C'è una quotidianità dell'informazione che non ci soddisfa perchè ha un'agenda che non sempre (quasi mai!) corrisponde alle priorità della gente e dei popoli.
C'è una verità troppo spesso nascosta tra le pieghe dei fogli di giornale o che incespica tra le parole dello speaker televisivo.
C'è un commento dei fatti che contano veramente che vogliamo rileggere con l'unico filtro che conosciamo.
Quello degli sconfitti, delle vittime, della pace, della gente...
"Avendo in corpo l'occhio del povero" - avrebbe detto don Tonino Bello.
Per questo lanciamo questa nuova rubrica "feriale", ovvero un commento breve che, come Mosaico di pace, ripesca un fatto per riproporlo all'attenzione dei lettori con una luce nuova, con una sensibilità che scommettiamo condivisa.
E se così non fosse è destinata ad aprire riflessione e dibattito.
Pertanto quotidianamente proporremo un commento - breve quanto un'annotazione - su qualcosa che rischierebbe di passare altrimenti inosservato.
Sarà curato dalla redazione e specificatamente da Tonio Dell'Olio.
Speriamo incontri il gradimento e il favore di chi cerca di lasciarsi provocare per non fermarsi mai alla scorza degli avvenimenti ma di cercarne la linfa per attingere nuovi motivi di impegno.

Chi desidera ricevere quotidianamente Mosaico dei giorni può contattare l'ufficio abbonamenti, all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pino, il papà di Mario Paciolla, con una punta di orgoglio, ha diffuso sui social la notizia dell'uscita di una canzone dedicata a suo figlio dal cantante Gustavo Barrera.

A dispetto del nome, Khaled El Qaisi è italiano a tutti gli effetti. Italo-palestinese per la precisione.

Ci sono state tante parole per dire del Presidente emerito della Repubblica che ci ha lasciati, non è il caso di usarne altre.

Ci sono gesti che irrigano la speranza. Talvolta avviene non in favore di telecamere.

È in corso l'Assemblea Generale delle Nazioni unite e la stampa sembra tutta concentrata sulle cene di Meloni. Roba da non crederci!

"C'è una nuova figura penalistica creata in questi anni dalla demagogia populista: – scrive Luigi Ferrajoli sul Manifesto del 19 settembre – quella dei reati di solidarietà.

I nostri amici di Peacelink ci fanno sapere che da un'inchiesta di Christopher Miller e Ben Hall del Financial Times risulta che l'addestramento "offerto" dalla Nato alle forze armate ucraine non tende a preservare vite umane

(da Lucio Caracciolo, La Stampa del 16 settembre 2023) 
Noi europei guardiamo l'Africa dall'alto in basso. Se la guardiamo. Non solo perché il canone cartografico disegna l'Africa sotto l'Europa.

"Attraverso il mercato nero qui in Colombia era facile per noi guerriglieri delle Farc procurarci pistole Beretta prodotte in Italia, ricordo alcuni modelli come la 9 millimetri, la famosa 7,65 Beretta.

Tra morti e dispersi, nella sola città di Derna in Libia, si parla di circa 10.000 vittime.

Paradossale. Non esiste un altro aggettivo per definire la decisione della Capitaneria di porto che, di fatto, dichiara una nave di soccorso in mare idonea alla navigazione ma non alle operazioni di salvataggio.

Qualche giorno fa Il Manifesto ha pubblicato una denuncia di Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace, sulla politica armiera del governo.

"L'esclusiva collezione zaini esercito per sentirsi sempre in missione".

I tanti fatti di cronaca e violenza, di stupri e disprezzo della vita altrui che vedono protagonisti proprio i più giovani, costituiscono un indice preoccupante della povertà educativa nella quale siamo immersi.

Chissà come e chissà chi ha deciso che la parola lavoro in italiano dovesse derivare dal latino "labor" che stava a indicare pena, sofferenza, fatica.

A dieci anni dalla sua scomparsa ai nostri occhi, quella di Paolo Dall'Oglio è diventata una presenza esigente.

Le foto di adulti e bambini morti di sete, di stenti e di caldo nel deserto tra Tunisia e Libia inquietano il sonno e la coscienza.

