Mosaico di pace giugno 2024
Riflettevo ieri sera mentre ascoltavo la tavola rotonda sulle mine antiuomo e ai commenti sul che fare: buona volontà dei singoli, aprire il cuore agli altri, avere saldi ideali, etc……. Sì, vero, condivisibile tutto, ma forse, in questo momento storico, soprattutto in Italia, ci vorrebbero anche atti di “disobbedienza civile” più forti. E mi è venuto in mente quel movimento di disobbedienza civile che, negli anni Novanta , fu l’OBIEZIONE FISCALE ALLE SPESE MILITARI (in calce a queste mie riflessioni i primi tre articoli del Disegno di legge del 1996.
La mia ignoranza non mi permette di sapere che fine abbia fatto tale disegno di legge): ho partecipato insieme a un gruppo di amici che aderivano all’associazione ”Agenzia per la pace” a Sondrio, facendo nella dichiarazione dei redditi appunto tale dichiarazione e sottraendo la cifra che veniva destinata alle spese militari e destinandola con un versamento a tale associazione. Personalmente non ebbi nessuna conseguenza, forse perché era irrisoria la cifra sottratta, ma ricordo bene come altri ebbero gli ufficiali giudiziari che pignorarono alcuni loro beni materiali (Tv, etc) per recuperare il “non dovuto” allo Stato e come gli amici si affrettarono a ricomprare tali beni e restituirli al pignorato. Eppure ci fu un bel momento in cui il dissenso contro la guerra fu molto noto e molti giornali ne parlarono.
Oggi che abbiamo la “terza guerra mondiale a pezzetti”, per usare le parole di Papa Francesco, mi chiedo come mai Pax Christi, Caritas, Arci ed altre forze politiche contrarie alla guerra non ricorrano ancora a questa forma di disobbedienza civile che va al di là delle buone intenzioni. ( In allegato c’è un volantino di CONTROLLARMI he spiega come fare oggi). Non potrebbe, forse, mettere in evidenza il grande numero di persone che si oppongono all’uso delle armi per trovare una modalità di risolvere i conflitti in atto e fare un’azione più incisiva? Mi piacerebbe che Mosaico di pace aprisse un dibattito su questo aspetto, con aggiornamenti sull’aspetto giuridico- legale di tale forma di disobbedienza civile e sulla possibilità di riattivarla ora più che mai necessaria anche per l’aumento delle spese militari nel bilancio statale che tutti noi siamo chiamati a fare. Dibattito anche in vista delle prossime elezioni politiche.
Cordialmente
Marisa Cioce
Ricordati la dichiarazione di Obiezione alle spese militari!
Una scelta concreta per un percorso di Pace
Ecco di seguito alcune informazioni sulla Campagna OSM (Obiezione Spese Militari) che viene riproposta annualmente, dal 1982.
Da qualche anno, l'obiezione alle spese militari è sostanzialmente svincolata dalla dichiarazione dei redditi, nel senso che per un lavoratore dipendente (se non ha altri redditi e dunque non va "a debito" quando deve presentare la dichiarazione) si traduce in un atto puramente politico, attuabile in qualsiasi momento dell'anno, essendogli state trattenute le tasse alla fonte. Secondo noi, però, questo non va ad inficiare l'incisività dell'iniziativa, soprattutto se sono in tanti ad obiettare. Semplicemente, visto che moltissimi obiettori sono lavoratori dipendenti, si tratta di spostare la rilevanza dell'OSM dal piano economico/finanziario (sottrarre soldi alle spese militari, non praticabile nell'immediato) a quello politico, facendo giungere a livello istituzionale una voce quanto più possibile forte di cittadini/e che si dichiarano obiettori alle spese militari, che vogliono chiudere con la guerra (dalla ricerca alla sperimentazione bellica, dalla produzione al commercio di armi, consapevoli di tutte le implicazioni economiche, culturali, politiche, etiche che questo comporta...) e percorrere una strada radicalmente alternativa: quella della difesa popolare nonviolenta, o difesa non armata nonviolenta, che si inserisce (con una sua specificità) nel percorso delle tante organizzazioni che oggi partecipano al Movimento contro la guerra. Per restare sugli aspetti pratici, un lavoratore dipendente senza altri redditi può obiettare facendo due cose molto semplici: compilare la dichiarazione di obiezione e allegare un versamento "di pace" (o esporne uno già fatto nel corso dell'anno) destinato a chi - a parere dell'obiettore - riflette meglio i motivi della sua obiezione alla guerra.
