Mosaico di pace febbraio 2025

Tra Tonino Bello e papa Francesco

Dal 1985, Tonino Bello, vescovo di Molfetta, è presidente nazionale e leader carismatico non solo di Pax Christi ma di gran parte del movimento pacifista in Italia, fino al 1993, anno della sua morte. Con lui sappiamo che la pace “non è il lago di cigni dove precipitano i ruscelli delle nostre sdolcinate esaltazioni mistiche […]. Quello della pace è il discorso teologico più robusto e serio che oggi si possa fare, perché affonda le sue radici nel cuore del mistero trinitario” (Convivialità delle differenze). Contemporaneamente, è il discorso politico più realistico che possiamo avviare nel cambiamento d'epoca che stiamo vivendo dove il fenomeno bellico, oltre che assurdo e spietato, distrugge la politica, è totalmente ingiustificato e ingestibile per obiettivi di libertà, di giustizia e di sviluppo umano. Con lui la nonviolenza è definita arte politica e scienza della pace: “scienza articolata e complessa con tanto di formulazioni analitiche e di scelte rigorose. Che si avvale di grandi maestri e di una ormai incontenibile produzione bibliografica. Che fa perno attorno all’educazione e rielabora, in termini laici, l’antico motto dei profeti: o convertirsi o morire” (T. Bello, La speranza a caro prezzo, S. Paolo, 113).
Con lui diventa centrale, ben oltre il semplice pacifismo, la tematica della nonviolenza attiva. La pace viene offerta e praticata come “vocabolario”, come “parola tutta intera”:
- la pace come edificazione permanente sulla base dei quattro pilastri della Pacem in terris: verità (fatti), giustizia (diritti), libertà (scelte), amore (relazioni)
- la pace come beatitudine dinamica e itinerante (in piedi! afferma a Verona nel 1989 in uno degli incontri areniani promossi dai “Beati i costruttori di pace”), o come contempl-attività
- la pace da “osare per fede”, come “potere dei segni”, come “rinuncia-denuncia-annuncio”
- la pace come obiezione di coscienza e come coscienza dell’obiezione, rifiuto delle cause strutturali delle guerre e della preparazione alla guerra,
- la pace come intreccio di disarmo, giustizia e cura del creato,
- la pace come gestione e trasformazione dei conflitti, come difesa popolare nonviolenta (annunciata con tormento a Sarajevo nel dicembre 1992),
- la pace come ricerca del volto, come convivialità delle differenze,
- la pace come unico grande messaggio cristiano, come unica predicazione di una Chiesa del grembiule a servizio dei poveri, povera e samaritana,
- la pace come costruzione di un’Europa casa comune a servizio della pace mondiale,
- la pace come dialogo ecumenico e interreligioso, come educazione permanente.

Gioiosi messaggeri con papa Francesco

Il suo invito a diventare “cirenei della gioia” ci collega direttamente a papa Francesco, all'Evangelii gaudium (168), alla necessità di annunciare gioiosamente la buona notizia: “è opportuno indicare sempre il bene desiderabile, la proposta di vita, di maturità, di realizzazione, di fecondità, alla cui luce si può comprendere la nostra denuncia dei mali che possono oscurarla. Più che come esperti in diagnosi apocalittiche o giudici oscuri che si compiacciono di individuare ogni pericolo o deviazione, è bene che possano vederci come gioiosi messaggeri di proposte alte, custodi del bene e della bellezza che risplendono in una vita fedele al Vangelo”.
Papa Francesco si richiama spesso al pensiero di Tonino Bello. Lo cita con frequenza. Il suo viaggio ad Alessano e a Molfetta nell’aprile 2018 è stato un omaggio anche a Pax Christi. Splendido è il suo Messaggio del 1 gennaio 2017 “La nonviolenza, stile di una politica per la pace”. Una delle più belle novità del messaggio pontificio è il radicamento della nonviolenza nella vita di Gesù Cristo: “Gesù tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l'inimicizia […]. Essere discepoli di Gesù significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza” (n. 3). Ci siamo, pertanto, proposti di operare per il disarmo integrale (convenzionale e nucleare), la riduzione delle spese militari, la verifica della legge sul commercio delle armi, l'uscita delle banche dall'import-export di armi, la realizzazione di una Difesa civile nonviolenta, un'Europa autonoma e attivamente neutrale, il sostegno a pratiche di riconciliazione, la custodia del creato, il superamento del dominio della finanza speculativa, politiche di accoglienza, itinerari di educazione ai conflitti e di spiritualità della pace, la testimonianza di una Chiesa italiana disarmata e disarmante, conviviale e sinodale.


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