Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa” (a Hiroshima 24 novembre 2019).

La solenne condanna non solo dell’uso ma anche del possesso degli armamenti atomici che Francesco ha pronunciato da Hiroshima e Nagasaki fa volare il pensiero politico oltre le miserie della geopolitica contemporanea mettendo a nudo le nostre immense incoerenze e contraddizioni. Ciò che colpisce è il silenzio degli esponenti politici e, tranne eccezioni, della Chiesa italiana che anche in questo caso non riesce ad accogliere con slancio e convinzione il magistero del papa.

Due sono le domande imbarazzanti che rivelano l’incoerenza o “l’ipocrisia armamentista” di molti.

La prima. “Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi da guerra?” (ad esempio le B61-12, gli F-35 e altro).

La seconda. “Come possiamo proporre la pace se usiamo continuamente l’intimidazione bellica nucleare come ricorso legittimo per la risoluzione dei conflitti?” (ad esempio con il mancato rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare e la mancata sottoscrizione del Trattato ONU del luglio 2017 per la messa al bando delle armi nucleari).
Il suo monito si rivolge, dunque, a quei paesi, tra i quali l'Italia che continuano ad ammodernare l'arsenale atomico con nuove bombe (trasportabili dagli F-35).

L’intervento del papa segna anche un ulteriore passo nel magistero sociale della Chiesa, annunciato in molti interventi come nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017 sulla “nonviolenza come stile di una politica per la pace”. Francesco ci offre alcune tappe obbligate del cammino verso il disarmo. Esse riguardano la storia (fare memoria), l’etica e l’antropologia (risvegliare la coscienza e purificare la psicologia), l’economia politica (tagliare i guadagni per "fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi"), il diritto (multilateralismo, creazione strumenti efficaci per il disarmo), l’ecologia (“l’energia atomica per fini di guerra è un crimine contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”), la società civile (essere cittadini responsabili del destino comune), la chiesa (“irrevocabilmente impegnata nella decisione di promuovere la pace”).