Qualifica Autore: Fondazione ReSoil

Mosaiconline/Mosaico di pace marzo 2023, Dossier: Terra generatrice di vita

La nostra terra è sotto attacco: cibo, clima, biodiversità ed economia circolare.

In un mondo dove i poteri fossili continuano a ostacolare la Transizione a modelli di sviluppo sostenibile come indicato dalla Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le emergenze sistemiche in atto, dalla climatica irreversibile alla finanziaria industriale, alla pandemica e alla bellica, tra di loro interconnesse, continuano ad aggredire la risorsa più limitata, il suolo, da cui ricaviamo il 95% del cibo prodotto su scala globale.
Secondo Unep (United Nation Environment Program) e Fao (Food Agricolture Organization of United Nation), le aree degradate del Pianeta si estendono per quasi due miliardi di ettari e ospitano comunità tra le più povere al mondo, le cui emissioni non contribuiscono certo al cambiamento climatico: siamo di fronte a uno degli effetti peggiori di ingiustizia ambientale e disuguaglianza frutto di uno sviluppo finalizzato al massimo profitto per pochi, come quotidianamente ci ricorda Papa Francesco. Ad oggi, spiegano le due organizzazioni Onu, “circa un terzo dei terreni agricoli globali è degradato e l’87% delle zone umide interne è scomparso negli ultimi tre secoli”.
A conti fatti “il degrado sta già influenzando il benessere di circa 3,2 miliardi di persone, il 40% della popolazione mondiale”.
Ogni anno, infine, “perdiamo servizi ecosistemici che valgono più del 10% della nostra produzione economica”.
Il consumo di suolo non vede Europa e Italia fare eccezione.
L’ultimo rapporto di Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale) segnala come nel nostro Paese impermeabilizzazione e cementificazione del suolo abbiano sottratto a usi agricoli e forestali più pregiati, nel 2021, oltre 2 metri quadri/secondo, cioè 70 chilometri quadri/anno, valore più alto degli ultimi dieci anni.
Il 30% di abitazioni e altri edifici (capannoni, ecc) in Italia è inutilizzato.
Nonostante ciò, il suolo, risorsa scarsa essenziale per la vita, continua ad essere aggredito da cemento e inquinamento in modo selvaggio.
In Pianura Padana con decine di migliaia di alloggi vuoti e di fabbricati industriali e di servizio abbandonati spesso senza neppure essere mai stati posti in uso, si continua a costruirne di nuovi e ad aggiungere tratte viarie erodendo il poco greenfield rimasto per di più aggravando la crisi climatica in atto.
Ormai il 7,13% della superficie nazionale è compromessa, a fronte di una media UE del 4,2%: nella stessa Unione Europea le stime ufficiali (diffuse anche da Re Soil Foundation) dicono i “suoli non in salute” rappresentano dal 60% al 70% della superficie.
Con suoli malati, più gas climalteranti vengono emessi in atmosfera, evidenziando il nesso profondo tra declino di salute e qualità del suolo e cambiamento climatico, fenomeni che, interconnessi, producono conseguenze gravissime.
Le stime dell’Agenzia Europea per l’Ambiente evidenziano come i suoli continentali rilascino molti più gas climalteranti di quanti ne riescano a sequestrare: 108 milioni di tonnellate CO2 emesse contro 44 milioni di tonnellate CO2 assorbite.
Degrado, sfruttamento eccessivo delle risorse e cattive pratiche agricole, in altre parole, hanno determinato emissioni nette di gas serra dal suolo pari a 64 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, un ammontare che corrisponde al 50% circa del contributo europeo alle emissioni del comparto aereo mondiale.
Un suolo meno sano perde la sua capacità di immagazzinare il Carbonio e un clima più caldo, al tempo stesso, contribuisce a far crescere la frequenza di fenomeni atmosferici di grande impatto (eventi estremi, da siccità a bombe d’acqua) che danneggiano i terreni.
Un recente studio realizzato dai ricercatori del World Weather Attribution (WWA) che analizzano l’incidenza degli eventi estremi, ha evidenziato come la crisi climatica avesse reso almeno 20 volte più probabile la siccità record che ha colpito l’emisfero settentrionale la scorsa estate, generando forte deficit idrico dei terreni.
Senza il riscaldamento globale di origine antropica, tale evento sarebbe stato considerato prevedibile solo una volta ogni quattro secoli.
In Europa, secondo il Joint Research Centre della Commissione Europea, il verificarsi di livelli di siccità “allarmanti” interessa ormai quasi metà del territorio continentale.

