La foto che fissa il momento in cui un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri bacia la mano a Ilaria Cucchi è uno scrigno di significati belli e profondi

che faremmo bene a non smaltire frettolosamente sotto altre immagini, altre parole, altri eventi ma a inchiodare piuttosto come quadro sulle pareti della nostra coscienza collettiva. Non si trattata di un gesto di cortesia borghese d’altri tempi ma del riconoscimento di una lotta strenua e ricca solo di speranza. Quella famiglia merita più che una medaglia perché non ha mai smesso di credere coi fatti negli stessi valori scolpiti a sangue nei primi articoli della Costituzione. E purtroppo il mio pensiero non può che andare ai tanti che hanno attraversato le stesse vicende, subito le medesime violenze e violazioni e che non hanno avuto la fortuna di avere una famiglia così tenace e forte alle spalle. Ci resta la speranza che l’esito di quel processo possa costituire l’ago della bussola per gli operatori dell’ordine pubblico e nello stesso tempo ripaghi l’amarezza, il dolore, la delusione di chi si è sentito colpito alle spalle da coloro che hanno il dovere di tutelare sempre, in ogni caso, a qualunque costo, tutti i cittadini.


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