Mosaico di pace febbraio 2025
Il Rapporto Immigrazione 2024: tra difficoltà e opportunità per l'integrazione in Italia.
Al 1° gennaio 2024, l'Italia conta più di 5 milioni e 300 mila cittadini stranieri residenti, un numero in crescita del 3,2% rispetto all'anno precedente, con un’incidenza del 9% sulla popolazione totale. Questi numeri, presentati nell’ambito della XXXIII edizione del Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, evidenziano la crescente importanza dell'immigrazione nel nostro Paese, che diventa sempre più una componente cruciale della nostra società. Tuttavia, al di là dei numeri, le sfide e le opportunità per l'integrazione sono numerose, a partire dal mondo del lavoro e della scuola, fino alla questione della cittadinanza e dell’appartenenza religiosa.
La demografia dei migranti: Un'Integrazione in crescita
I dati dell'Istat mostrano che la comunità straniera in Italia è composta principalmente da cittadini rumeni, marocchini e albanesi, che da anni occupano le prime posizioni nelle classifiche per numero di residenti. Tuttavia, altre nazionalità, come gli ucraini, gli egiziani, gli indiani e i tunisini, stanno vedendo un aumento significativo, a testimonianza di come la composizione della popolazione straniera si stia diversificando. Ferme restando alcune nazionalità di storica presenza in Italia, c’è una notevole variazione e avvicendamento di anno in anno di quelle di più recente arrivo, che evidenziano una certa tendenza dell’Italia a caratterizzarsi anche come paese di transito.
La questione della cittadinanza rimane un altro punto cruciale del rapporto. Oltre 200.000 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel 2023, un dato che conferma una tendenza consolidata. La maggior parte di questi, infatti, ha acquisito la cittadinanza non attraverso la residenza continuativa o il matrimonio con un cittadino italiano, ma tramite altre modalità, come nel caso dei giovani nati in Italia, che si inseriscono sempre più come cittadini a pieno titolo. Questo fenomeno rappresenta un aspetto fondamentale del processo di integrazione, poiché la generazione di giovani “nuovi italiani” potrebbe costituire una risorsa preziosa per il futuro del Paese, contribuendo sia alla sua crescita economica che alla sua coesione sociale.
La questione del lavoro: tra opportunità e sfide
Nel 2023, il tasso di occupazione dei lavoratori stranieri non comunitari è aumentato, avvicinandosi al tasso generale di occupazione dei lavoratori italiani e anche il numero delle assunzioni di cui sono stati protagonisti i cittadini stranieri è cresciuto del 4,7% dall’anno precedente. Tuttavia, nonostante questa crescita, persistono sfide significative, soprattutto nei settori meno qualificati. La domanda di manodopera straniera è cresciuta in modo consistente, soprattutto nei settori dei servizi e dell’industria, dove la presenza di lavoratori migranti è sempre più visibile. Ad esempio, la cura delle persone, la ristorazione e l’edilizia sono i settori che hanno visto l'aumento maggiore di assunzioni, con una presenza straniera che oscilla tra il 6 e il 10% delle attivazioni lavorative totali.
Tuttavia, il quadro occupazionale rimane problematico: i lavoratori stranieri sono spesso relegati a mansioni non qualificate e a contratti precari, con una prevalenza di contratti come operai, e solo una ristretta percentuale occupa ruoli più qualificati come impiegato o dirigente. Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda l'occupazione femminile, che resta molto bassa rispetto a quella degli uomini, con le donne straniere che affrontano tassi di disoccupazione più elevati rispetto alla media.
A complicare ulteriormente la situazione c'è il fenomeno dei "working poor", ovvero coloro che, pur essendo occupati, vivono in condizioni di povertà. La Caritas, attraverso la rete dei Centri d’ascolto diocesani, ha rilevato che oltre il 28% dei lavoratori stranieri rientra in questa categoria, un dato che evidenzia come la mancanza di un salario sufficiente per garantirsi una vita dignitosa continui a essere una delle principali difficoltà per molti migranti.
La scuola: sfide e prospettive per le nuove generazioni
Un altro ambito cruciale riguarda l’educazione, dove la presenza di alunni con cittadinanza non italiana è in continua crescita. Nel 2023, circa 915.000 studenti nelle scuole italiane avevano una cittadinanza straniera, con una percentuale crescente di studenti nati in Italia (65,4% del totale, con differenze significative fra nazionalità, e una punta dell’89% di nati in Italia per gli alunni di cittadinanza cinese). Tuttavia, nonostante questa evoluzione demografica, i figli di cittadini stranieri continuano ad affrontare sfide significative nel percorso scolastico.
