C'è una ricchezza di esperienza di agricoltura sociale in Italia che fa respirare tanta speranza per l'oggi e per il domani.

Non è vero che si tratta di proposte minoritarie e residuali, non è vero che non generano pensiero e politiche e che si limitano alla mera testimonianza che pure è importante. Stanno diventando una forza che attraversa tutto lo stivale e rendono concrete intuizioni, ispirazioni, tentativi per rendere migliore la qualità della vita. È la traduzione pura e semplice dell'ecologia integrale che Papa Francesco propone nella Laudato si'. C'è chi sceglie di coordinare le esperienze di orti urbani e collegarli tra loro fino a produrre lo scambio di prodotti; chi coinvolge persone con disabilità e chi offre un'opportunità a detenuti ed ex detenuti; chi ridona dignità a migranti e “scarti” di società perbeniste; chi semplicemente si ribella all'agricoltura industriale o intensiva che produce danni alla salute, all'economia e all'inclusione sociale; chi vara progetti di fattorie didattiche che diffondono la conoscenza e l'amore per la terra. Sono tutte storie concrete nel senso etimologico del termine: cum creta, con la terra oppure con-crescere, ovvero crescere insieme. Perché la condivisione è nella stessa vocazione della terra e tutto il resto ne è il suo tradimento.


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