Misericordia e tenerezza sono le parole in assoluto più utilizzate da papa Francesco. La parola misericordia è la traduzione biblico-teologica sia della parola tenerezza (in ambito psico-sociale) che della parola nonviolenza (in ambito etico-politico).
Strada di giustizia e di pace
Misericordia non è una parola vaga, sentimentale, osserva il papa a Isernia il 5 luglio 2014, ma “ è profezia di un mondo nuovo, in cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità […]. Non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto […]. E’ la strada che veramente ci avvicina alla giustizia e alla pace.” E’ tempo, dunque, di “risvegliare in noi la capacità di guardare all'essenziale. E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre (Gv 20,21-23)” (11 aprile 2015).
Profezia di un mondo muovo
Nel novembre 2015, l’apertura della porta della cattedrale di Bangui nel Centro Africa, inchiodato alla croce delle guerre, apre l'Anno della misericordia che il papa definisce come “legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona” (Misericordiae vultus 2, 15), “ostinata resistenza dell'umano” (Laudato si 11, 111, 112), “fioritura di un'altra umanità” (Pasqua 2015, Lampedusa 2013, Lesbo 2016). Nel pensiero bergogliano la misericordia ha un forte dimensione sociale e politica. E' spostare lo sguardo sui volti per rovesciare la logica del nemico e dello scarto. E' ricerca delle cause dell'ingiustizia e della violenza a partire dal nesso guerre-miseria-dissesto ambientale-migrazioni forzate.
Misericordia come disarmo integrale
Misericordia è partire dai fatti (“la realtà è più importante dell'idea”) e affrontare i conflitti verso la “comunione nelle differenze” (Evangelii gaudium, 221-237). E' disarmare le menti, i cuori, i territori, la pedagogia, l'economia, la politica, le religioni. Bergoglio propone una geopolitica della misericordia in modo laico: non benedice alcuna “guerra santa”, svuota di senso il millenarismo apocalittico. Evidente il richiamo alla misericordia come disarmo integrale, come il contrario delle guerre: “La misericordia di Dio agisce sempre per salvare. È tutto il contrario dell’opera di quelli che agiscono sempre per uccidere: ad esempio di quelli che fanno le guerre” (27.1.2016).
La rivoluzione della tenerezza
Essa realizza ciò che in ambito psico-sociale il papa chiama spesso tenerezza. In Evangelii gaudium 88 il papa osserva che “il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste [...]. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza”. In Fratelli tutti 194 chiarisce che la tenerezza opera anche nella politica come “amore che si fa vicino e concreto” come “movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani”. Atto radicale e globale. Perché “la tenerezza è combattiva” (Evangelii gaudium 85).