Chiedetelo, vi prego, chiedetelo a tutti gli italiani e le italiane se preferiscono che i nostri soldi (sottolineo nostri) siano spesi per gli armamenti o per rafforzare la nostra sicurezza dai disastri climatici.

Caro amico che mi hai fatto avere il ritaglio del giornale del 1967 in cui si parlava di un'Italia tagliata in due dal cattivo tempo e di un caldo record da 42 gradi a Roma

Pollice in alto o pollice verso. Come un imperatore dell'antica Roma, come un Faraone dell'antico Egitto. Non c'è potere più grande che poter decidere della morte e della vita di una persona.

A guardare l'anniversario della strage di via D'Amelio dallo spioncino del giorno dopo capisci tante cose.

Non sembri troppo banale rimarcare che la maniera migliore per ricordare un costruttore di pace come Luigi Bettazzi è di continuare sulle strade che lui ha indicato, percorso e tracciato.

Io ricordo di averlo accompagnato in Bosnia, Kosovo, El Salvador, Guatemala, Australia, Vietnam, paese che, come un voto emesso, visitava ogni anno.

Dire che Emanuele Scieri, il parà di leva trovato cadavere nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999, sia rimasto vittima del cosiddetto "nonnismo" è solo una verità parziale.

Le vittime della strage di Filetto (AQ) hanno dovuto attendere quasi 80 anni perché qualcuno chiedesse almeno perdono!

Brillante e innovativo docente universitario di Psicologia dello sviluppo a La Sapienza di Roma, ha sempre unito l'attività accademica con l'impegno nella strada.

Sulle bombe a grappolo che il presidente degli Stati Uniti d'America ha promesso alle forze armate ucraine, sono state fatte tante considerazioni importanti.

Da un articolo di Marco Voleri a p.13 di Avvenire di oggi 6 Luglio 2023.

Le formiche, prese singolarmente, potrebbero sembrare creature insignificanti e prive di intelligenza.

L'incidente era avvenuto il 29 giugno ma, dopo cinque giorni di agonia, Pasquale Sanzone non ce l'ha fatta.

Di fronte al conflitto israelopalestinese il mondo intero sembra ormai distratto o rassegnato. Distratto dai conflitti che coinvolgono più direttamente le grandi potenze.

Nei confronti di Alex Langer, di cui oggi ricordiamo l'anniversario della morte (3 Luglio 1995), abbiamo solo debiti da riconoscere e saldare.

Il caso Wagner ha portato alla ribalta una realtà che forse era sconosciuta a molti ed è quella delle formazioni mercenarie che prolificano in giro per il mondo.

Quando ho letto il discorso che Papa Francesco ha rivolto agli artisti nella Cappella Sistina il 23 giugno scorso, ho pensato che avrei dovuto umilmente prelevarne qualche scheggia e rilanciarla in questa rubrica.

Don Milani è oggi più vivo di quanto non lo fosse 56 anni fa. In questo mondo che spesso sembra preferire ostentare la mediocrità e la banalità, c'è un fiume carsico che è fatto di eccellenze silenziose e discrete.

Succede a Camogli, la ridente cittadina ligure che vive di mare e di visitatori. Il sindaco leghista, da poco eletto, decide di rimuovere dalla finestra del Comune lo striscione giallo che chiede verità per Giulio Regeni.

Mentre tutto il mondo dovrebbe celebrare questa Giornata col lutto al braccio, i familiari delle tante vittime dell'ennesima strage del Mediterraneo hanno un indicibile morte nel cuore.

L'esperienza giudiziaria di don Milani nasce dalla risposta del priore e dei ragazzi di Barbiana ai cappellani militari della Toscana che avevano bollato come vili gli obiettori di coscienza al servizio militare e che si trovavano in carcere.

Morti anonimi quelli affogati nel Mar Egeo. Fratelli e sorelle di tanti altri sepolti in fondo al mare.

Tra le prime pagine dei quotidiani italiani esposte sul sito web che le allinea tutte 29 come francobolli da collezione, c'è una sola testata che non dedica né titolone, né editoriale, alla morte di Berlusconi e dintorni.

Ieri mi è capitato di accogliere e accompagnare in Assisi 21 monaci buddhisti thailandesi. Volevano conoscere Francesco d'Assisi.

