Sono passate da poco le 22. È buio in tutto il reparto dell’ospedale di Borgomanero. In camera entrano due infermiere con una piccola lucina. “Come va? Tutto bene? Bisogno di qualcosa?”.

Sono gentili, sorridenti, umane... Come del resto anche gli infermieri un po’ prima (ma loro non avevano la lucina, era ancora tutto illuminato). Poi vanno dal vicino di letto, stessa scena... Prendo in mano il cellulare e leggo dell’approvazione alla Camera del Ddl 1660: REATO blocco stradale, manifestazioni contro grandi opere, proteste anche passive, proteste in carcere e nei Cpr,... E tante altre decisioni, anche sul telefonino ai migranti. Un Ddl scandaloso! Vergognoso!  Disumano! Spengo il cell, e penso alla richiesta del ministro Crosetto di spendere 7 miliardi in più per nuovi F35.

Un ulteriore passo verso la guerra!

Sul comodino ho la vignetta con un letto di ospedale mimetizzato da F35, per evitare i tagli alla sanita. Una copia la consegno anche al primario, che sorride. Sì, perché mentre la Sanità diventa sempre più privata, un privilegio per ricchi, non un diritto per tutti, qui siamo in un ospedale pubblico! E mi vengono in mente gli ospedali bombardati di Gaza. Le scene viste con i miei occhi negli ospedali a Baghdad, durante la guerra e l’embargo. A Kabul c’era quello di Emergency, ma l’Italia spendeva in Afghanistan 2 milioni di euro al giorno per la guerra, non per gli ospedali. E anche a Baghdad, Sarajevo, Odessa. Quanti bambini, donne, uomini, anziani vorrebbero vedere una lucina avvicinarsi e il volto di una infermiera, OSS, medico, chiunque esso sia, che ti chieda “Come va?”. E con una medicina in mano. E invece troppe persone vedono solo le luci delle bombe, dei missili, non delle cure.

Passano pochi minuti e le infermiere, dopo aver prestato le cure al vicino, spengono le luci grandi, ed escono dalla camera salutando... “Se avete bisogno chiamate...” Quasi quasi schiaccio il pulsante e le richiamo. Non per me, ma per questo mondo travolto sempre più da guerre e violenze, da odio e razzismo... E invece ci sarebbe bisogno di cure. Di quella lucina nel buio della notte. Di chi ti chiede, con il sorriso: “Come va? Ha bisogno di qualcosa?”

 


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