Per un lavoratore autonomo o comunque per chi si trova "a debito" al momento di presentare la dichiarazione dei redditi, ci sono invece due possibilità: oltre a quella citata, si può infatti fare "disobbedienza civile" rifiutandosi (con un gesto pubblico e motivato con precisione dalla
dichiarazione OSM) di pagare una parte delle tasse dovute (nella misura stabilita dal singolo obiettore) esponendosi consapevolmente alle conseguenze del caso: avvisi di mora, ingiunzioni di pagamento ecc. fino all'eventuale pignoramento o "fermo macchina", prassi contestata da una recente sentenza della Cassazione. Anche qui, alla fine, l'obiettore non sottrae nell'immediato soldi allo Stato (e tantomeno al bilancio militare) ma compie un'azione di resistenza nonviolenta che rappresenta (se ben condotta e supportata da altri, ben pubblicizzata ecc.) un'opportunità per "fare opinione", promuovere dibattito sulla guerra, sulle spese militari, sulle alternative civili ecc. Per quanto riguarda le disposizioni da dare al tuo fiscalista, nel caso tu decida di optare per la disobbedienza civile, queste non riguardano la dichiarazione dei redditi (che va compilata normalmente, senza accorgimenti particolari) ma il versamento delle imposte dovute che va effettuato sottraendo la quota "per obiezione alle spese militari" da versare per progetti a favore della pace e della Difesa Popolare Nonviolenta.
Per fare l'obiezione alle spese militari occorre :
compilare il modulo del volantone (https://www.disarmo.org/rete/a/11494.html)
I casi più semplici sono:
-chi ha dato una sottoscrizione per associazioni, enti, iniziative per la pace fotocopia il versamento lo acclude al modulo;
-chi deve dei soldi allo stato nella dichiarazione può versare in meno 15 E. e lo destina ad attività di pace. Lo stato non interviene fino a 16,26 E. in più o in meno nella dichiarazione;
- chi da un contributo per la campagna e firma il modulo;
- per i gruppi che lo vogliono, possono finanziare una loro iniziativa locale fotocopiandola sul retro del modulo e inviare le dichiarazioni al centro coordinatore;
-tutte le altre opzioni segnalate nel volantone.
DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa del senatore RUSSO SPENA, COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 17 OTTOBRE 1996
Norme per l’esercizio dell’opzione fiscale in materia di spese per la difesa e istituzione del Dipartimento per la difesa civile nonviolenta presso la Presidenza del Consiglio dei ministri
Art. 1.
1. A decorrere dall’anno finanziario 1996, ciascun contribuente ha facoltà di esercitare, in sede di dichiarazione annuale dei redditi delle persone fisiche, un’opzione sulla destinazione di una quota percentuale dell’imposta dovuta pari all’incidenza percentuale, sul totale delle spese previste a carico del bilancio dello Stato per l’esercizio finanziario relativo al medesimo anno, degli stanziamenti di competenza per la costruzione, l’ammodernamento, il rinnovamento, la trasformazione, la manutenzione straordinaria e il completamento di mezzi e materiali relativi alle componenti terrestre, navale e aeronautica delle Forze armate, nonché di ogni altra spesa relativa agli armamenti.
2. L’opzione di cui al comma 1 è esercitata mediante apposizione di un’indicazione, nella dichiarazione annuale dei redditi, con la quale si esprime la volontà di destinare la quota dell’imposta versata, determinata ai sensi del comma 1, rispettivamente alla copertura delle spese per la difesa civile nonviolenta di cui agli articoli 3 e 4 ovvero alla copertura delle spese per armamenti. I contribuenti i quali, ai sensi della normativa vigente, siano esentati dall’obbligo di presentare la dichiarazione annuale dei redditi hanno facoltà di esercitare l’opzione di cui al comma 1 mediante apposito modello, da predisporre e compilare ai sensi dell’articolo 2, comma 3.
3. Ai fini della presente legge, per difesa civile nonviolenta si intende la difesa contro eventuali aggressioni, anche armate, esterne o interne, contro il territorio, i cittadini e l’ordinamento costituzionale della Repubblica, organizzata con mezzi di lotta nonviolenti.
Il testo della legge e relativi emendamenti può essere letto al seguente link: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=13&id=1428