Ci mancava anche Cadorna. Ne sentivamo proprio un immenso bisogno! Proprio lui che amava ripetere: "Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini".

Questi sono giorni di dolore, morte. Il cuore è lacerato. E non si trovano le parole giuste per dire quello che viviamo. E soprattutto quello che stanno vivendo le vittime innocenti. Ma a Verbania, molto vicino a casa mia, sabato scorso, si è inaugurato il restauro del mausoleo di Luigi Cadorna. Non voglio scatenare polemiche inutili, soprattutto in queste ore così tragiche. Ma offrire semplicemente uno spunto di riflessione sulla "cultura della guerra".
Non dico che forse era meglio abbattere questo monumento. Ci mancherebbe… Ma inaugurare un restauro affermando che Cadorna è “una figura da riscoprire perché oltre a essere un militare aveva anche una visione politica di vastissimo respiro e cioè ragionava sull'Italia e dell'Italia guardando all'Europa” è davvero incommentabile!
Forse dobbiamo ricordare che cos’è stata la Prima guerra mondiale, e lo faccio con le parole di don Lorenzo Milani, 23 febbraio 1965: “L'Italia aggredì l'Austria con cui questa volta era alleata… Avete detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000 morti? Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508)? Era dunque la Patria che chiamava alle armi? E se anche chiamava, non chiamava forse a una «inutile strage»? (L'espressione non è d'un vile obiettore di coscienza ma d'un Papa canonizzato).”
Quella guerra ha causato circa 26 milioni di morti tra militari e civili. 650.000 solo tra gli italiani. Su 5 milioni e 500 mila mobilitati per la Prima guerra mondiale 870.000 militari denunciati, 470.000 per renitenza, 350.000 processi celebrati, 170.000 le condanne, di cui 111.000 per diserzione. Oltre 4.000 condanne a morte, 750 eseguite.
"Il superiore - si legge in una circolare firmata da Cadorna - ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacchi".
Ho letto, se non erro, perché mi sono limitato a leggere quanto riportato dai social, che qualcuno ha affermato che Luigi Cadorna “fu il comandante più capace e lungimirante della Grande Guerra.” Temo che la grande assente sia stata la Costituzione Italiana che ‘ripudia la guerra’.
Stiamo attenti, perchè, come in questo caso, la retorica quasi scontata diventa "cultura di guerra".
E se la Prima guerra mondiale fu una "inutile strage", tessere le lodi di uno dei più grandi responsabili di quella "strage" diventa… pericoloso anche per l’oggi.
O ci sono stragi belle e stragi brutte? E i morti? Le vittime? Contano meno a seconda della bandiera e delle alleanze?


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