Gli interventi bergogliani contro il clericalismo sono numerosi e si collocano tutti dentro la sua visione di Chiesa discepola di Cristo, conviviale, samaritana, solidale, nell’ottica della Evangelii gaudium del 2013, testo base di tutto il suo magistero.
Il clericalismo spegne la profezia
Il clericalismo è «una delle deformazioni più grandi» che deve affrontare la Chiesa in America latina, scriveva Francesco in una lettera inviata al cardinale Marc Oullet, sottolineando che il clericalismo «va spegnendo poco a poco il fuoco profetico di cui l’intera Chiesa è chiamata a rendere testimonianza nel cuore dei suoi popoli». Per il Pontefice «abbiamo generato una élite laicale credendo che sono laici impegnati solo quelli che lavorano in cose “dei preti”, e abbiamo dimenticato, trascurandolo, il credente che molte volte brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la fede», e invece «non è il pastore a dover dire al laico quello che deve fare e dire» nella vita pubblica.
Una vera perversione
«Il clericalismo è una vera perversione nella Chiesa. Il pastore ha la capacità di andare davanti al gregge per indicare la via, stare in mezzo al gregge per vedere cosa succede al suo interno, e anche stare dietro al gregge per assicurarsi che nessuno sia lasciato indietro. Il clericalismo invece pretende che il pastore stia sempre davanti, stabilisce una rotta, e punisce con la scomunica chi si allontana dal gregge. Insomma: è proprio l’opposto di quello che ha fatto Gesù. Il clericalismo condanna, separa, frusta, disprezza il popolo di Dio […]. Il clericalismo è una vera perversione perché confonde il ‘servizio’ presbiterale con il ‘potere’ presbiterale» (dialogo del 5 settembre 2019 con i gesuiti di Mozambico e Madagascar).
A volte divento anticlericale
L’insistenza con la quale papa Francesco denuncia la «peste» nonché la «piaga» o la «perversione» del clericalismo nella Chiesa induce, infatti, a ritenere che non siamo di fronte ad affermazioni estemporanee, ma ad un chiaro pensiero teologico e pastorale. Significativo quanto papa Francesco confidò a Eugenio Scalfari nell’intervista del 1° ottobre 2013: «Quando ho di fronte un clericale, divento anticlericale di botto. Il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo».
In passato con il vocabolo clericalismo si definiva la tendenza, da parte del potere ecclesiastico, a uscire dall’ambito religioso per intervenire in quello della società civile e dello Stato al fine di determinarne le scelte e gli orientamenti, utilizzando come strumento di intervento il clero e le sue organizzazioni. Nel linguaggio di papa Francesco, invece, assistiamo ad uno spostamento semantico. Il clericalismo non è (più) concepito come un qualcosa di esterno alla Chiesa che ha a che fare con una sua indebita ingerenza nelle questioni temporali, ma essenzialmente come qualcosa di interno alla Chiesa, che rischia di stravolgerne la natura profonda ed evangelica.