Mosaico di pace/dicembre 2021

Extintion Rebellion è stata particolarmente in fermento per due grandi eventi che si sono svolti nello scorso autunno: la Youth COP e la PreCOP, l’incontro preparatorio alla COP26. Quali gli obiettivi delle vostre manifestazioni?
Cop sta per “Conferenza delle parti”: è un momento annuale di confronto, in cui delegazioni della comunità scientifica e degli Stati che aderiscono alla Conferenza discutono principalmente di clima globale e potenziali parametri che, se rispettati, aiuterebbero ad attenuare gli effetti del cambiamento climatico ed ecologico. La Youth Cop è una richiesta d’aiuto mista a un incentivo alla partecipazione di delegazioni di giovani provenienti da tutto il mondo.

Il punto critico di queste Conferenze, che ricordo si tengono annualmente da 26 anni, è che non producono vincoli, non hanno potere o influenza sulle politiche degli Stati che decidono di partecipare. A sei anni dagli accordi di Parigi (Cop 21) su più di 190 Paesi firmatari solamente Marocco e Gambia hanno raggiunto i parametri prestabiliti. A cinque anni di distanza, al G20, ovvero il meeting tra i 20 Paesi che inquinano maggiormente a livello globale, si è presa la decisione di fare il possibile per restare al di sotto degli 1,5 gradi centigradi, ovvero la stessa decisione presa con gli accordi di Parigi. Quindi si sta solamente posticipando un percorso progettuale inevitabile, edulcorando l’atmosfera con parole vuote.

Parliamo del vostro movimento: quando è nato e quali finalità persegue?
Extinction Rebellion nasce nel 2018 in Inghilterra. Esplode in un’ondata di mobilitazione che non si vedeva da molti anni in Occidente e porta un nuovo modo di fare attivismo. Si prova a fondere intergenerazionalità e inclusione, disobbedienza civile e percorsi di condivisione emotiva, di sostegno reciproco, di distribuzione della responsabilità. Sono tre le richieste principali che il movimento persegue: la prima è che venga dichiarata a livello nazionale l’emergenza climatica, e quindi si inizino progetti di creazione e sperimentazione di modi alternativi e sostenibili di vivere, o almeno una seria transizione energetica. La seconda è il raggiungimento dello zero netto delle emissioni entro il 2025, un obiettivo difficile ma che vuole spingere a iniziare a prendere misure: il tempo stringe e le parole non ci salveranno, serve agire ora! La terza richiesta è l’istituzione, idealmente a livello sia nazionale sia locale, di assemblee di cittadine e cittadini, una misura per potenziare una democrazia che non è capace, per conflitti di interesse, di prendere le misure necessarie per abbassare le emissioni. Chiediamo assemblee con potere deliberativo, composte da persone selezionate a campione, che, affiancate da équipe di esperti, discutono e propongono.

L’ambiente e la sua tutela è tra i temi che più vi interessano. Quali consonanze e quali relazioni vi sono tra voi e Friday for Future?
Riguardo ai Fridays direi che, sì, ci sono consonanze ma anche differenze. Soffermandoci sui punti in comune, innanzitutto direi la lotta ambientale, che portiamo avanti anche collaborando in alcune città e durante alcuni eventi. Partecipiamo sempre ai cortei e agli scioperi per il clima, detto ciò XR non organizza cortei o presidi, si distacca dalle “vecchie” modalità di attivismo a favore della disobbedienza civile non violenta. Altra differenza importante sono gli obiettivi: mentre Fff mobilita grandi masse di giovani per sensibilizzare e mettere in luce l’enorme problema della crisi climatica, XR tende a portare avanti un discorso con più sfaccettature (sociale, economica, culturale) e a raggiungere tre principali richieste (dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica, Zero netto delle emissioni entro il 2025 e l’istituzione di assemblee di cittadini con potere deliberativo).
Inoltre, in XR si porta avanti un processo di innovazione di paradigma culturale, di creazione di comunità, di mitigazione del potere attraverso varie pratiche. È un movimento inclusivo e intergenerazionale. Nonostante le differenze si prova sempre a guardare agli obiettivi in comune e a collaborare. L’unione fa la forza.

Quali sono le strategie che accompagnano le vostre convocazioni e manifestazioni? Sono tutte originali, simboliche talvolta e nuove. Certamente non violente. Nonviolenti per caso o per scelta?
La nostra strategia di azione è principalmente la disobbedienza civile non violenta, l’azione diretta. È stato dimostrato che le rivoluzioni non violente hanno avuto una maggiore possibilità di riuscita rispetto alle rivoluzioni armate/violente. XR è un movimento che muove da studi sociologici e politici, quasi niente è a caso. Nonostante le fondamenta composte da studi e analisi autorevoli, in Extinction Rebellion si valorizzano molto i cicli di apprendimento e di feedback perchè mettersi in discussione è il primo passo per crescere. Mettersi in discussione collettivamente significa crescere assieme.

