saccheggio senza fine del territorio, madrine ancora una volta le imprese in mano ai soliti noti. Un comunicato stampa del Comune, pubblicato il 5 gennaio 2017, formalizzava l’accordo tra l’assessore alle Politiche del territorio, l’ingegnere Sergio De Cola e un paio di società costruttrici per “individuare possibili soluzioni e ristabilire condizioni di sicurezza della collina e delle abitazioni realizzate in questa parte della città”.

Che san Maurizio martire – divenuto cristiano e quindi obiettore di coscienza all'esercito, ucciso da quell'esercito in cui non voleva più prestare servizio – sia patrono degli alpini, lo sapevamo.
Che san Giovanni XXIII sia stato scandalosamente proposto – con manovre oscure, anticonciliari, e, inoltre, opposte al pensiero, allo stile, alle azioni di papa Francesco –come patrono dell’esercito italiano, lo veniamo a sapere ora. Con grande sconcerto e indignazione.

Amnesty International Italia – Movimento dei Focolari
Oxfam Italia – Rete della Pace – Rete Italiana per il Disarmo

L’appello al Presidente del Consiglio di reti ed organizzazioni italiane fa seguito al terzo voto del Parlamento Europeo a favore di un embargo delle forniture di armi all’Arabia Saudita.

Cari ragazzi,

un nuovo anno scolastico ci sta aspettando e, per affrontarlo al meglio, bisogna partire equipaggiati, come per un’escursione in montagna o un viaggio particolarmente impegnativo: scarpe comode e robuste, zaino non troppo pesante, acqua a volontà e, soprattutto, tanta energia e voglia di farcela. Per questo è importante che abbiate trascorso un’estate sì di riposo, ma ricca di incontri ed esperienze che abbiano acceso in voi nuove scintille d’interesse, che vi abbiano regalato nuova carica vitale insomma. A me è successo, e vorrei che così fosse stato anche per voi. Per offrirvi il mio benvenuto, ho scelto di condividere attraverso queste righe un’esperienza estiva che ha messo radici tra i miei pensieri e riflessioni, difficile, penso e allo stesso tempo spero, da sradicare. Nel vostro linguaggio, una sorta di tatuaggio permanente, disegnato ben più in profondità che sulla pelle.

Ho trascorso una settimana come volontaria al Campo “Io ci sto”, a Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Per raccontarvi l’esperienza, userò ed espanderò le stesse parole che hanno dato il nome al campo, le parole già dicono tutto.

Decine e decine di gabbie per topi o, forse, meglio, per cavie di quello che è il nuovo, ennesimo laboratorio sperimentale delle pratiche europee di repressione e annullamento di corpi, volti, speranze. A Messina, presso l’ex Caserma “Gasparro” di Bisconte si sono conclusi i lavori di realizzazione della maxi-baraccapoli per migranti:  soffocanti container e prefabbricati posizionati uno sull’altro, modello favelas, nessuna finestra aperta verso l’esterno affinché non si possa comunicare noia o disperazione aldilà del lager. L’ennesima vergogna dell’accoglienza negata, una ferita nella coscienza di una città che da quasi un lustro sembra non voler accorgersi della trasformazione e militarizzazione urbana in funzione anti-migranti.

Su spinta del Parlamento europeo, a Montecitorio la maggioranza propone un decreto legislativo per imporre ai sauditi un embargo commerciale. Ma lascia libera la vendita di armi al Paese che dal 2015 conduce una guerra illegittima in Yemen con oltre 10mila morti

È stata rimessa a nuovo da qualche tempo. La Posta Centrale di Niamey si trova dietro il cortile dell’Assemblea Nazionale. Si passa la sconnessa via delle Banche, il distributore Total, alcuni ristoranti che arrostiscono carne a ogni ora e la piazza della Concertazione. L’edificio ridipinto dell’Assemblea Nazionale è circondato da un muro difeso da blocchi di cemento anti-dijadisti.


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