“La vendita delle armi. Oggi credo che nel mondo questa sia la peste, la peste più grande: l’affare, la vendita delle armi”. Le risposte del Papa ai giornalisti durante il volo di ritorno dall’Africa, il 5 febbraio 2023, toccano un tema scottante che solo lui, tra le personalità internazionali, mette in evidenza da anni. E per questo viene silenziato o attaccato.

Calamità, scandalo, ipocrisia, ingiustizia, peccato
Ultimamente, tornando dal Bahrein, dichiara che il commercio delle armi rappresenta “la più terribile calamità” (6 novembre 2022). Nei mesi scorsi aveva detto più volte che produrre e vendere armi costituisce “un grande scandalo” (Pasqua 2021), “la più grande struttura del peccato e dell’ingiustizia” (5 febbraio 2020), “la grande ipocrisia” ( 22 febbraio 2020). Aveva anche scongiurato i fabbricanti e trafficanti di armi a “cessare totalmente la loro attività” (16 ottobre 2021).

La vendita di armi è al top
Il problema è gigantesco, diffuso. Anche in Africa, incalza il Papa, “Qualcuno mi diceva che con quello che si spende in un anno per le armi si potrebbe eliminare la fame nel mondo […]. Ma oggi, al top, c’è la vendita delle armi. E non solo tra le grandi potenze, anche con questa povera gente. Gente a cui, con questo, seminano la guerra dentro. È crudele. Dicono: “Vai alla guerra!”, e gli danno le armi, perché dietro ci sono degli interessi, soprattutto interessi economici, per sfruttare la terra, per sfruttare i minerali, per sfruttare le ricchezze”.

Un fenomeno diabolico
“È  vero che il tribalismo in Africa non aiuta […]. Ma è anche vero che si provoca la lotta fra le tribù con la vendita delle armi e poi si sfrutta la terra di ambedue le tribù. Questo è diabolico. Non mi viene un’altra parola. Questo è distruggere: distruggere il creato, distruggere la persona, distruggere la società”. “È molto doloroso”, aggiunge Francesco, vedere i bambini “portati via per far parte delle milizie e lottare, da ragazzini. Credo che il problema più grave è l’ansia di prendere la ricchezza di quel Paese - coltan, litio e tutte queste cose - tramite la guerra, per la quale vendono le armi, e sfruttano anche i bambini”.

Il mondo è in autodistruzione. Fermiamoci!
Parlando della sua disponibilità a incontrare sia il presidente dell’Ucraina che quello della Russia, Francesco ricorda che oggi ci sono tante guerre lontane dalla luce dell’informazione, quasi conosciute. “Da dodici, tredici anni la Siria è in guerra; da più di dieci anni lo Yemen è in guerra; penso al Myanmar, alla povera gente Rohingya che gira il mondo, gira il mondo perché sono stati cacciati via dalla propria patria. Dappertutto, nell'America Latina, quanti focolai di guerra ci sono! Sì, ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno, ma tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione. Dobbiamo pensare seriamente. È in autodistruzione. Fermiamoci in tempo! Perché una bomba ne richiama una più grande e una più grande e una più grande, e nell’escalation tu non sai dove finirai”. Bisogna, insomma, imparare a disarmarsi ovunque e sempre. Per salvare l’umanità.

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