Le difficoltà di apprendimento e il ritardo scolastico sono spesso il risultato di un inserimento tardivo nel sistema educativo, ma anche di una mancanza di supporto adeguato. I dati mostrano che un terzo degli studenti stranieri (che diventa il 50% nel caso di studenti provenienti dal Bangladesh) abbandona la scuola prima di completare il ciclo di studi, un fenomeno che è circa tre volte superiore rispetto ai giovani italiani. Le cause di questo abbandono scolastico sono molteplici: difficoltà linguistiche, ritardi nell'inserimento iniziale, ma anche la scarsità di risorse per supportare adeguatamente questi studenti.
In risposta a queste problematiche, Caritas e Fondazione Migrantes hanno avviato diverse iniziative, tra cui il sostegno ai doposcuola diocesani, che continuano a giocare un ruolo fondamentale nel supporto alla didattica per i minori stranieri. Seppur la pandemia abbia avuto un impatto sul funzionamento di questi centri, nel 36% dei casi sono stati ampliati per rispondere meglio alle necessità emergenti, tra cui il miglioramento delle competenze linguistiche e l’accompagnamento psicologico per contrastare le difficoltà emotive dei giovani.
La cultura: un ponte tra le generazioni e le identità
Un tema ricorrente nel Rapporto è il ruolo della cultura come strumento di integrazione. In particolare, la cultura hip hop emerge come una delle modalità più efficaci di connessione tra le diverse generazioni di immigrati e tra culture diverse. La musica, il ballo e il modo di vivere dell'hip hop sembrano incarnare l'evoluzione multiculturale della nostra società, superando le barriere linguistiche e sociali.
Nonostante le contraddizioni e le difficoltà, questa cultura offre uno spazio di espressione per i giovani migranti e per gli italiani di seconda generazione, proponendosi come un luogo di confronto e di scambio che favorisce la costruzione di una cittadinanza condivisa. L’hip hop diventa così uno strumento educativo che contribuisce a superare le divisioni e a promuovere una visione inclusiva della società.
La religione: un campo di dialogo e integrazione
Il panorama religioso tra i migranti in Italia è altrettanto variegato. Al 1° gennaio 2024, i cristiani continuano a costituire la maggioranza assoluta della popolazione straniera, rappresentando il 53% del totale. Tra questi, i cattolici sono il gruppo più numeroso, con 902.000 persone, seguiti dagli ortodossi (1,5 milioni) e dai musulmani (1,58 milioni). Questi ultimi, pur essendo il gruppo di maggioranza relativa, si trovano a confrontarsi con una realtà religiosa complessa, che include anche numerosi buddhisti, induisti, sikh e atei. L'Islam, infatti, è particolarmente presente nelle fasce giovanili, mentre le comunità ortodosse sono più numerose tra gli adulti di età superiore ai 40 anni.
La diversità religiosa è un elemento fondamentale per l'integrazione. La Chiesa cattolica, pur mantenendo il suo ruolo di guida spirituale, deve affrontare la sfida di un’ecumenicità che va oltre i confini della propria tradizione, cercando di includere i migranti nelle sue strutture di partecipazione e nelle sue pratiche pastorali. La partecipazione attiva dei migranti alle comunità religiose, in particolare nei consigli pastorali, rappresenta una risorsa importante per arricchire la Chiesa di nuove esperienze culturali e spirituali.
Il dinamismo del Cammino sinodale, che ha coinvolto la Chiesa universale negli ultimi anni, ha messo in luce l’importanza dell’ascolto e della riflessione sulle esperienze di fede delle diverse comunità, compresa quella migrante. In questo contesto, la mobilità umana interpella la Chiesa a rinnovare la propria visione inclusiva, sia sul piano ecumenico che interreligioso.
L'appello alla comunità internazionale: integrazione come risorsa
In conclusione, il fenomeno migratorio in Italia è visto come una sfida da affrontare solo in termini emergenziali, ma come un'opportunità per il Paese. Le comunità di migranti rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita economica, sociale e culturale dell’Italia. Tuttavia, affinché questa opportunità si trasformi in una vera integrazione, è necessario che le politiche di accoglienza e inclusione siano più strutturate e durature.
Le sfide legate all'integrazione religiosa, lavorativa e sociale sono molte, ma l’esperienza delle nuove generazioni di migranti che nascono, studiano e lavorano in Italia offre un’opportunità straordinaria per rinnovare la società italiana, arricchendola di nuove prospettive, competenze e tradizioni