30 gennaio

Mohandas Gandhi, più comunemente noto come Mahatma Gandhi, è stato un politico, filosofo e avvocato indiano ed è riconosciuto in India come “padre della nazione”. 
Gandhi nasce in India il 2 ottobre 1869 da una famiglia benestante, grazie alla quale ha la possibilità di ricevere un’adeguata istruzione. Studia in Inghilterra come avvocato alla University College di Londra, ma tornerà a praticare la professione nella sua amata India. 
Il suo impegno nel sociale inizia quando viene a contatto col fenomeno dell’apartheid nel Sudafrica britannico: un evento che lo porta a una profonda evoluzione e a una ferma lotta per difendere i diritti civili degli indiani i questo territorio.
Agli inizi del Novecento, Gandhi dona il suo contributo nei primi boicottaggi verso l’Impero britannico e fomenta una nuova forma di resistenza senza far ricorso a metodi violenti. Dopo moltissime lotte in difesa del popolo indiano contro i soprusi dell’Impero e la sua prima prigionia, inizia per il Mahatma la sfida più grande: portare l’India all’indipendenza.
Gandhi è stato il fondatore della teoria politica ed etica della Satyagraha, ovvero della resistenza non-violenta, praticata attraverso la disobbedienza civile di massa, la sua vera arma di lotta. Per raggiungere l’obiettivo, punta all’autonomia e all’autosufficienza economica del paese. Il paese otterrà la sua indipendenza solamente nel 1947.
Dopo essersi esposto a favore della convivenza in India tra diverse religioni, Gandhi viene ucciso il 30 gennaio 1948 da un fanatico indù, all’età di 78 anni.


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