“Il viaggio del Vangelo nel mondo, che San Luca racconta negli Atti degli Apostoli, è accompagnato dalla somma creatività di Dio che si manifesta in maniera sorprendente.
Dio vuole che i suoi figli superino ogni particolarismo per aprirsi all'universalità della salvezza. Questo è lo scopo: superare i particolarismi ed aprirsi all'universalità della salvezza, perché Dio vuole salvare tutti. Quanti sono rinati dall'acqua e dallo Spirito – i battezzati – sono chiamati a uscire da sé stessi e aprirsi agli altri, a vivere la prossimità, lo stile del vivere insieme, che trasforma ogni relazione interpersonale in un’esperienza di fraternità […] Chiediamo oggi la grazia di lasciarci stupire dalle sorprese di Dio, di non ostacolare la sua creatività, ma di riconoscere e favorire le vie sempre nuove attraverso cui il Risorto effonde il suo Spirito nel mondo e attira i cuori facendosi conoscere come il «Signore di tutti» (At 10,36)”.
Le parole di papa Francesco, durante l’udienza dedicata (da qualche mese) agli Atti degli Apostoli il 16 ottobre 2019, si collegano alla sua idea di Chiesa “in uscita”, alla fede come cammino conviviale, alla fantasia dello Spirito. L’universalità richiamata nell'udienza fa risuonare sia le parole del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato ad Abu Dhabi, assieme al grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019, sia l’introduzione al Sinodo per l’Amazzonia che si sta celebrando a Roma.
Il documento di Abu Dhabi afferma che il pluralismo e le diversità sono frutto di “una sapiente volontà divina” che rappresenta “l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”. All'inizio del Sinodo Panamazzonico, il 6 ottobre scorso, Francesco rammenta che “la Chiesa sempre è in cammino, sempre in uscita, mai chiusa in se stessa. Gesù non è venuto a portare la brezza della sera ma il fuoco sulla terra […], un fuoco d’amore che illumina, riscalda e dà vita, non un fuoco che divampa e divora”, non quello dei nuovi colonialismi e degli interessi che distruggono l’Amazzonia dove “tanti fratelli e sorelle hanno speso la loro vita […]. Per loro, per questi che stanno dando la vita, adesso, per quelli che hanno speso la propria vita, con loro, camminiamo insieme”. Con centinaia di persone come Chico Mendes, Dorothy Stang, Berta Caceres...Con i camminanti del grande movimento giovanile per la cura della terra. Le parole di Francesco aprono la mente, riscaldano il cuore, attivano la nostra responsabilità.