Sì, diciamolo una volta per tutte: la colpa è loro! Sì, la colpa è di chi vuole pace.
“La voglia di pace è grande… Tale intenso e sano desiderio può tuttavia generare equivoci, accecarci”. Così scrive Goffredo Buccini, sul Corriere della Sera del 14 dicembre 2022. E il titolo è ancora più chiaro: “Noi e il ‘ciecopacifismo’ (che tanti danni ha fatto)”. E io che pensavo di vivere la giornata di oggi ricordando i 50 anni dell’entrata in vigore della legge sull’Obiezione di Coscienza, la 772/72. E di ricordare che proprio in questi giorni è in Italia Alexander Belik, obiettore di coscienza russo. Io che volevo ricordare Vitaliy Alekseinko, obiettore di coscienza ucraino, processato lo scorso 12 dicembre, che, per le sue convinzioni religiose, non intende prestare servizio militare e imbracciare le armi, e vorrebbe sottoporsi a un servizio alternativo.
Diciamolo: in tutta questa tragedia c’è anche molta colpa loro. Come è colpa di Yuri e di Katia, incontrati a Kiev lo scorso 29 settembre, rappresentanti di migliaia di nonviolenti e obiettori ucraini.
E io che pensavo che le guerre fossero colpa degli eserciti, dei capi che la ordinano ai sudditi, dei grandi produttori di armi che ci guadagnano. Che la colpa fosse di quei 2000 miliardi che il mondo ha speso in armamenti nel 2021. Per la guerra in Afghanistan (e chi se lo ricorda più l’Afghanistan?), solo l’Italia spendeva 2 milioni di euro al giorno.
La colpa è di chi vuole la pace. Ora l’ho capito!
Pensavo che i bombardamenti sullo Yemen fossero colpa dell’Arabia Saudita, a cui anche l’Italia ha venduto quantità enormi di bombe della Rwm, prodotte in Sardegna.
No, mi sono sbagliato. Sta a vedere che la colpa è di quegli ‘accecati’ del Calp che lavorano al porto di Genova che si rifiutano di caricare le armi sulle navi, dirette proprio in Arabia Saudita.
Diciamolo che è colpa loro, e sia finita qui.
Potremmo continuare con la Turchia, l’Egitto, Israele. Oppure il Qatar, a cui l’Italia ha venduto 958 milioni di euro in armi nel 2021. Sicuramente sfogliando il Corriere della Sera sarà possibile trovare tutte queste informazioni sull’export di armi, sulle spese militari, sui nuovi sistemi di armamenti. Ne sono certo. E anche la notizia che l’Italia ha autorizzato nel 2015 una vendita di 94 blindati Lince a Putin, per un valore di oltre 25 milioni di euro, violando l’embargo europeo. E io che invece nel lontano 10 dicembre 2000 firmavo una lettera con quel sant’uomo di don Oreste Benzi, in cui chiedevamo conto del perché con Putin, dopo la tragedia della Cecenia, l’Italia facesse accordi di cooperazione militare con le leggi 397-398. Sta a vedere che la colpa è anche mia e di don Oreste!
Mettiamola sul ridere, ma c’è da piangere se questo è il livello di certi giornali.
Per fortuna papa Francesco, molto applaudito e poco ascoltato, a Redipuglia il 13 sett. 2014 disse: “Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!”
E sempre Francesco, in un messaggio ai giovani del 6 luglio scorso, scrive “Franz Jägerstätter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI… quando venne chiamato alle armi si rifiutò, perché riteneva ingiusto uccidere vite innocenti... Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici”. Altro da aggiungere? Nulla.
Ognuno valuti, rifletta, si informi, scelga da che parte stare e cosa leggere.
Io mi prendo le mie colpe e sto con gli obiettori. E… buon anniversario.