La lezione di Claudio Ranieri, allenatore del Cagliari che ieri a fine partita ha invitato con veemenza i tifosi della sua squadra di non fischiare la squadra perdente, non è soltanto un gesto di grande sportività.

Riprendo da Ascanio Celestini. Sottoscrivo e, di seguito, rilancio.

Schiaffi, calci, botte di ogni genere. Umiliazioni. Cinque poliziotti sono stati dunque arrestati a Verona. Due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla costretta a urinare nella stanza fermati – si legge in un articolo dell'Ansa. Lo scrive il Giudice per le indagini preliminari di Verona nell'ordinanza nei confronti degli indagati, sottolineando che "gli stessi l'hanno poi spinta in un angolo facendola cadere a terra e usandola 'come uno straccio per pulire il pavimento'...". Polizia, carabinieri, ma anche militari di vario tipo. In borgata le chiamiamo "guardie", ma vestono divise diverse. Stefano Cucchi, Davide Bifolco, Ugo Russo, Federico Aldrovandi… Quanto è lungo l'elenco di quelli che hanno ammazzato? E tutti gli altri che sopravvivono in silenzio? Un agente di polizia penitenziaria, quelli che chiamiamo secondini, una volta mi dice: "so' poveracci". Ma non intende le vittime, lui parla dei carnefici. Guardie ignoranti e violente. Gente che vale qualcosa solo per la divisa che s'è messa addosso la mattina, dopo essersi tolto il pigiama. Somigliano ai bulli che menano il compagno di banco perché hanno preso schiaffoni dalla madre e cinghiate sul sedere dal padre. In altri contesti si chiamerebbero sfigati o semplicemente falliti. Sfigati, ma pericolosi. Facciamo un appello ai loro colleghi: denunciateli. Fatelo voi che li conoscete. Liberatevi e liberateci. Grazie. (Ascanio Celestini, Comune-info.net, 7 giugno 2023)

Licypriya Kangujam ha 11 anni e da molti è conosciuta come la "Greta Indiana".

La foto – sacra come un'icona – che dice tutto il dolore del mondo è quella scattata da Filippo Rubin per la Nuova Ferrara e ritrae un uomo in barella che partecipa al funerale del figlio.

Al termine di una tre giorni che abbiamo vissuto in Assisi ricca di spunti e provocazione a partire dalle figure di don Milani e Pasolini, ma anche di p. Turoldo, don Sardelli e Paulo Freire…

Carmelo Musumeci è un attivista molto noto per le sue campagne contro il "fine pena mai".

E se invece dei militari fossero gli insegnanti e gli educatori a sfilare in parata il 2 giugno?

Educare è cosa altra rispetto alla consegna delle istruzioni per l'uso.

Nell'Aula Paolo VI in Vaticano l'Assemblea dei vescovi italiani e il Comitato nazionale del Sinodo della chiesa italiana di cui faccio parte, ha incontrato il Papa.

Ieri ricorrevano i 10 anni dalla morte di don Andrea Gallo. Restano ancora più vere e sincere le considerazioni di 10 anni fa.

Indolenti e sdraiati, indifferenti a tutto e figli dell'edonismo sfrenato, appiattiti sui social, soci delle battaglie perse, senza ideali e senza meta…

Mao Valpiana, L'obiezione di coscienza può mettere in crisi la guerra (Il Manifesto, 17.05.23).

È proprio vero. Non possiamo più chiamarli "disastri naturali". Di naturale non hanno più niente.

Di fronte alla supremazia assoluta della teoria del merito brandita minacciosamente come un dogma educativo, don Milani si rivolterebbe anche da morto!

In una piccola foto pubblicata oggi dall'Osservatore Romano si vede "l'isola che non c'è".

Per dirla con franchezza a me pare di vivere in una realtà parallela, surreale e fantasiosa. Basta leggere i commenti alla visita di Zelensky in Vaticano per rendersene conto. Il contesto è tragico.

C'è stato bisogno di legiferare. L'Eurocamera ha sentito la necessità di scrivere e approvare una legge che impedisce alle aziende di introdurre nella progettazione e realizzazione dei prodotti, sistemi che ne limitino l'esistenza o il funzionamento.