Land Grabbing
Il fenomeno, in ogni caso, è diffuso a scala planetaria e determina crescente insicurezza alimentare, così incentivando iniziative di “Land Grabbing”, “accaparramento di terre” da parte di “sistemi Paese” e multinazionali che puntano ad acquisire enormi estensioni di terreno, spesso con modalità di acquisto non trasparenti, da utilizzare per la coltivazione intensiva di prodotti alimentari per uso interno (es. Cina in Africa, Emirati in Indonesia) o per produrre materie prime esportabili per la produzione di biocarburanti (es. Amazzonia).
Ad oggi sono stati stipulati oltre 1.000 contratti per l’acquisto di circa 80 milioni di ettari.
Il “Land Grabbing” ha gravi conseguenze per il suolo, che si impoverisce per le lavorazioni intensive includenti forti apporti di chimica e meccanizzazione, e per le popolazioni che abitavano quei territori, spesso costrette a spostarsi in violazione dei loro diritti fondamentali.
Il consumo dissennato di suolo in atto determina anche riduzione della biodiversità.
Lo scorso anno, un Rapporto dell’Agenzia per l’Ambiente inglese ha ricordato come dalla rivoluzione industriale ad oggi sia venuto meno il 99,7% delle paludi, il 97% delle praterie, l’80% delle brughiere di pianura, il 70% dei boschi antichi e l’85% delle saline. Anche l’impatto sulle specie animali e vegetali, prosegue lo studio, è stato significativo al punto che oggi un quarto dei mammiferi presenti in Inghilterra e quasi un quinto delle piante del Regno Unito sono a rischio estinzione.
Il problema, ovviamente, riguarda tutto il Pianeta e coinvolge anche un’ampia parte di biodiversità meno visibile: quella del terreno.
La varietà vivente del suolo è un fattore decisivo per il mantenimento dell’equilibrio ecosistemico e climatico oltre che per la sicurezza alimentare e sanitaria (Fao, 2020).
La sua importanza, tuttavia, è ancora ampiamente sottovalutata e la sua tutela è messa a rischio dalla carenza di dati, di politiche comuni e di standard globali: la ricchezza biologica dei suoli potrebbe, secondo gli autori, “offrire soluzioni alla maggior parte dei problemi del Pianeta”.
Il suolo, ricorda la Fao, ospita un quarto della biodiversità complessiva del mondo.
Oltre il 40% degli esseri viventi si relaziona con il terreno nel corso del suo ciclo di vita. Attenzione particolare meritano gli orizzonti sotterranei che ospitano la microfauna microbica così come l’universo macro di vermi, formiche e termiti che operano in un rapporto competitivo ma a tratti simbiotico garantendo continuità del sistema e catena alimentare che si rinnova, equilibrio con le piante, stabilizzazione in contrasto all’erosione.
Questo insieme di relazioni ecosistemiche, chimiche, fisiche e biologiche ha un impatto enorme sulla vita del Pianeta e il ruolo del terreno nel contrastare il cambiamento climatico non può più essere sottovalutato.
Se è vero che un suolo sano è in grado di trattenere un ammontare di Carbonio superiore al quantitativo immagazzinato dall’atmosfera e dalla vegetazione messe insieme, ecco che la tutela della biodiversità, che della salute del terreno è l’elemento chiave, diventa imprescindibile.
Varietà biologica, clima e suolo sono tre dimensioni di un unico problema che vede il terreno come lo scenario principale di un fenomeno sempre più opprimente, con pesanti danni ambientali ed economici.
In futuro, mentre la crisi alimentare si aggrava e la quota di popolazione mondiale denutrita è passata secondo l’Onu dall’8% del 2019 al 9,8% del 2021, il sistema finanziario e produttivo nel suo complesso si trova a fronteggiare crescenti rischi.
Nel 2019, evidenzia un rapporto diffuso dall’organizzazione “Portfolio.Earth”, le maggiori banche del Pianeta hanno finanziato, con oltre 2.600 miliardi di dollari, progetti legati direttamente o indirettamente alla distruzione di ecosistemi e fauna selvatica, importo superiore al Pil italiano.
Non a caso alcuni osservatori definiscono cambiamento climatico e perdita di biodiversità come “crisi gemelle che affliggono il sistema finanziario”.
