“Perché solo la corsa agli armamenti può salvare l’economia europea. Un massiccio rafforzamento militare in tutta Europa potrebbe ottenere ciò che i governi non sono riusciti a fare negli anni: dare una scossa a un'economia stagnante…
La Commissione Europea, braccio esecutivo dell'Unione Europea, questo mese ha svelato l'iniziativa ReArm Europe volta a mobilitare circa 800 miliardi di euro, equivalenti a circa 868 miliardi di dollari, per la spesa militare”.
È quanto si legge su MILANO FINANZA, in un articolo di Tom Fairless (The Wall Street Journal) del 13 marzo scorso.
Grazie a Milano Finanza, che senza giri di parole ci dice ‘papale papale’ che ‘solo la corsa agli armamenti può salvare l’economia europea’.
È finito il carnevale, si tolgono le maschere ed emerge il vero volto degli interessi per una economia di guerra. Che dire? Agghiacciante!
Lo sentiamo ogni giorno in Tv o sui giornali, da raffinati ed eleganti opinionisti, giornalisti, politici, tutti in giacca e cravatta a parlare di guerra che altri devono fare. Parlare di guerra in modo crudelmente asettico oggi è la parola d’ordine: “La pace si costruisce con le armi, non con le margherite”, forse pensando alla canzone ‘Proposta’ de I Giganti del 1967: Mettete dei fiori nei vostri cannoni… E gli insulti contro chi si impegna per il disarmo e la nonviolenza a volte sono pesanti.
Sì, perché gli interessi della Borsa, dei mercanti di morte sono sacri e intoccabili.
E a proposito di Borsa… ricordiamo che oggi sarebbe il compleanno di don Tonino Bello, 90 anni! Lo ricordiamo con le parole del suo ultimo Giovedì Santo, pochi giorni prima della sua morte, 20 aprile 1993. “Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo, amatelo con tutto il cuore, prendete il Vangelo tra le mani... Poi amate i poveri. Amate i poveri perché da loro che viene la salvezza, ma amate anche la povertà. Non arricchitevi. Non va. Nel gioco della vita è sempre perdente chi vince sul gioco della Borsa”.
Si tratta di scegliere, anche noi oggi, da che parte stare. Grazie don Tonino.