Eh sì, davvero, ci sono giorni in cui i sentimenti e le emozioni si accavallano in un modo così coinvolgente che quasi non te ne rendi conto, e ti sembra di vivere in un'altra dimensione, in un altro mondo.
È sabato 2 aprile, sono in viaggio verso Genova per una marcia della pace promossa da quasi 30 associazioni, le più diverse tra di loro accanto ai Portuali, i lavoratori del porto di Genova che dal 2019 si sono rifiutati di caricare le armi sulle navi. Sono stati denunciati e rischiano penalmente ed economicamente. Ma hanno messo al primo posto la loro coscienza e il no alla guerra e alla sua preparazione. E mentre viaggio verso Genova penso all’incontro imprevisto, in mattinata, con due carissime suore di Sarajevo. Eravamo al funerale di una giovane amica comune che, con tutta la sua famiglia, ha fatto molto per la gente di Sarajevo, quella città martire che ha visto iniziare l’assedio proprio in questi giorni, era il 6 aprile 1992 ed è poi durato 4 anni. “Non vieni più a trovarci?” mi sussurra sr. Genoveva mentre la saluto prima che inizi il corteo verso il cimitero. E ti viene un nodo alla gola, perché sì, ti senti in colpa di non avere ricordato con costanza e affetto chi la guerra l’ha vissuta davvero. Un po’ ti vergogni, ti ricordi che anche Louis Sako, il Patriarca caldeo di Baghdad, amico carissimo, ogni volta che lo incontro, in Italia, mi rimprovera di non andare più a trovarlo in Iraq, dove sono stato l’ultima volta il 6 marzo 2013. E anche lì un po’ ti vergogni… anche se vorresti dirglielo che Sarajevo, Baghdad, Mosul, Kirkuk, Karamles li hai sempre nel cuore. Perché chi vive sa che cosa è la guerra, vissuta sulla propria pelle. Poi pensi a chi è arrivato, proprio la mattina di sabato 2 a Leopoli, con la carovana di pace, amiche e amici carissimi, che sono lì anche a nome tuo… E pensi, pensi…
Nel frattempo arrivo a Genova. Piove. Prima di iniziare tante interviste. Molti i giornalisti presenti. È un bel segno. Li abbiamo ringraziati. E infatti se guardate un po’ sui social (Pax Christi Italia, tra gli altri) trovate molti articoli e video, anche il video completo del pomeriggio, con tutti gli interventi: https://youtu.be/_n6lbT9AN-k
La manifestazione a Genova aveva questo titolo: “La guerra inizia a Genova. Tutte le guerre passano dai porti. Marcia per la pace e contro le armi nel porto”. Promossa da circa 30 associazioni di ogni ispirazione, cristiana o laica. Sono intervenuti il vescovo di Savona d. Gero Marino, e di Genova, p. Marco Tasca. Sono giunti anche i saluti del vescovo Presidente di Pax Christi, d. Giovanni Ricchiuti e del vescovo Presidente della Commissione Giustizia e Pace della CEI, d. Luigi Renna. Grandi applausi dopo l’intervento di Josè, rappresentante del C.AL.P., i portuali che obiettano. Ci ricorda il loro impegno di scelta contro la guerra e chiedono il rispetto della 185/90 con una lettera firmata da tutti i promotori e inviata all’Autorità Portuale. Altri interventi di Carlo Cefaloni, a nome di Economia disarmata e Movimento Focolari. Di Carlo Tombola, a nome di Weapon Watch. E Daniela Ferrara, Capo Guida d’Italia dell’Agesci. Un pomeriggio davvero intenso, si potrebbe dire… bello, pieno di speranza di pace. Di gente che la pace la vuole costruire davvero, come chi era in carovana a Leopoli in quelle ore.
Poi torni a casa, con un grande fermento e inquietudine dentro. Ripensi a don Tonino, ricordato più volte in quella piazza san Lorenzo di Genova, alla convivialità delle differenze, al suo sogno a Sarajevo: Gli eserciti di domani sono questi, uomini disarmati. Incontri i ragazzi e le ragazze alla messa dio domenica mattina, i loro disegni e pensieri di pace.
Poi però alla sera ti trovi in Tv il segretario Generale della NATO, Stoltenberg, felice e contento della decisione del Governo e Parlamento Italiano di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, per arrivare a 104 milioni di € al giorno. Ti viene una grande tristezza e anche un po’ di… rabbia. Sentir citare oggi il motto latino, se vuoi la pace prepara la guerra. Con quello che stiamo vivendo! Si per qualcuno la guerra è proprio solo un grande affare! E le lobby delle armi brindano.
Resta il Papa a non tacere, anche da Malta. Restano i Portuali. Restiamo noi, donne e uomini di pace, chiamati a un lavoro duro e a non perdere la speranza.