Olga Karach è una straordinaria attivista pacifista bielorussa, impegnata, con l’organizzazione Our House, di cui è presidente, su tutto il fronte dei diritti umani. Conosciuta e stimata dal movimento pacifista italiano, ha avuto il premio Langer 23.
L’ho incontrata a Vienna, per il Summit for Peace in Ukraina nel luglio 2023 e ho condiviso con lei a Verona, in occasione di Arena ’24, non solo il momento pubblico dell’incontro dei Movimenti popolari dove era relatrice in uno dei Tavoli, ma anche momenti di incontro personale. Olga è dovuta fuggire, con suo marito e i suoi bambini, in Lituania, perché rischiava la vita sotto il regime di Lukašėnka. L’8 luglio il tribunale regionale di Brest l’ha condannata a 12 anni di carcere in base alle seguenti imputazioni: cospirazione o tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali”, “aiuto ad attività estremiste “creazione di una formazione estremista” (parte 1 e parte 3 dell’articolo 361-1 del CC), “screditamento della Repubblica di Bielorussia” e “diffamazione di Aliaksandr Lukashenka”. Come tutte le attiviste e tutti gli attivisti nonviolenti dell’area russa/ucraina/bielorussa, che vivono un’esposizione estrema, sotto tutti i profili, Olga ha bisogno del massimo sostegno da parte del mondo nonviolento europeo, innanzi tutto in termini di informazione sul suo caso.