I ministri dell’Ambiente del G7 hanno riconosciuto come questa emergenza globale rappresenti una minaccia per la natura, le persone, la prosperità e la sicurezza, ricordando come l’applicazione di politiche di salvaguardia e di scelte di investimento adeguate siano decisive per scongiurare i danni ambientali e le perdite finanziarie.
“Il ripristino degli ecosistemi e altre soluzioni naturali – hanno ricordato ancora Fao e Unep – potrebbero contribuire a più di un terzo della mitigazione totale del clima necessaria entro il 2030”, frenando inoltre “il rischio di estinzioni di massa delle specie e di future pandemie”.
Abbiamo poco tempo a disposizione per invertire la rotta.
Tutela e ripristino della risorsa suolo debbono essere priorità della Transizione.
Torna allora conto richiamare, al riguardo, quanto emerso dagli “Stati Generali del Suolo” tenutisi a Rimini nel novembre 2022:
Stakeholder engagement: è necessario mettere a sistema le iniziative in campo in Italia e in Europa e lavorare in sinergia per portarle sui territori attraverso lo sviluppo di politiche e normative dedicate, l’armonizzazione delle diverse iniziative in corso e la promozione di collaborazioni sul territorio.
Dati e sistemi di monitoraggio: vanno potenziati e armonizzati su scala internazionale i sistemi di raccolta e analisi dei dati. Occorre individuare indicatori semplici dello stato di salute del suolo e favorire l’adozione di sistemi di monitoraggio.
Agricoltura: occorre riposizionare l’agricoltura all’interno delle politiche nazionali e comunitarie sulla Bioeconomia, promuovendo il ricorso a buone pratiche che siano focalizzate sugli aspetti di tutela della risorsa suolo, ad esempio sistemi di allevamento integrati e diffusi, produzione di biogas e biometano a partire dai reflui zootecnici, utilizzo di compost, biochar e altri ammendanti organici. Occorre favorire il legame tra ricerca, innovazione, tecnologia e agricoltura, dare impulso ai distretti di Bioeconomia e altre buone pratiche agronomiche che possono trovare slancio attraverso Lighthouse Farms e Living Labs.
È necessario promuovere il Carbon Farming: la superficie agricola potenzialmente utilizzabile in Europa per sequestrare così Carbonio ammonta a 160 milioni di ettari. Occorre individuare sistemi premianti per gli agricoltori che attuano buone pratiche volte al ripristino della Sostanza Organica e alla tutela del suolo.
Formazione, disseminazione e divulgazione: la consapevolezza dell’importanza del suolo e della sua qualità è ancora troppo bassa. Si aumentino azioni di formazione, divulgazione e disseminazione sull’importanza del suolo per sensibilizzare a partire dalle scuole attraverso approcci olistici e multidisciplinari, in linea con quanto indicato dalla Mission “A Soil Deal For Europe”.
Aspetti legislativi: le legislazioni dei Paesi Membri della UE sono discordanti e contraddittorie. Serve un quadro legislativo comunitario affinché a livello nazionale e locale, attraverso una leale collaborazione nella governance multilivello, si possano creare le premesse per una efficace protezione del suolo, a partire dal bloccarne il consumo. Come sopra citato, nel 2021 70 Km2 sono andati persi a causa di cantieri, infrastrutture, edifici, dato più alto degli ultimi 10 anni.
È necessario riorientare le trasformazioni verso il tessuto costruito esistente.
Aspetti economici: le risorse disponibili, dal PNRR al Fondo di Sviluppo e Coesione, vanno impiegate secondo un’attenta pianificazione, coordinando i diversi attori e capitalizzando le iniziative esistenti.
Bioeconomia circolare e bioprodotti: è fondamentale partire da risorse rinnovabili da terreni marginali, scarti di filiere e rifiuti trasformabili in bioprodotti che possono contribuire a risolvere i problemi di inquinamento dell’acqua e del suolo, riportando fertilità e tutelando la biodiversità.


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