Mosaico di pace luglio 2024
2 giugno 1946: gli italiani e – per la prima volta – le italiane, chiamati e chiamate a votare, scelgono la Repubblica come forma di governo per l’Italia che rinasce dal disastro della guerra. È il trionfo della democrazia e della libertà. Da allora il 2 giugno in Italia è festa nazionale, Festa della Repubblica, appunto.
Se nel referendum del 1946 fu il popolo nella sua totalità ad esprimersi, perché la commemorazione di questo evento deve esprimersi – a livello istituzionale – prevalentemente se non esclusivamente attraverso l’esibizione degli apparati militari (o comunque “in divisa”) dello Stato?...
Cambio della Guardia al Quirinale, alzabandiera solenne, omaggio del Presidente della Repubblica al Milite Ignoto, parata militare ai Fori Imperiali (assai dispendiosa tanto che per alcuni anni è stata soppressa, e poi limitata per ragioni di bilancio), concerto delle bande militari nei giardini del Quirinale: questo prevede il cerimoniale della Festa nella capitale. È giusto che una festa del popolo italiano tutto, festa di democrazia e libertà come già detto, trovi la sua rappresentazione prima nelle forme militari? Possono le sole forze militari e paramilitari rappresentare la nostra Repubblica? E le professioni, il sindacato, il volontariato, la scuola?...
Da queste domande è nata l’idea di un’altra festa della Repubblica, non in contrapposizione a quella ufficiale ma in affiancamento: una manifestazione che potesse restituire davvero il senso della festa, coinvolgendo anche chi non indossa una divisa, ma ugualmente si spende per attuare e difendere i valori espressi nella Costituzione; inoltre, una festa dove le nuove generazioni fossero al centro.
Tale idea è stata condivisa e fatta propria dal Comitato per la Pace della Terra di Bari, che l’ha messa in cantiere e nel 2013 e nel 2014 ha organizzato le prime manifestazioni in forma pioneristica: quella festa si chiamava “Dal tricolore al multicolore” e si esprimeva iconicamente in un tripudio di aquiloni. Per una serie di circostanze interne alla vita del Comitato negli anni successivi non si riuscì a organizzare la manifestazione; è stata ripresa lo scorso anno con un format che viene riproposto anche quest’anno: la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”.
È evidente il rimando alla tragica situazione mondiale che stiamo vivendo, della “terza guerra mondiale a pezzi”. Proprio in considerazione del clima bellico che ci circonda, è sembrato opportuno al Comitato per la Pace rilanciare l’opzione della difesa dei valori della Costituzione, nata sulle rovine di un conflitto tremendo, a partire da quell’articolo 11 che sancisce il ripudio della guerra. Daccapo il Comitato, come già avvenuto nel 2013 e nel 2014, ha voluto puntare sui ragazzi, sulle scuole, proprio per evidenziare agli occhi delle giovani generazioni come la guerra non sia mai inevitabile ma sempre una scelta e come, appunto, c’è chi ogni giorno sceglie di stare da un’altra parte, di operare quotidianamente per costruire la pace attraverso pratiche di solidarietà, promozione dei diritti umani, difesa dell’ambiente, cittadinanza attiva, promozione della finanza etica…
La Festa viene organizzata in una giornata feriale a ridosso del 2 giugno: l’anno scorso fu l’1 giugno, quest’anno il 31 maggio. Da un lato sono invitate organizzazioni del Terzo settore/Privato sociale, afferenti al Comitato (l’anno scorso furono 15; quest’anno, al momento in cui si scrive, sono 12) alle quali è richiesto di collegare la propria mission a un articolo della Costituzione; dall’altro sono invitate le scuole della città alle quali non è richiesto assolutamente NULLA (siamo alla fine dell’anno scolastico e il carico di stress e stanchezza è notevole…), se non di portare una o più lettere dell’alfabeto riprodotte in grande su cartelloni. La festa consiste, in pratica, in una sorta di “fiera” in formato light, in uno dei principali parchi cittadini: Parco 2 giugno - e non poteva esserci location più giusta di questa! Le varie organizzazioni sono distribuite lungo il perimetro del parco; le scolaresche si spostano, secondo un planning definito, per incontrare le organizzazioni e ascoltare la loro testimonianza. In definitiva si può considerare come una sorta di lezione di Educazione civica outdoor.
Al termine della mattinata tutte le scolaresche si radunano sul grande prato centrale per formare un cerchio; in quel momento bisogna ricomporre le lettere che ciascuna scolaresca ha portato, così da formare una frase tratta dalla Costituzione (il comma di un articolo). L’anno scorso non poté che essere “L’Italia ripudia la guerra”, ovviamente; per quest’anno è stato scelto il primo comma dell’articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Quella frase diventa un messaggio da consegnare simbolicamente alla città. Proprio per questo alla Festa vengono invitate le autorità locali: l’anno scorso sono intervenuti l’assessore alle Politiche Giovanili e il presidente del Municipio di riferimento.
Possiamo dire che l’edizione del 2023 abbia avuto un buon successo per essere stata la prima (dopo i tentativi di dieci anni prima): vi hanno partecipato oltre duecento studenti, dalla Primaria (una tenerissima classe di Seconda!) al Liceo. Una curiosità: tutti gli studenti (anche quelli provenienti da scuole di periferia) hanno raggiunto il Parco con i mezzi pubblici – una scelta in perfetta sintonia con lo spirito della Festa.
Alla luce dell’esperienza fatta, riteniamo che si tratti di un format abbastanza agile e non troppo complesso da implementare, perciò auspichiamo che – anche attraverso le pagine di “Mosaico” – possa essere esportato e riprodotto.
In sintesi tale iniziativa ruota attorno a quattro parole: FESTA (di popolo), REPUBBLICA, COSTITUZIONE, ma soprattutto SPERANZA. Stiamo di fatto consegnando ai nostri figli un mondo sempre più a pezzi, dove è oggettivamente difficile intravedere prospettive di futuro, perciò diventa imperativo alimentare la speranza e prospettare strade concrete dove sia possibile praticarla e dove sia possibile realizzare l’opzione della Pace. In un mondo a pezzi la speranza diventa l’ultima chiave per impegnarsi a costruire un mondo migliore.