Ieri ricorreva la Giornata dell'Europa. Il 9 maggio 1950 Schuman proclamava la nascita della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca),

Peppino Impastato ha insegnato ad allevare l'ironia come strumento per colpire Cosa nostra su un versante scoperto.

"Non è razzismo, sono solo insulti!". È questa la risposta più frequente che si riceve da alcuni settori delle tifoserie e persino da dirigenti dei club blasonati.

Oggi in Etiopia è festa nazionale. È la festa dell'indipendenza dell'Etiopia dall'Italia.

Le immagini e le notizie dall'Emilia ci colgono come di sorpresa. Quasi a pensare che dalle nostre parti non possano succedere disastri simili.

Come razzi di una controffensiva di Primavera sono partite le dichiarazioni "a difesa del Ministro della Difesa" che lamentano sia stato duramente attaccato da Carlo Rovelli dal palco del Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma.

Non finiremo mai di ripetere che la sofferenza dell'Amazzonia riguarda il mondo intero e che se perdiamo un pezzo di foresta da quelle parti è come smarrire la possibilità di respirare bene dalle nostre.

Alla luce del telefilm sulla vita di Tina Anselmi che è stato trasmesso ieri sera da Rai 1 e dell'intensa giornata vissuta da tanti ieri 25 aprile, ripropongo il Mosaico dei giorni pubblicato il 2 novembre 2016, il giorno dopo la morte di Tina Anselmi.

C'è una nuova vignetta di Mauro Biani che provoca una riflessione deprimente ma vera perché mette a nudo un pensiero corrente e ricorrente.

Una cascata torrenziale di letture è caduta sull'indirizzo della Pro Civitate Christiana!

Per impedire quella che si ostinano a definire "sostituzione etnica" non c'è che la pulizia etnica.

È il nome dell'inchiesta che arriva oggi in aula di tribunale a Bologna e prende le mosse dal fallimento della casa di riposo Sassocardo di Porretta Terme.

Ieri è stata presentata al Parlamento la relazione semestrale della direzione Investigativa Antimafia che, come sempre, è una radiografia attenta della presenza mafiosa nel nostro Paese.

Che cos'hanno in comune i pannelli solari, le piantagioni di tè, la forestazione di Panama, la costruzione di piste ciclabili, il turismo responsabile?

Davanti al reportage di Laura Silvia Battaglia da Taiz in Yemen, pubblicato ieri su Avvenire, non si riesce a trattenere le lacrime del cuore.

Nei giorni di Odessa e Mykolaiv abbiamo compreso che non si può misurare il sorriso che un bambino ci ha donato o la lacrima di felicità strappata a una donna anziana.

Di ritorno dalla missione di pace in Ucraina con la Quinta Carovana Stop the war now, mi ritrovo a commentare che si sia realizzato un segmento, piccolo ma significativo, di quella "diplomazia dal basso" che tante volte è stata sperimentata nella storia dell'umanità.

"Volodymyr Zelensky ha manifestato apprezzamento per la prossima Conferenza di Roma sulla ricostruzione dell'Ucraina prevista per il 26 aprile, un'occasione importante per rafforzare i rapporti tra le imprese italiane e l'Ucraina", si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi.

Mentre il coro degli applausi e delle celebrazioni postume è compatto nel celebrare l'uomo e il giornalista Gianni Minà,

Tra qualche giorno parte la quinta carovana di Stopthewarnow verso l'Ucraina, esattamente in direzione di Odessa e Mykolaiv.

Sicuramente al primo posto della nostra attenzione deve esserci la vita delle persone.

All'inizio furono solo kalasnikov e munizioni, poi diventarono artiglieria pesante e tank, oggi sono già proiettili all'uranio impoverito e aerei da combattimento.

Siamo immersi in un clima autogiustificazionista che in qualsiasi circostanza trova una toppa per gli strappi della propria coscienza.

Non può essere una sola giornata a mettere a posto la coscienza.

