Detto con molta franchezza non comprendo l'acredine e la rabbia con cui da più parti ci si scaglia contro Greta e i ragazzi che manifestano contro i cambiamenti climatici.

Non solo l'insulto e la denigrazione feroce, ma anche le fakenews di immagini e presunte dichiarazioni. Mi chiedo: perché? Varrebbe sicuramente di più la pena concentrarsi sul tema che pongono e capire quanto è grave la situazione, nella speranza di trovare qualche rimedio. Ma sentenziare che quei giovani protestano servendosi di tutte le conquiste inquinanti della tecnologia e che scioperano solo per non andare a scuola, definirli stucchevolmente “gretini” e dire che non sanno nemmeno di cosa parlano... a cosa serve? E soprattutto: perché? Al di là di ogni simpatia/antipatia per questo movimento mondiale che mobilita le gambe, la fantasia e le coscienze dei ragazzi, dovremmo raccogliere un grido d'allarme che non proviene dai loro slogan ma dalle specie che si estinguono e dalla biodiversità annientata. Radio Maria farebbe bene a chiedersi se c'è qualche richiamo biblico nell'allarme di questa generazione, piuttosto che ridicolizzare secondo canoni da bar o da panchina dei giardinetti. È il grido della natura, o se preferite, del creato, a doverci preoccupare piuttosto che quello dei ragazzi. Ma ancora una volta preferiamo guardare il dito che ci indica la luna e non la luna. Il vizio è vecchio ed è delle generazioni passate.


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