Mosaiconline dicembre 2023/Intervista a cura di Ilaria Dell'Olio a Chiara Bazzoli 

Tra parole e immagini, un libro-viaggio ambientato in Giappone che narra di vita, di natura e di abominio atomico.

Ai microfoni di Mosaico di Pace è intervenuta Chiara Bazzoli, regista, drammaturga, nonché autrice di “C’è un albero in Giappone” (Sonda, 2023) insieme all’illustratore AntonGionata Ferrari, tra i più noti nel campo della letteratura per bambini e ragazzi in Italia.

Come nasce questo libro, Chiara?
Il libro nasce dall’incontro di un piccolo albero di kaki, figlio di una pianta sopravvissuta allo sgancio della bomba atomica a Nagasaki, presente nel museo Santa Giulia di Brescia (l’autrice è di Brescia ndr). Mi è stato chiesto di leggere dei passi in occasione di una cerimonia per le vittime della caduta dell’atomica in agosto, così ho deciso di approfondire la vicenda e di scrivere io stessa un racconto ispirato ad essa.
La fase di scrittura è durata un po’ di anni, è terminata un paio di anni fa e ho mandato il testo a Sonda, che ha subito accettato la pubblicazione. È stato più facile entrare nella tragedia dell’atomica, più difficile raccontare la fase di rinascita dell’albero, il fatto che nonostante questa tragedia, ci possa essere ancora speranza.
Il protagonista del racconto è un albero, che racconta la storia della sua famiglia. Ho immaginato fosse stato piantato a fine Ottocento e attraversa i grandi eventi del Novecento. L’albero si sente a tutti gli effetti parte della famiglia, di cui racconta le vicende dal proprio punto di vista.

Perché hai scelto di adottare il punto di vista dell’albero?
Adoro gli alberi e non è difficile immaginare che un albero possa pensare e partecipare alle nostre vite. È stato un processo spontaneo proprio per l’amore che mi lega ad essi.

Un punto di forza del libro sono le immagini. Quale il loro valore aggiunto e come è avvenuto l’incontro con l’illustratore AntonGionata Ferrari?
Nella fase di stesura ho cercato di essere il più leggera possibile, poiché l’obiettivo era rendere fruibile il testo a bambini e famiglie. Quando ho mandato il testo in Giappone per la fase di revisione, il suggerimento sull’illustratore è arrivato proprio da loro, bresciano come me tra l’altro. Lui ha la leggerezza, fa sorridere, mi sono affidata alla sua bravura e quello che lui ha fatto ha superato le mie aspettative.

In cosa consiste il Kaki Tree Project?
La pianta che ho incontrato nel museo di Santa Giulia è arrivata in Italia grazie a questo progetto, nato in Giappone dall’incontro tra un botanico, il dottor Masayuki Ebinuma e un artista Tatsuo Miyajima. Nei primi anni Novanta Ebinuma ha scoperto a Nagasaki questa pianta che presentava una grande ferita provocata dalla bomba atomica, è riuscito a curarla e a far nascere delle pianticelle di seconda generazione e a distribuirle. Miyajima è venuto a conoscenza di ciò e ha deciso di aiutare il botanico con la creazione di un comitato. Nel 1995 ha presentato alla Biennale di Venezia nel padiglione giapponese questa pianta come opera. È stata notata da un bresciano ed è stata portata nel Museo. Brescia è stata molto ricettiva su questo, infatti sono stati piantati numerosi alberi nella città e nella provincia, inoltre da un paio d’anni la città è diventata referente dell’Europa per il Progetto, poiché non si possono più importare le piante dal Giappone. Attualmente il Kaki Tree Europe importa i semi che il dottor Ebinuma spedisce e, grazie alla collaborazione con l’Istituto Agrario di Pescara, le fa diventare pianticelle e le distribuisce in tutta Europa. Se qualcuno/a fosse interessato, può contattare i referenti del progetto (https://www.kakitree-europe.eu/)”.

Quale messaggio rivolgeresti ai tuoi lettori e lettrici?
Il messaggio di questo libro va in due direzioni: l’una di sensibilizzare al disarmo atomico, ad una cultura di pace, l’altra è la rinascita ovvero il sopravvivere, la speranza dopo un accadimento così tragico. Si tratta di un racconto rivolto particolarmente ai bambini e ragazzi delle classi quinte della scuola primaria e delle prime della scuola secondaria di primo grado, ma è adatto anche agli adulti.


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