Mosaico di pace febbraio 2025
Dieci punti per la pace
1. Tenere conto dei segni dei tempi. I segni dei tempi sono le situazioni della storia nelle quali si realizza la chiamata del Signore; questa attenzione alla pace che, molte volte sollecitata dalla paura, sta però crescendo nella coscienza dell’umanità e nella stessa comunità cristiana, è un segno dei tempi.
2. Non dimentichiamo mai che il Signore è venuto a portare la “gloria a Dio nell’alto dei cieli e la pace in terra agli uomini che Dio ama” … Questo amore è la riconciliazione con Dio ma è anche la riconciliazione con gli uomini, soprattutto con i più poveri ed emarginati. Quando Gesù si presentò alla sinagoga (Lc 4, 19) annunciò un tempo di grazia ma anche l’annuncio della gioia ai poveri: ai poveri fisicamente (agli zoppi), ai poveri moralmente (ai contriti di cuore), ai poveri socialmente (ai prigionieri).
3. Abbiamo il magistero della Chiesa: il Concilio, i pronunciamenti dei papi, i documenti delle conferenze episcopali...All’inizio vi è l’enciclica Pacem in terris…
4. L’impegno della comunità cristiana a riflettere sulla pace, deve svilupparsi non sulla base delle ideologie, del buon senso, del prestigio politico, dei calcoli del potere, ma sulla base della Parola di Dio, del Vangelo… di un Vangelo che porta la Croce ma che attraverso la Croce porta la resurrezione che dà pace
5. Nelle omelie, nei catechismi, nella nostra educazione cristiana si punti sulla pace che nasce dalla conversione del cuore, da un cuore nuovo che si ispira alle Beatitudini, alla beatitudine della povertà, ad esempio, e alla beatitudine della mitezza, della mansuetudine, del non considerare più nessuno come nemico, a rifiutare la violenza, a ricercare sempre la riconciliazione.
6. Cercare la pace che nasce dalla conversione del cuore anche all’interno delle nostre comunità cristiane, delle nostre famiglie, la riconciliazione tra uomo e donna, tra le generazioni, tra i vari movimenti e i gruppi…
7. La riconciliazione dovrà nascere dalla conversione del cuore a contatto con i poveri. Le nostre comunità cristiane non rifiutino o non deleghino, ma sentano che il loro compito è di riconciliarsi e di chiedere perdono, di mettersi al servizio dei poveri...degli emigrati, dei carcerati, dei drogati, impegnate a cominciare di lì a costruire la pace .
8. Questa apertura del cuore ci porti all’apertura e al dialogo con i cosiddetti lontani... in un ecumenismo universale in un atteggiamento non di assalto ma di dialogo e di accoglienza; perché soltanto se sapremo accettare la verità che è in loro potremo offrire la verità che è in noi.
9. Sollecitare dai responsabili dei vari settori sociali, dai politici, da tutti coloro che hanno comunque una possibilità di influenza, che cessi la corsa al riarmo, che cessino le speculazioni, che cessino le mafie e che i siano gesti di fiducia, gesti di onestà, gesti di solidarietà, avviii unilaterali che possano portare poi a un disarmo bilaterale.
10. Preghiamo. Che la nostra preghiera non sia chiusa, egoistica, intimistica; sia l’incontro con Cristo... la nostra pace perché ci riconcilia con Dio e i fratelli; un incontro con i martiri della fede, della giustizia, della solidarietà. Preghiamo che sia santificato il suo nome , che l’umanità possa riconoscere la presenza di Dio (dare la gloria a Dio nell’alto dei nostri cuori). Ma che venga il suo Regno, cioè il mondo come Dio lo vuole, in cui gli uomini sono fratelli, riconciliati, sanno servirsi reciprocamente, ed è la pace in terra. Si compia la sua volontà… E allora Lui rimetterà i nostri debiti come noi sappiamo riconciliarci con i lontani, con i nemici, con gli emarginati. E allora potremo chiedere al Signore: liberaci dal male, libera noi e attraverso noi il mondo dal male, dalla fame, dalla povertà. Liberaci dalle cause del male che sono le nostre violenze, le nostre avidità, i nostri egoismi. Io sogno il giorno in cui tutti gli uomini canteranno la gloria a Dio quando vedranno che i cristiani sanno veramente impegnarsi per portare la pace in terra a tutti gli uomini. E così sia.