Mosaico di pace giugno 2024

Uno spettacolo teatrale a cura di “ControTempoTeatro” di Bolzano

“Continuiamo a lottare con la voce e con la penna,
e con il pensiero certo angosciante che possa arrivare la morte”
(Marianella García Villas).

Lunedì 24 marzo 1980, alle ore 18,25, mentre sta celebrando la Santa Messa, appena terminata l’omelia, l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, è colpito al cuore da un colpo di arma da fuoco. Caricato su una vettura, muore poco dopo in ospedale. Viene così messa a tacere la voce che nella nazione centroamericana denuncia violenze, sequestri, omicidi, indicando responsabilità e complicità. Si tratta di una voce scomoda per le oligarchie politiche ed economiche che si definivano cattoliche e sostenevano di lottare per la difesa della civiltà cristiana contro il comunismo. Per i poveri e gli oppressi è invece una voce amica e fedele, un’autorevole difesa contro i soprusi e le prepotenze.
Tre anni dopo, il 14 marzo 1983, viene assassinata, a soli 38 anni, in El Salvador, Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani. Le sue denunce e le sue prese di posizione erano divenute inaccettabili per la giunta militare al potere. Pertanto, come accaduto tre anni prima per mons. Oscar Romero, con il quale aveva a lungo collaborato per difendere i diritti del proprio popolo, anche la sua voce viene messa a tacere per sempre.

Uno spettacolo teatrale per diffonderne la memoria
La compagnia “Contro Tempo Teatro” di Bolzano ha realizzato uno spettacolo sulle figure di Marianella e di Romero. La drammaturgia nasce da un lavoro su diversi materiali: prima di tutto sui libri ad essi dedicati da Raniero La Valle e da Francesco Comina, poi sui miei libri che ho pubblicato con l’editrice Ave e con le edizioni Paoline; in secondo luogo sui documenti (articoli di giornale, filmati, reportage, interviste e altro) che raccontano e testimoniamo il periodo della terribile dittatura al potere in El Salvador, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta.
Attraverso suoni e immagini, le voci registrate di Marianella e di Romero e l’eco della rocambolesca partecipazione della nazionale di calcio salvadoregna ai Mondiali dell’82, viene raccontata la storia e il messaggio di pace di chi, senza armi e con la forza disarmata della propria testimonianza, è riuscito a resistere e combattere contro una feroce dittatura militare.
Oscar Romero usava la parola, le sue coraggiose omelie, Marianella soprattutto la macchina fotografica, con la quale ridava volto e spesso nome alle tante persone assassinate per strada dal regime militare. Sullo sfondo naturalmente agisce la storia dell’America Latina, del calcio come fenomeno popolare che sempre interseca la vita di tutti i latinoamericani e la storia della grande influenza che la teologia della liberazione ha avuto sui movimenti contadini, sulle comunità religiose di base, nelle lotte per l’emancipazione, l’uguaglianza e la libertà.
Sul palco si intrecciano linguaggi diversi: dal teatro di narrazione alla poesia, dal racconto in terza persona al dialogo. I personaggi della storia salvadoregna e della famosa partita dei Mondiali del 1982, in cui il Salvador perse 9 a 1 contro l’Ungheria, vengono evocati in una tessitura drammaturgica fatta di parole e video, foto e musiche, suoni e piccoli movimenti scenici.
Attraverso la voce dei due attori, Flora Sarrubbo e Lucas Da Tos Villalba, il ritmo incalzante, gli improvvisi silenzi e le sospensioni, la storia salvadoregna viene presentata come la storia di tutto il popolo, storia alla quale tutto il popolo partecipa, con un pallone, con una parola o con la penna.
Lo spettacolo di “ControTempoTeatro” è certamente una preziosa occasione per diffondere il messaggio e la memoria di Oscar Romero e di Marianella García Villas, soprattutto in un tempo come il nostro in cui ci si affida ancora alle armi e alla guerra per risolvere i contrasti e le controversie.

Dalla commemorazione in Campidoglio lo spunto per la rappresentazione teatrale 
Il 18 aprile 1983, cioè poco più di un mese dopo l’assassinio, Marianella García Villas è stata commemorata a Roma, in Campidoglio, in un incontro organizzato dalla “Fondazione Basso” e dalla “Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli”.
Erano presenti il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, il Presidente della Camera, Nilde Jotti, il Vice-Presidente del Senato, Dario Valori, in rappresentanza del presidente Morlino, diversi parlamentari come Gian Carlo Pajetta, Luigi Anderlini, Riccardo Lombardi, Giuliano Silvestri, Paolo Brezzi, il vescovo ausiliare di Roma, Clemente Riva. Impossibilitata a partecipare, fece pervenire un caloroso messaggio anche l’on. le Tina Anselmi. Un telegramma di adesione all’iniziativa venne inviato anche dal Consiglio Mondiale delle Chiese. Le relazioni sono state dell’allora Sindaco di Roma, Ugo Vetere, di Raniero La Valle e di mons. Luigi Bettazzi. Questa la conclusione dell’intervento di Raniero La Valle:
«Marianella, per tutte le testimonianze che abbiamo raccolto, era cosciente che questa sarebbe stata la sua fine. Perché lo ha fatto? La risposta l’ha data, senza volerlo, un attacchino romano, del servizio affissioni del Comune. In piazza S. Andrea della Valle, attaccando su uno spazio del Comune un manifesto che annunciava alla popolazione romana la morte di Marianella, “avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, sorella dei perseguitati, voce degli scomparsi”, l’ha attaccato sopra un altro vecchio manifesto preesistente, lasciandone scoperto solo il lembo superiore. Non so se l’abbia fatto per caso o per intenzione: fatto sta che su quel lembo soprastante rimasto visibile stavano scritte tre grandi parole, che sono così diventate come il titolo e l’emblema del manifesto sulla vita troncata di Marianella. E quelle tre parole dicevano: “Soltanto per amore”. Questa è dunque la risposta. Perché ha così combattuto la sua battaglia politica e civile, perché ha vissuto e perché ha dato la vita? Soltanto per amore. Non di pochi, ma di molti, non di una famiglia, ma di un popolo intero, ed anzi della giustizia e della liberazione di molti popoli».
Da qui dunque la provocazione per il lavoro realizzato da “ControTempoTeatro” su una donna e su un vescovo che hanno operato “soltanto per amore”

La compagnia “ControTempoTeatro” di Bolzano può essere contattata direttamente sul sito www.controtempoteatro.com
e all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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