"Che ognuno di voi possa diventare 'poeta della pace'! Fatevi poeti di pace: avete capito? Poeti di pace".
Così il papa lunedì 28 novembre durante un incontro con studenti e docenti impegnati in progetti di "educazione alla pace e alla cura.
Poeti, sognatori e profeti
Nel pensiero bergogliano, simile a quello di Tonino Bello, essere poeti significa a un tempo essere creativi, sognatori diurni, capaci di costruire nell'impegno quotidiano il dono della pace, annuncio di novità per la famiglia umana. Bellissima e altamente educativa la sua riflessione che ha proposto le figure di testimoni, poeti e sognatori, come Francesco d'Assisi ("ribelle e sognatore"), Giovanni XXIII (con la sua "Pacem in terris"), Martin Luther King (con il suo sogno del 1964), Jorge Luis Borges (e la sua composizione "Poesia dei doni").
Studiare l'attualissima Pacem in terris
Giovanni XXIII, osserva Francesco, è il papa della pace, perché "in quegli inizi difficili degli anni Sessanta marcati da forti tensioni – la costruzione del muro di Berlino, la crisi di Cuba, la guerra fredda e la minaccia nucleare – pubblicò la famosa e profetica Enciclica Pacem in terris. L'anno prossimo saranno 60 anni, ed è attualissima! Papa Giovanni si rivolse a tutti gli uomini di buona volontà, chiedendo la soluzione pacifica di tutte le guerre attraverso il dialogo e il disarmo […]. Per questo vi invito leggere e studiare la Pacem in terris e a seguire questa strada per difendere e diffondere la pace".
Sognare in grande con Martin L. King
L'anno dopo, continua il papa, un altro profeta del nostro tempo, Martin Luther King, premio Nobel per la pace nel 1964, "in un contesto americano fortemente segnato dalle discriminazioni razziali, aveva fatto sognare tutti con l'idea di un mondo di giustizia, libertà e uguaglianza. Disse: 'Io ho un sogno: che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per la dignità della loro persona'. E voi, ragazzi, ragazze: qual è il vostro sogno per il mondo di oggi e di domani? Vi incoraggio a sognare in grande, come Giovanni XXIII e Martin Luther King".
Completare la poesia dei doni
A conclusione del suo intervento, Francesco ha spronato ad accogliere l'invito di J.L.Borges a completare (con la vita) la sua stupenda "Poesia dei doni". Il grande scrittore argentino, dopo aver ringraziato studiosi, artisti, paesaggi e "la diversità delle creature che compongono questo singolare universo", termina il suo scritto scrivendo: "ringraziare voglio per Whitman e Francesco d'Assisi, che scrissero già questa poesia / per il fatto che questa poesia è inesauribile/ e si confonde con la somma delle creature/ e non arriverà mai all'ultimo verso/ e cambia secondo gli uomini".
Ringraziando
Con questo spirito si può diventare "poeti della pace", cioè abitare poeticamente (creativamente) il mondo, pronti a costruire con fiducia un futuro buono e conviviale. Magari anche noi ringraziando papa Francesco e tutta la immensa famiglia degli operatori e delle operatrici di pace diversamente viventi della cui eredità vogliamo farci carico.