Da Genova 2001 in poi i movimenti hanno subito grandi trasformazioni. Nascono e crescono anche in rete, oltre che in piazza. Credi che possano essere utili, ai fini del raggiungimento di obiettivi politici importanti, meeting o ritrovi in rete? Quale mobilitazione registrate, quali consensi e quale partecipazione?
Guardando ai movimenti di massa recenti, la mia analisi è che Internet ha giocato un ruolo cruciale nel creare connessione tra persone dislocate, nel far entrare in contatto persone con mobilitazioni che non passavano sui canali mainstream o sui manifesti per strada. Ha sostituito il luogo fisico durante la pandemia, visto che era ad accesso limitato, e ha connesso individui di tutto il globo. Internet e le reti virtuali penso abbiano avuto un ruolo cruciale in quei movimenti di massa “veloci”, che si esauriscono in breve o che riescono a raggiungere obiettivi “semplici, diretti” in poco (Gilet Gialli o i Fff). Per quanto riguarda XR, Internet ha avuto un ruolo importantissimo, ma credo che il momento in presenza o l’azione siano i momenti più forti e potenti del movimento.
Personalmente considero la rete come un luogo importante per conoscersi, contaminarsi e organizzarsi, ma al contempo penso ci sia il bisogno di tornare a vivere la lotta per strada, a solidificare le emozioni in una realtà concreta e creare unione sia attraverso la rete che grazie alle esperienze condivise. Riguardo la mobilitazione, XR è un movimento con obiettivi a medio-lungo termine e talvolta riscontriamo difficoltà a “trattenere le persone”. C’è molta mobilità, molto ricambio. Tante persone, che magari non vedono riscontri nel breve periodo, è facile che si demotivino e lascino il movimento.
Quindi pian pianino stiamo sperimentando modalità diverse di partecipazione e inclusione. Vista l’organizzazione decentralizzata e non gerarchica di Extinction Rebellion mi viene difficile fare una stima delle attiviste e del consenso. Credo e spero però che tutte e tutti abbiano la consapevolezza che il cambiamento climatico è un fenomeno reale, misurabile, e che le sue implicazioni sulla normalità a cui siamo abituati saranno drastiche e stravolgenti.

I Grandi, i parlamentari, i gruppi politici, i media… vi ascoltano? Vi chiamano a interloquire?
Per ora, nonostante le mobilitazioni e le azioni, siamo riusciti ad attirare l’attenzione dei mass media e di qualche politico a livello locale. I Grandi, i parlamentari e i gruppi politici, nonostante l’indiscussa consapevolezza della situazione, ancora ignorano o edulcorano le richieste e le urla disperate degli e delle attiviste dei movimenti in generale, dalla questione della Tav a quella del cambiamento climatico. È una classe e un sistema politico intrinsecamente corrotto, un sistema in cui gli industriali hanno troppa voce in capitolo a discapito della popolazione. E visto che per far fronte al cambiamento climatico bisognerà prendere misure a discapito della concezione economica odierna (consumismo-capitalismo) non ci si può aspettare che sia la classe economico-politica che prenderà decisioni contro la propria convenienza. Ricordiamoci però che questa è la battaglia di tutte e tutti, l’atto finale nella guerra tra il bene e il male. O si vince tutti insieme o ci si estingue.

Come può fare un giovane o un meno giovane a entrare in contatto con voi e come può seguirvi più da vicino?
Per entrare in contatto con il movimento basta cercare il gruppo locale più vicino tramite i social, oppure andare sul sito italiano per trovare la sezione apposita. Se invece si ha intenzione di avviare un gruppo, poiché assente nella propria città, il consiglio è cercare sul Wiki di Extinction Rebellion i documenti più utili oppure contattare il movimento dalla pagina facebook (Extinction Rebellion Italia) e contemporaneamente parlare con le persone/amici che potrebbero essere interessate.
Per rimanere aggiornati consiglierei sempre di seguire il movimento sui social, sia le pagine dei gruppi locali (es. Extinction Rebellion Venezia) sia le pagine del movimento italiano.
Chiuderei con una massima di Bertold Brecht che riesce, anche nei momenti bui, a ridarmi coraggio e determinazione, che recita: “Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”.


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