Mosaiconline/luglio 2022

Lettera aperta al governo Italiano
sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)
Il conflitto in corso in Ucraina conferma come guerre e conflitti armati siano una seria minaccia, alla salute pubblica e all’integrità ambientale in Europa, così come nel resto del mondo.

Come persone appartenenti all’area biomedica desideriamo sottolineare che qualsiasi ragionamento su giuste cause di una guerra perda ogni ipotetico senso residuale se confrontato con il potenziale distruttivo della moderna tecnologia nucleare, il cui uso diventa più che mai possibile e temibile nello sviluppo della guerra ucraina.
Le armi nucleari provocano danni immediati in termini di morti e feriti, che superano di gran lunga la capacità di assistenza sanitaria anche in contesti ben organizzati. Le nostre infrastrutture sanitarie non sono e non possono essere preparate per la catastrofe umanitaria che risulterebbe dall’esplosione anche di una sola bomba atomica in una delle nostre città.
A questi danni immediati vanno sommati i danni a lungo termine sulla salute della popolazione e sull’ambiente. Impatti devastanti e ingovernabili che superano le capacità di recupero non solo di singoli paesi o territori ma del mondo intero. Finché queste armi di distruzione di massa continueranno ad esistere l’umanità sarà minacciata nella propria sopravvivenza.
Di fronte al potenziale distruttivo delle armi nucleari non esistono motivi che ne giustifichino l’uso, così come non sono sensate le strategie che le impiegano a fini di deterrenza. Lo stesso concetto di “difesa” non è applicabile al ricorso alle armi nucleari che, palesemente e per loro stessa natura, violano tutti i principi della proporzionalità e della protezione dei civili, della distinzione tra combattenti e non combattenti, sanciti dal diritto internazionale attraverso i protocolli delle Convenzioni di Ginevra.
L’Italia è uno dei cinque membri dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) ad ospitare armi nucleari statunitensi sul suo territorio come parte di un accordo di condivisione nucleare. L’Italia ospita non meno di 40 bombe nucleari B61, stoccate presumibilmente nelle basi di Aviano e di Ghedi[1].
Il 7 luglio 2017 è stato adottato un accordo globale storico per la messa al bando delle armi nucleari, noto come il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)[2]. Esso è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, riempiendo un vuoto significativo nel diritto internazionale.
Il Trattato proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare l’uso di armi nucleari, o permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio.
Un Paese che, come l’Italia, ospita le armi nucleari di un altro stato sul suo territorio può aderire al TPNW, a patto che accetti di rimuoverle entro una scadenza specifica.
Ad oggi l’Italia non ha ancora firmato il TPNW, tuttavia nel settembre 2017, il parlamento italiano ha adottato una risoluzione che incaricava il governo di “esplorare la possibilità” di diventare uno stato parte del trattato1. Nell’ottobre 2017, Luigi Di Maio, prima di assumere la carica di ministro degli Esteri, si è impegnato insieme ad altri 246 parlamentari a lavorare per la firma e la ratifica del trattato[3]. L’ex Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta e l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini hanno firmato una lettera aperta[4] nel settembre 2020 chiedendo ai leader attuali di “mostrare coraggio e audacia e aderire al trattato”.
Noi riteniamo che l’adesione dell’Italia al trattato sia un atto necessario e urgente. Ogni giorno di guerra in Ucraina aumenta il rischio che il conflitto si estenda e si ricorra all’arma nucleare. La firma del TPNW non solo è necessaria per garantire la sicurezza dell’Italia, ma lancerebbe anche un segnale internazionale di distensione e de-escalation.
Dal 21 al 23 giugno si svolgerà a Vienna la prima riunione degli stati sul TPNW[5]. L’evento è organizzato da ICAN (premio Nobel 2017), la International Campaign for the Abolition of Nuclear weapons, un’organizzazione che si aggiunge all’ International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW, premio Nobel 1985).
Il 18 maggio 2022 la commissione Esteri della Camera dei deputati ha approvato una risoluzione[6] che impegna il Governo “a valutare la partecipazione dell’Italia come «Paese osservatore» alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)”.
In qualità di persone impegnate nella ricerca, nella tutela e nella promozione della salute globale, esortiamo il governo italiano a partecipare senza esitazioni a questa riunione, con il fine ultimo di firmare e ratificare il trattato il prima possibile, in coerenza con le dichiarazioni d’intenti espresse in precedenza.
Il conflitto in Ucraina ha messo in chiaro che la guerra nucleare potrebbe essere più che mai vicina. L’unica soluzione è dare priorità al disarmo nucleare. Questa è a nostro parere la sola scelta coerente per un governo impegnato nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Certi che le motivazioni alla base del nostro appello saranno comprese, ci auspichiamo che verranno fatti passi importanti nella direzione suggerita.

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE)
Il Gruppo di lavoro AIE-Pace

Note

[1] ICAN: How is your country doing? Italy, https://www.icanw.org/italy

[2] ICAN, Full text of the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, https://www.icanw.org/tpnw_full_text

[3] ICAN, Full list of pledge takers, https://pledge.icanw.org/full_list_of_pledge_takers

[4] Open Letter in Support of the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, https://d3n8a8pro7vhmx.cloudfront.net/ican/pages/1712/attachments/original/1600645499/TPNW_Open_Letter_-_English.pdf

[5] ICAN, First Meeting of Nuclear Weapons Ban Treaty set for June, https://www.icanw.org/tpnw_first_meeting_of_states_parties_june_2022

[6] http://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commissioni/bollettini/html/2022/04/21/03/allegato.htm#

 


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