"La Russia non vuole annettersi solo un territorio e un popolo ma anche il loro futuro" dice Nello Scavo commentando il mandato di cattura ai danni di Putin da parte della Corte Penale Internazionale. Ed è la fotografia più intima della deportazione dei bambini dall'Ucraina in Russia. È il crimine più disumano che si possa compiere nel corso di un conflitto armato perché recide le vite senza togliere loro la vita. E affermare che questa mostruosità è sempre esistita, non la diminuisce di un solo grammo. Semmai rende il fatto ancora più odioso e inaccettabile perché significa che nel corso dei secoli non siamo riusciti a scalfirlo. Putin è un ladro di bambini e questo lo rende ancora più misero agli occhi del mondo ma non dobbiamo perdere di vista che il crimine-madre è la guerra. Senza la guerra non sarebbe stata possibile la deportazione di 16.000 bambini. È per questo che, anche il più degenere dei crimini, non deve farci dimenticare che ad essere messa fuorilegge è la guerra. Così come non può farci dimenticare che Putin non è il solo colpevole. Per realizzare quel crimine c'è bisogno di persone che guidino un aereo e dei pullman, gente che cucini e uomini e donne che provvedano a organizzare ogni cosa. Se solo si riuscisse a risvegliare le coscienze che dormono sicure nel bozzolo dell'obbedienza cieca o si voltano dall'altra parte nell'illusione di non esserne responsabili.

Se una nazione come il Malawi, già duramente provata dalla miseria, per tre volte in 13 mesi viene colpita da un ciclone tropicale, ha ragione il presidente Lazarus Chakwera ad affermare che "siamo di fronte alla prova della realtà del cambiamento climatico".

"Potete fare domanda per entrare nella mia nazione ma solo se servite a me, alla mia economia, alle mie imprese e alla mia ripresa".

Forse era inevitabile che per il decimo anniversario del pontificato di Francesco non ci fosse sito informativo, testata cartacea, radiofonica o televisiva che non dedicasse uno spazio, uno speciale, un servizio ampio.

Un dubbio e un'obiezione. Il dubbio riguarda la ricostruzione dei fatti della notte della strage di Cutro.

Di fronte alla strage di vite e di sogni, le lacrime hanno lo stesso sapore salato dell'acqua del mare.

Le parole sono importanti. Non è affatto la stessa cosa dire che al largo di Cutro è avvenuto un naufragio o una strage.

Dopo aver affermato solennemente d'essere d'accordo col Papa che chiede di fermare i trafficanti, chissà se il presidente del consiglio dei ministri si dirà d'accordo anche con Gesù Cristo

Vincenzo Luciano, 51 anni, pescatore di Cutro, parla in una video intervista e non riesce ancora a trattenere le lacrime.

Ce lo ricorda l'Osservatore Romano in prima pagina. A Ginevra si è aperta la 52^ sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che coincide con il 75° anniversario della Dichiarazione universale.

Una vicenda raccapricciante: non esiste altro aggettivo per descrivere quanto accaduto negli ultimi mesi a Qom, in Iran.

La processione delle dichiarazioni politiche sui cadaveri della spiaggia di Cutro aggiunge l'amarezza al dolore. "È colpa dei trafficanti" dice uno.

In questo tempo di arsura e siccità, solo la preghiera dei semplici ha irrigato la terra di qualche speranza.

Semplice e disarmante è arrivata quella domanda di Papa Francesco che, se presa sul serio, diventa una tortura della coscienza.

Rispondendo alla domanda sulle posizioni di Berlusconi, il presidente ucraino ha detto: "Credo che la casa del signor Berlusconi non sia mai stata bombardata,

Le dimissioni di due donne dal vertice di potere dei loro rispettivi Paesi è un elemento di riflessione lanciato nello stagno del "tutto già acquisito e fermo". 

Il Vangelo proclamato ieri in tutte le chiese cattoliche del mondo non sembra lasciare scampo.

Se la recitazione è finzione, quella di Massimo Troisi è stata autentica, autentica finzione. Perché appariva del tutto spontanea, quasi istintiva, disarmata e, perciò, disarmante.

Per ottenere un'impronta rispettosa del pianeta non basta adottare misure di risparmio dell'energia ma aiuta.

E comincio da una frase di un educatore paziente e illuminato che oggi avrebbe compiuto 96 anni e che invece ne compie molti di più nella nostra coscienza collettiva, Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927).