Un incontro. Un confronto. Anzi, un bell’incontro. Ieri sera, il salone di Santa Maria di Costantinopoli a Bisceglie era strapieno. E tanti, tra loro, giovani. In ascolto. Per confrontarsi su un tema delicato come la questione di genere. L’intento dell’incontro organizzato da Mosaico di pace (rivista promossa da Pax Christi) e dalla Parrocchia Santa Maria Di Costantinopoli era quello di creare un luogo di ascolto reciproco: “Dove c’è un muro c’è chiusura di cuore: servono ponti, non muri”, ci invita il Papa.

Un luogo dove ci si possa incontrare senza un necessario contraddittorio, dove nessuno ha la pretesa di convincere nessuno. Dove si condividano inquietudini e domande. Dove si riesca a sperimentare quella convivialità delle differenze, tanto cara a don Tonino Bello, che si traduce nella capacità di sedere al tavolo della stessa umanità, trattenendo per sé solo ciò che fa parte del proprio identikit personale. Pace è convivialità delle differenze.  

“Che genere di persona sei?” era il titolo del nostro incontro. Al tavolo dei relatori la teologa Selene Zorzi, per spiegare, in modo quanto mai chiaro e coinvolgente, che il sesso è diverso dal genere e che nessuno sostiene l’ideologia del gender. Ma gli studi di genere, che sono altra cosa, esistono. E servono, perché liberano le persone da stereotipi e pregiudizi. Perché restituiscono voce a tutte e a tutti. Accanto a lei Antonio Citro, bioetico. Quali paure le famiglie tradizionali nutrono di fronte alla parola genere? Quanto i condizionamenti culturali e sociali influenzano i nostri comportamenti sessuali? Infine Luciano Lopopolo, dell’Arcigay, che ha condotto la riflessione sull’importanza delle relazioni. Lo spunto una lettera aperta che alcuni omosessuali credenti (Nuova Proposta) hanno scritto a coloro che hanno aderito al Family Day di Roma di giugno scorso, a piazza San Giovanni: “Hai mai voluto approfondire questo tema? Hai mai desiderato conoscerci, sapere delle nostre vite? Forse avresti scoperto che non esiste nessuna ideologia del gender… Fratello mio, pensi alle ferite che le tue parole e azioni provocano al nostro cuore? Ti sei mai chiesto l’effetto che fa su noi, giovani omosessuali, vedere la forza con cui viene armata questa battaglia, nelle scuole, nelle parrocchie?”. Incontro genere Bisceglie

Siamo persone prima che identità sessuale. E, ancora una volta, papa Francesco diviene nostro maestro laddove ci ricorda, a proposito delle persone omosessuali, che prima c’è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona “non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore”.

La serata ha conservato sino alla fine il tono dialogico con cui era stata pensata e voluta. Persone diverse in ascolto reciproco. Perché gli integralismi non conducono all’incontro e le battaglie, ideologiche o di altro tipo, mietono solo vittime.

Facciamo nostro l’appello che l’Azione Cattolica e l’Agesci della diocesi di Molfetta hanno diffuso nei giorni scorsi: “… L’attenzione all’educazione di genere nelle scuole per noi è importante. L’omofobia esiste. La violenza sulle donne esiste. Il bullismo è una realtà. Educare allo stare insieme, al rispetto dell’altro, nei gesti, nel linguaggio, nel pensiero, educare all’accoglienza dell’altro diverso da me, al di là della condivisione o meno delle sue scelte di vita, di fede, di orientamento sessuale, è umano ed è a nostro avviso profondamente cristiano. Sappiamo bene che i temi in gioco sono molto seri, delicatissimi e che attengono a una rivoluzione di pensiero che investirà il futuro del nostro Paese. Perciò secondo noi è importante non arroccarsi nelle proprie posizioni, ma provare a interagire, mediare, individuare strade praticabili. La vita quotidiana insegna che i fondamentalismi non pagano e sono sempre molto pericolosi. Una Chiesa in uscita, che prova a sporcarsi le mani sul terreno del dialogo, non sarà sempre vincente ma conquisterà la stima e l’autorevolezza di tutti, anche dei non credenti e potrà sempre più essere ascoltata in una realtà così complessa e bisognosa di parole e persone significative”.

 

Scritta dall'Azione Cattolica diocesana e i gruppi scout Agesci della diocesi di Molfetta Ruvo Terlizzi

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