Approvato in questi giorni l’accordo Italia-Albania sui migranti. Per il Presidente della Commissione CEI per le migrazioni, il Vescovo di Ferrara mons. Gian Carlo Perego è la dimostrazione della “incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa nel nostro Paese”.
“L’Italia - afferma Perego – è al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti” e commenta così l’investimento di 673 milioni destinati dal nostro governo a questo progetto: “veramente milioni buttati in mare”. Senza contare che le risorse per delocalizzare il “problema” di chi fugge dalla propria terra, conclude Perego, si uniscono ad altre: quelle per gli armamenti, cresciute del 3,7%, rispetto all’anno precedente, che hanno raggiunto nel mondo la cifra record di 2.240 miliardi.
Quindi, riassumendo: le vittime della guerra sono ‘effetti collaterali’, non persone umane uccise. Chi arriva nel nostro Paese non sono persone umane che emigrano, ma ‘carichi residuali’. E tra pochi giorni, 26 febbraio, sarà un anno dalla strage di Steccato di Cutro.
E anche il disegno di legge di iniziativa governativa sull'autonomia differenziata sembra proprio rispondere a questa logica, quella dello scarto.
Spedire i migranti in Albania (che faceva parte dell’Impero fascista dal ’39 al ’43) è nella direzione di un egoismo di Stato, che ben spiega don Mimmo battaglia, arcivescovo di Napoli, che ha scritto lo scorso 29 gennaio: “Dico il mio No alla legge della cosiddetta Autonomia Differenziata, … contiene nel suo corpo la divisione, intesa come volontà egoistica e come perverso progetto politico. C’è una sorta di riaffermazione della diversità come contrasto inevitabile tra la propria superiorità e l’altrui inferiorità. C’è non solo l’imposizione di un proprio diritto, ma la negazione di quelli degli altri. … Insomma, si realizza, anche nelle istituzioni, quella dinamica apparentemente incontrollabile, che legittima l’ingiustizia più grave. Quella che fa i pochi ricchi nel mondo più ricchi e il novanta per cento degli esseri umani più poveri”.
E conclude don Mimmo: “Che il Vangelo e la Costituzione, in questo tempo complesso e difficile, che chiede la generosità e l’impegno politico di tutti, ci tolgano il sonno, rendano inquieti i nostri riposi, divengano un peso sulla nostra coscienza, fino a quando ogni riforma e ogni legge, anche la più piccola, non sia orientata al bene di tutti, iniziando dai più fragili, che un giorno scopriremo essere la cosa più preziosa che ci era stata data in dono dalla vita..”