24 maggio 1915: l'Italia dichiarava guerra all'Austria. Non era una guerra di difesa...

Quanta retorica in questi anni e oggi ancora di più. "Dio, Patria e famiglia, gli eroi che hanno difeso la patria!" La canzone del Piave che "mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio" l'abbiamo imparata sui banchi di scuola, ma la sentiamo ancora suonare e cantare in molte manifestazioni. La bugia e la criminalità della guerra hanno bisogno della retorica, per creare consenso. Oggi forse più di ieri.

La canzone del Piave fu scritta nel 1918 per sollevare il morale delle truppe.

E così i circa 650.000 morti, solo tra gli italiani, vengono chiamati eroi, e non – come sarebbe giusto – carne da macello, mandati a morire nelle trincee. E quanti furono quelli che 'obiettarono'?

Non ripeto quanto già scritto lo scorso anno: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/l-opinione-di/3679-24-maggio-il-piave-continua-a-mormorare

            Cresce sempre più la retorica della guerra: la richiesta di tanti soldi (2% del PIL per le armi) e tanti uomini (ne servono 10.000, dice il Gen. Masiello). Si entra nelle scuole a fare propaganda. Si propone la leva militare per una guerra inevitabile, giusta e magari anche benedetta, se non proprio santa.

            Don Lorenzo Milani scriveva ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell'11 febbraio 1965. "L'Italia aggredì l'Austria con cui questa volta era alleata... Avete detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000 morti? Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508)? Era dunque la Patria che chiamava alle armi? E se anche chiamava, non chiamava forse a una «inutile strage»? (l'espressione non è d'un vile obiettore di coscienza ma d'un Papa canonizzato)".

In questi giorni, a Stresa vicino a casa mia, si ritrovano i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali dei Paesi del G7.

Chissà se parleranno di una economia di pace o di guerra?

Chissà se qualcuno leggerà loro anche solo due righe della Fratelli Tutti: “Con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa. (FT. 262)

Sì, c'è molta retorica di guerra… E il Piave? Mormora! Pensiamoci bene prima di cantare il Piave o di pensare che quelli del G7 difendano il bene dell'umanità.

 


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